La Procura della Repubblica di Bari

Tornano a far discutere i bandi pubblici per i responsabili della comunicazione istituzionale nella Regione Puglia. Questa volta è la Procura della Repubblica che vuole vederci chiaro e negli scorsi giorni ha ordinato alle forze dell’ordine di acquisire tutto il materiale possibile dagli uffici regionali, dalla Scuola di giornalismo e dall’Ordine professionale. A finire sotto il torchio della magistratura sono in particolare due vicende, apparse sulle cronache locali e nazionali poche settimane fa, nelle quali le carriere di alcune giovani giornaliste all’interno delle strutture pubbliche sembrerebbero aver usufruito di accelerazioni legate a rapporti di amicizia e a procedure di scarsa trasparenza.

Il primo è l’avviso bandito dal Commissario straordinario all’emergenza flussi migratori, struttura collegata alla Protezione civile, sul quale l’Assostampa Puglia aveva mosso una serie di rilievi, definendolo “irrituale”. Il concorso, pubblicato per soli cinque giorni e solo sul sito istituzionale (e non sul bollettino ufficiale dell’ente) fu vinto proprio dall’addetta stampa di Fabiano Amati, assessore alla Protezione Civile, il quale ha respinto qualsiasi sospetto ribadendo che il concorso è avvenuto per “titoli”.

La Procura però ha deciso di andare fino in fondo e sta accertando tutte le procedure e le dichiarazioni che hanno portato all’aggiudicazione del bando. Amati ne ha sempre assicurato la regolarità, giustificando la pubblicazione lampo del concorso con il fatto che una struttura che si trova a gestire una emergenza ha una tempistica a sé. E non ha cambiato idea dopo aver appreso degli accertamenti della Guardia di Finanza. “Saluto con favore le indagini – ha spiegato al telefono l’assessore – utili ad appagare eventualmente ogni dubbio e a mettere fine a qualche speculazione di troppo”.

Il secondo è il “praticantato d’ufficio retroattivo” riconosciuto dall’Ordine dei Giornalisti, su spinta della presidente Paola Laforgia, ad una giornalista che aveva lavorato per la vicepresidenza della Regione Puglia, cui faceva capo prima Sandro Frisullo (travolto dallo scandalo escort nel centro-sinistra) e successivamente dall’attuale assessore allo Sviluppo Economico Loredana Capone. Vicenda che a molti è sembrata ‘studiata’ per permettere alla cronista di partecipare con il titolo di “professionista” (che potrà ottenere dopo l’esame di abilitazione reso possibile proprio grazie al riconoscimento del praticantato) ad un concorso per addetti stampa che sarà a breve bandito dalla Regione, come ha confermato Assostampa.

In questo caso, le polemiche furono sollevate non dal sindacato dei giornalisti, ma dalle colonne di gobari.it, quotidiano che ha rivelato la reale occupazione della giornalista non presso l’ufficio stampa della giunta bensì all’interno di una società regionale, la Puglia Sviluppo. Ed infatti la direttrice della testata giornalistica regionale non riconobbe il praticantato. Per contro, proprio la presidente dell’Ordine sostenne che il consiglio direttivo aveva svolto delle verifiche all’esito delle quali ha ritenuto di dover abilitare la collega all’esame da professionisti, con la procedura d’ufficio che interviene proprio quando un direttore rifiuta la ratifica. Durante la votazione, però, emersero pareri discordati tra i consiglieri dell’ordine, non tutti favorevoli alla delibera. In più, il ruolo stesso della presidente è stato oggetto di contestazioni. Paola Laforgia, infatti, è moglie di Davide Pellegrino, direttore dello Sviluppo Economico presso la Regione (area per la quale la giornalista avrebbe collaborato alle attività di ufficio stampa) e dall’inizio dell’anno anche Capo di Gabinetto di Nichi Vendola. Circostanza che probabilmente avrebbe dovuto portare la presidente ad una astensione per ragioni di opportunità piuttosto che al convinto sostegno della pratica.

E anche lei non ha voglia di fare particolari commenti alla scelta della magistratura di ottenere chiarimenti in merito alla vicenda. “Noi abbiamo agito regolarmente – spiega – e se la Procura vuole fare degli accertamenti è benvenuta. I finanzieri hanno avuto quello che hanno chiesto”. La presidente dell’ordine, inoltre, ha anche rivelato di avere proposto, assieme agli altri consiglieri, l’apertura di un’azione disciplinare contro Fortunata Dell’Orzo, ex direttrice di gobari.it e autrice degli articoli che hanno reso nota la vicenda. “Ho anche chiesto il risarcimento danni, cosa che farò contro tutti quelli che scrivono bugie” ha detto Paola Laforgia al fattoquotidiano.it.

A sua volta, però, Fortunata Dell’Orzo non solo ha rispedito le accuse al mittente, ma ha confermato quanto sostenuto nei suoi articoli e chiesto alla presidentessa di dimettersi. “Da giornalista professionista iscritta all’albo della Regione Puglia non mi sento più tutelata dalla presidente Paola Laforgia e ne chiedo dunque le dimissioni – ha detto l’ex direttrice di gobari.it – La presidente ha infatti richiesto nei miei confronti un’azione disciplinare, solo per aver fatto il mio dovere di cronista, esercitando il mio diritto/dovere di informare il pubblico su fatti evidenti. Paola Laforgia è la moglie di Davide Pellegrino e quest’ultimo è l’attuale capo di gabinetto di Nichi Vendola. E’ incontrovertibile che Anna Grittani abbia ottenuto un praticantato d’ufficio senza mai essere stata praticante e senza che la testata regionale, diretta da Susanna Napolitano, abbia potuto avvalorare buona parte dello stesso praticantato – ha continuato Fortunata Dell’Orzo – E’ vero che la decisione presa del Consiglio dell’Ordine è stata molto combattuta e alcuni consiglieri non solo non condividevano la decisione, ma hanno abbandonato la seduta pur di non avvallare l’irrituale pratica. Da qualche mese in Regione continuano ad accadere fatti che suscitano spesso l’attenzione dell’Assostampa e adesso, finalmente, anche della magistratura – è la conclusione della giornalista – Fatti sui quali non risulta l’Ordine abbia mai avuto nulla da ridire, anche per questo motivo chiedo le dimissioni di Paola Laforgia“.

Polemiche a parte, con l’intervento delle forze dell’ordine si apre un nuovo capitolo per i contestatissimi bandi pubblici della Regione Puglia, in particolar modo quelli per i responsabili della comunicazione istituzionale. I quali hanno di recente scatenato un duro scontro tra l’amministrazione regionale e l’Assostampa, secondo la quale gli avvisi di selezione pubblica sembrano spesso cuciti su misura addosso a personaggi che gravitano attorno agli esponenti politici.

Aggiornato da redazione web il 12 marzo 2012 alle 15.46

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