L’8 aprile il governo dell’emirato ha presentato una bozza di legge sui media che dovrebbe sostituire sia la Legge sulla stampa e le pubblicazioni del 2006 che quella sui media audiovisivi del 2007.

Secondo la proposta governativa, il ministro dell’Informazione avrebbe un potere pressoché illimitato di concedere o togliere la libertà di parola ai media nonché di respingere richieste di riconoscimento di nuovi organi d’informazione online e offline (se il Ministro non risponde entro 90 giorni, la richiesta deve considerarsi respinta). 

La bozza di legge prevede anche multe fino a un milione di dollari per i “reati” di insulto a pubblico ufficiale, danneggiamento dei rapporti tra il Kuwait e altri stati, irriverenza verso la Costituzione e offesa all’emiro.

Sarà vietato anche riportare cose positive, come per esempio la firma di trattati internazionali da parte del governo prima che ne sia data comunicazione sulla Gazzetta ufficiale.

Per concludere, sono previsti fino a 10 anni di carcere per affermazioni ritenute offensive verso Allah, il Corano, l’Islam, il profeta Maometto e sua moglie.

Già nei mesi scorsi il governo aveva stretto il suo giro di vite contro la libertà di espressione, processando oppositori politici, attivisti online e giornalisti accusati di “offendere l’emiro”.  

Inoltre, durante le manifestazioni che hanno preceduto le elezioni parlamentari del dicembre dello scorso anno, la polizia aveva usato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti e ad ottobre il governo ha bandito tutte le manifestazioni.

Le organizzazioni per i diritti umani hanno sollecitato il primo ministro del Kuwait a modificare la proposta di legge.

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