La stampa spagnola è sicura: il presidente catalano uscente, Artur Mas (Convergència i Unió), ha vinto le elezioni in Catalogna, dove aveva lanciato la sua sfida indipendentista.

Secondo i primi exit poll, il partito del presidente uscente catalano, ha ottenuto tra i 54 e i 57 seggi, meno cioè di quanti ne possiede attualmente (62), mentre per ottenere la maggioranza assoluta ne occorrerebbero 68 su 135. Buono anche il risultato dei partiti indipendentisti di sinistra, sempre stando ai primi exit poll diffusi da Catalunya Radio. In particolare Erc (Esquerra Republicana de Catalunya), la sinistra repubblicana, otterrebbe tra i 20 e i 23 seggi, diventando il secondo partito della regione. I socialisti e il Partito Popular, contrari all’indipendenza, avrebbero tra i 16 e i 18 seggi ciascuno. L’affluenza, riferiscono i media spagnoli, è stata la più alta dal 1988.

La vittoria di Mas ha il sapore della sconfitta: non solo non ottiene la “maggioranza eccezionale” chiesta per avallare la sua sfida indipendentista, ma perde fra i 5 e i 6 seggi rispetto al 2010 e si allontana ancora di più dalla maggioranza assoluta, alla quale puntava dopo aver convocato le elezioni anticipate. Le forze indipendentiste si sono in parte dirottate su Esquerra Republicana, che raddoppia i seggi, diventando la chiave per realizzare il progetto secessionista. E avanza nel Parlament catalano il fronte dei partiti favorevoli a un referendum sull’Estato Propio, lo Stato indipendente o almeno più autonomo rispetto ad oggi. Ma essendo molto difficile, secondo gli osservatori, una coalizione tra CiU e Erc, paradossalmente il referendum annunciato sembra stasera più lontano. La débâcle per il Partit del Socialistes de Catalunya (Psc) era annunciata: il passaggio dai 28 seggi attuali ai previsti 16-18 è il peggiore risultato della sua storia. Stabile il Partito Popolare, che con la sua crociata contro la secessione è riuscito a mobilitare l’elettorato ‘unionista’, confermando i 18 seggi ottenuti due anni fa.

In mancanza del plebiscito indipendentista per CiU, per realizzare il grande sogno catalano Artur Mas dovrebbe ora allearsi ai piccoli partiti nazionalisti e dell’estrema sinistra: come i 4 seggi di Candidatura d’Unitat Popular (CUP), che esordisce nel Parlamento catalano con i voti indipendentisti della sinistra localista. O gli eco-socialisti di Iniciativa para Catalunya Verd (ICV) di Joan Herrera, che puntando sulla difesa dei diritti sociali hanno migliorato di 2 seggi il risultato del 2010, ora a quota 12.

Alla fine di una durissima campagna elettorale, Mas era riuscito a uscire indenne dai veleni sollevati dalle accuse di corruzione e sui presunti conti svizzeri dei leader di CiU. Ma sul voto, che ha premiato partiti come Ivc, ha pesato il bilancio sulle politiche di austerità realizzate durante la sua gestione: il salvataggio economico della Catalogna per 5,5 miliardi, il taglio del 20% degli stipendi dei dipendenti pubblici e la riduzione di un terzo dei beneficiari del reddito minimo sociale.

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