Quella che parte oggi da Napoli è la 96esima edizione del Giro d’Italia. Oppure la prima del ciclismo dopo Armstrong, il corridore texano radiato a vita dopo che è stato giudicato colpevole di avere organizzato insieme alla squadra Us Postal “il più grande e sofisticato sistema di doping al mondo”. Ma se nel gruppo dei corridori si preferisce non parlare del vincitore di sette Tour de France (poi revocati dall’Uci) , declinandolo al passato, la sua ombra sull’intero movimento rimane pesante. E il fatto che nemmeno una settimana prima della partenza l’Operacion Puerto finisca in farsa, con la decisione del tribunale madrileno di non esaminare le oltre duecento sacche di sangue sequestrate a Fuentes non aiuta il desiderio di pulizia degli appassionati.

Così, pur con tutto il dispiacere per la perdita di un protagonista, l’improvviso ritiro di Ivan Basso a due giorni dalla partenza causa una cisti al soprassella potrà forse evitare che nella narrazione epica del ciclismo si abusi del concetto di redenzione. E si torni invece a parlare di fatica. Il corridore varesino, capace di vincere la corsa rosa sia prima (2006) che dopo (2010) i due anni di squalifica per il coinvolgimento nell’Operacion Puerto, non sarebbe comunque partito favorito. I protagonisti più attesi sono altri. Scorrendo le quote dei bookmakers non hanno troppe possibilità né lo spagnolo Sanchez, né l’italiano Scarponi o l’australiano Evans, la cui vittoria è quotata oltre venti volte la posta. Ne ha qualcuna in più il dinoccolato canadese Hesjedal, vincitore a sorpresa dell’edizione 2012, quotato a dieci. Anche perché mancherà chi l’anno scorso gli ha conteso la maglia rosa fino alla cronometro dell’ultima giornata, lo spagnolo ‘Purito’ Rodriguez, la cui squadra Katuscha all’inizio non aveva ottenuto la wild card dagli organizzatori per partecipare alla corsa.

Le agenzie di scommesse sono convinte che si tratterà di una corsa a due, tra lo ‘Squalo dello Stretto’ Vincenzo Nibali e il ‘Mod’ britannico Bradley Wiggins. Il messinese ha dalla sua un terzo e un secondo posto al Giro e un terzo al Tour, oltre ad avere cominciato la stagione con le vittorie alla Tirreno-Adriatico e al Trentino. Il londinese ha invece un palmares olimpico e mondiale da far rabbrividire, dove il primo posto all’ultimo Tour de France è solo la ciliegina sulla torta. Entrambi sono in grande forma, e hanno già riconosciuto nel rivale l’avversario più pericoloso.

La sfida tra i duellanti comincerà non dalla prima tappa di Napoli, dove il Giro parte per la seconda volta nella sua storia, ma già dalla seconda: la cronosquadre Ischia-Forio. Poi altre 19 tappe (21 in totale) per un totale di 3.405 chilometri, con due cronometro individuali e sette arrivi in salita. Spettacolari e massacranti le ultime tre tappe: cronometro individuale di 20 chilometri da Mori a Polsa alla diciottesima, alta montagna con Gavia e Stelvio alla diciannovesima, arrivo alle Tre Cime di Lavaredo alla ventesima. Qui si decideranno la sorti della corsa e il destino dei due duellanti annunciati. Solo passerella poi il 26 maggio, quando i superstiti tra i 207 atleti delle 23 squadre schierate alla partenza, termineranno le loro fatiche a Brescia.

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