Sei reduci sui diciotto che il 25 maggio 2013 giocarono a Wembley e persero 2-1 la finale Champions contro il Bayern Monaco: diciamo che all’interno del Borussia Dortmund ci sono motivazioni forti per cercare una rivincita il 1° giugno, nell’atto conclusivo del maggior torneo per club continentale. Reducismo e rivalsa: ragioni forti. Stesso stadio e magari, lo sapremo tra qualche ora, stesso avversario: il famoso piatto freddo, servito con memoria da elefante. Fuori i nomi: Mats Hummels e Marco Reus, ancora in campo; Sven Bender, ex centrocampista, quella sera mediano accanto a Gundogan, oggi vice allenatore di Eden Terzic; Nuri Sahim, contro il Bayern in campo solo al 92’, anche lui assistente del grande capo Terzic; Sebastian Kehl, dal 2022 direttore sportivo dei gialloneri; Marcel Schmelzer, ex esterno mancino, attuale vice coach dell’Under 17.

La prima considerazione è che il Borussia Dortmund è un club dalle radici solide. C’è un forte legame di sangue nella squadra che può vantare la tifoseria più calda di Germania, con il famoso Muro Giallo al Westfalenstadion. Dortmund è una città nel cuore della Ruhr, distrutta dai bombardamenti nella Seconda guerra mondiale e ricostruita con un piano Green: nonostante il passato di miniere e industrie, oggi è ricca di parchi. Non ha la bellezza di altre comunità tedesche, ma l’attività high tech è un polo di attrazione per i giovani. Si guarda al futuro con entusiasmo. Il Borussia Dortmund è in linea con lo spirito della città. I legami sono forti e non c’è da sorprendersi se alla guida dei gialloneri ritroviamo un allenatore non solo giovane – Edin Terzic ha 41 anni -, ma anche profondamente tifoso della sua squadra. Quando la scorsa stagione il Borussia Dortmund regalò al Bayern la Bundesliga, pareggiando 2-2 l’ultima gara di campionato in casa contro il Mainz, Terzic pianse di fronte alla curva. Il Muro Giallo convertito in Muro del Pianto.

Terzic, papà bosniaco scomparso nel 2022 e mamma croata, la sera del 25 maggio 2013 seguì la finale di Wembley di fronte alla televisione. Si era appena ritirato, dopo una stagione vissuta con il Borussia Droschede. Stava preparandosi al matrimonio con Kora Wom, conosciuta all’Università di Scienze Motorie a Bochum e sposata il 3 agosto 2013 nel castello di Nordkirchen. Terzic applaudì il gioco coraggioso dei gialloneri, guidati da Jurgen Klopp. Si preoccupò dopo l’1-0 di Mandzukic che portò avanti il Bayern. Esultò al pareggio su rigore di Gundogan. Rimase perplesso di fronte alla decisione dell’arbitro Nicola Rizzoli di non espellere Dante. Sprofondò quando Robben regalò la Champions al Bayern con il 2-1 all’89’.

In qualche modo, si riparte da quella sconfitta. Il Borussia Dortmund a Wembley calò dopo il 70’, mostrando crepe preoccupanti in difesa. L’attuale Borussia di Terzic regge i 90’ e ha una retroguardia molto più compatta rispetto al passato. Al netto della fortuna dei sei legni colpiti dal PSG nella doppia semifinale, il Borussia ha saputo difendersi: se Mbappé in 180’ minuti è rimasto a secco significa che il muro di Terzic ha buoni mattoni. Il Borussia ha incassato 52 reti nelle 47 gare stagionali, ma in Europa il reparto arretrato è stato più solido rispetto alla Bundesliga: siamo passati da una media di 1,25 a partita a 0,75. Terzic, aiutato dagli ex Bender e Sahin, ha lavorato alla fase difensiva negli ultimi mesi. In Bundesliga c’è stato qualche passaggio a vuoto che spiega il quinto posto, ma in Europa il treno giallonero ha viaggiato bene: il 3-1 in casa del Milan, il 28 novembre 2023, tappa decisiva per la qualificazione agli ottavi, fu un avviso ai naviganti.

La festa del Parco dei Principi dopo il via libera per la finalissima è stata un happening di popolo: giocatori, dirigenti, tifosi, tutti insieme appassionatamente. Mats Hummels, firma dell’1-0 a Parigi, crede alla possibilità di vincere la Champions per la seconda volta, dopo il trionfo del 1997 nella finale contro la Juventus: “Fin dalla seconda partita della fase a gironi abbiamo creduto di poter arrivare in fondo. Non vedo perché non dovremmo vincere a Wembley”. Marco Reus, che a Wembley potrebbe giocare l’ultima gara della sua carriera, ha spiegato: “Abbiamo sofferto molto contro il PSG, ma tra qualche ora i pali e la fortuna non conteranno. La vera cosa importante è che siamo di nuovo in finale. Nessuno se lo aspettava ed è semplicemente incredibile”. Nel momento della festa, Terzic ha ricordato l’amarezza per la Bundesliga persa un anno fa: “Sono felice che possiamo restituire qualcosa ai tifosi. Siamo cresciuti di partita in partita e alla fine abbiamo capito che potevamo essere la squadra sorpresa. Prima degli ottavi contro il PSV ci siamo detti che arrivare a Londra non era una missione impossibile. Abbiamo in tasca il biglietto per Wembley e ora pensiamo a qualcosa di più grande”. Terzic, i sei reduci, il grande spirito giallonero: aspettando Wembley, una bella storia.

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