Croisette di Cannes, primo pomeriggio, nella fila che porta alla sede della Quinzaine des Realisateurs, Palais Stéphanie. Il cielo sereno si fa improvvisamente cupo, stimolato dal crescendo di un vento minaccioso. Qualcuno dice, “ma questa è una tromba d’aria”. Forse non di quelle memorabili per il 66° Festival di Cannes, ma per chi scrive lo è stata eccome.

Dalla balconata dell’Hotel Marriott sovrastante si stacca un ombrellone sostenuto da vari tubi metallici: spezzandosi crea il caos tra chi, sottostante, è nella suddetta fila. Il vento imperversa, i pezzi di tubi volano, uno finisce sulla mia testa, per fortuna attutito dalle mani. Questo non basta ad evitare una ferita sulla cute da cui mi accorgo sta uscendo del sangue. I colleghi italiani vicini mi consigliano di farmi disinfettare. Corro sotto la pioggia nel bar più vicino, in preda allo spavento, più che al dolore che si farà sentire poco dopo. Chiedo al bancone un tovagliolo con dell’acqua e un po’ di alcool per disinfettare la ferita, e di usare la toilette per compiere ‘l’intervento’. Dopo aver frettolosamente spiegato l’accaduto, la signora alla cassa mi annuncia, disturbata dalla mia presenza e dal fatto che parlassi inglese, che “la toilette è riservata ai clienti e che non hanno alcool per me”. Rimango attonita, penso di non aver capito quell’inglese stentato, o che lei non abbia compreso ciò che le avessi detto. “è un’emergenza”. Nulla da fare, mi ripete “N’est pas possible”, nonostante le mostrassi le mani rosse di sangue. La sua assistente mi dà un bicchiere d’acqua con del sapone dentro (non dovevo lavarmi, solo disinfettarmi, ma meglio di niente). A quel punto esco, indignata. Corro in farmacia dove vengo medicata. Torno alla sala della Quinzaine, il personale addetto mi evita di rifare la fila per entrare – sempre perché ho mostrato il sangue dalla testa. Mi permette “persino” di usare la toilette.

Ora sto meglio. Mi è andata bene. La polizia presente sulla strada ovunque durante il festival di Cannes non ha mosso un dito. L’Hotel Marriott non mi è parso contrito, incauto di aver fatto rischiare grosso ai sottostanti per un ombrellone evidentemente mal fissato. Una collega americana mi ha consigliato di denunciarli. Per ora denuncio un fatto increscioso su questa pagina. Il resto avverrà nei prossimi giorni.

Quando la realtà (horror) supera la finzione.

 

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