”Esiste un’evasione di sopravvivenza? Penso di sì”. Parola di Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate, che rispondendo a una domanda mentre era intervistato da Radio 24 ha confermato quanto già detto dal viceministro dell’Economia Stefano Fassina lo scorso luglio. Torna a fare discutere, quindi, la teoria che il viceministro dell’Economia aveva annunciato durante un convegno di Confcommercio sulle tasse, guadagnando il “benvenuto nel Pdl” di Renato Brunetta. “Con Fassina ho vaste ragioni di dissenso, ma talvolta si lascia trascinare dall’istinto di verità e stupisce piacevolmente”, aveva commentato il capogruppo Pdl alla Camera, sottolineando che “quando sostiene che questa spaventosa pressione fiscale induce gli onesti a evadere per sopravvivere, mi pare di sentire quel Berlusconi che i compagni del suo partito azzannavano come complice degli evasori”.
Befera, che oltre ad essere direttore dell’Agenzia delle entrate è anche il presidente di Equitalia, ha ammesso che “ci sono stati dei momenti in cui ci siamo sentiti poco sostenuti, anche se in questo momento va un po’ meglio”, parlando della lotta all’evasione portata avanti dall’amministrazione fiscale. E ha rivelato di guadagnare quanto il primo presidente della Corte di Cassazione, quindi 304mila euro l’anno, e di camminare “scortato” ma le eventuali paure “devono essere gestite”. Poi, in vista della scadenza del suo mandato, a giugno 2014, ha detto di voler raggiungere “un obiettivo, non tanto di gettito ma avere inserito nella mente degli italiani che le imposte vanno pagate, per due ragioni, per pagare beni e servizi e soprattutto per ridistribuire il reddito”.
Befera ha infine precisato che con una minore pressione fiscale ci sarebbe “indubbiamente” anche una minore evasione. E ha annunciato che la lotta all’evasione fiscale internazionale sta facendo passi in avanti. “Ci sono fatti concreti, c’è un movimento internazionale, stiamo cercando di portare a casa i quattrini che sono all’estero, e i segnali ci arrivano da coloro che vogliono rimpatriare i capitali detenuti illegalmente all’estero”, ha detto. “Bisogna trattare, senza sconti particolari, bisogna smussare qualche angolo”.
”Ci sono vari tipi di evasione noi cerchiamo di combatterli tutti con la massima intensità. In Italia bisogna pagare le imposte e se non ci fosse Equitalia non le pagherebbe nessuno. Che l’evasore sia un parassita della società è un dato di fatto”, ha concluso. E sull’evasione ha aggiunto: “Vorrei un aggiornamento di quei 100 miliardi di euro” di cui si parla sempre, “mi pare che qualcosa l’abbiamo recuperato, è stata abbattuta la forbice tra il reddito percepito e il reddito dichiarato. Ma l’evasione fa ancora parte della cultura italiana, bisogna cambiarla. Evadere non è furbizia, bisogna insegnarlo alle nuove generazioni. Siamo un Belpaese di evasori, speriamo di cambiare”.
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