Il governo ha annunciato una cabina di regia per attuare l’Agenda digitale italiana. È un passo importante, dati i ritardi del nostro paese su banda larga, alfabetizzazione informatica, digitalizzazione dei servizi. Ma un efficace intervento pubblico deve impegnare risorse non solo sul lato dell’offerta, ma anche su quello della domanda, assicurando il coordinamento tra le due politiche. Sono misure efficaci tanto nel promuovere l’accesso alle reti esistenti quanto nel facilitare la migrazione degli utenti verso le reti di nuova generazione.

di Filippo Belloc*, Antonio Nicita** e Maria Alessandra Rossi **, 7 /02/12, lavoce.info

Il governo Monti ha annunciato di voler istituire una cabina di regia per attuare l’Agenda digitale italiana, sulle linee di quanto indicato dalla Commissione europea e dall’Agcom. Si tratta di un passo importante, dato il ritardo del nostro paese su tutti gli indicatori europei in tema di penetrazione della banda larga, alfabetizzazione informatica, digitalizzazione dei servizi.

Non c’è solo l’offerta
Oggi nel mondo esistono numerosi modelli alternativi di creazione di reti di nuova generazione (Ngn), molti dei quali basati su forme innovative di partnership pubblico-privato ed è possibile individuare le best practices che possono applicarsi alle necessità del nostro paese. (1)

Il dibattito di policy tende a concentrarsi, inevitabilmente, sul tema della costruzione delle reti Ngn a larghissima banda che richiedono ingenti investimenti per la copertura nazionale e che gli operatori privati non ritengono remunerativi, data la scarsità dell’attuale domanda per livelli così elevati di capacità. Non si discute invece di un tema cruciale: la centralità del ruolo pubblico di sostegno alla domanda, nonostante recenti iniziative sulla semplificazione indotta dalla digitalizzazione di alcuni servizi. In un’indagine empirica che abbiamo realizzato sulle determinanti della penetrazione della banda larga in trenta paesi Ocse, negli ultimi dieci anni, emergono alcuni interessanti suggerimenti per i policy maker: accanto alle politiche dal lato dell’offerta, basate soprattutto su finanziamento e costruzione delle reti,– assumono un ruolo propulsivo, e talvolta più significativo, le politiche dal lato della domanda(2)
Sulla base delle esperienze internazionali che abbiamo classificato, le principali politiche dal lato della domanda si concentrano su: domanda pubblica di servizi digitali; incentivi alla domanda residenziale e business; politiche di aggregazione della domanda; sussidi diretti ai consumatori per l’acquisto di terminali o abbonamenti al servizio. Tutte queste politiche, considerate singolarmente e in aggregato, risultano influenzare significativamente la diffusione di banda larga nei trenta paesi Ocse analizzati.

In figura 1, si riporta l’effetto stimato delle singole politiche dal lato della domanda sull’aumento della penetrazione della banda larga in percentuale della popolazione. Le politiche dal lato dell’offerta (prestiti di lungo periodo agli operatori, programmi nazionali di finanziamento, incentivi fiscali agli operatori, Ppp, mapping territoriale, semplificazione amministrativa) risultano significative, ma solo per livelli bassi e intermedi di diffusione della banda larga. Al contrario, l’impatto delle politiche dal lato della domanda è crescente nel grado di diffusione (figura 2).


Di qui due conclusioni:
– le due politiche per la diffusione della banda larga hanno natura complementare e un efficace intervento pubblico deve impegnare risorse su entrambi gli ambiti, assicurandone un valido coordinamento;
– incisive politiche dal lato della domanda andrebbero attuate al più presto in quanto sono efficaci tanto nel promuovere l’accesso alle reti esistenti (anche in funzione della riduzione del digital divide) quanto nel facilitare la migrazione degli utenti verso le reti di nuova generazione.


(1)
Troulos, Costas e Vasilis Maglaris (2011) “Factors determining municipal broadband strategies across Europe”. Telecommunications Policy Vol 35, Is. No. 9-10, pp. 842-856
(2) F. Belloc, A. Nicita, M. A. Rossi (2012) “Whither policy design for broadband penetration? Evidence from 30 OECD countries”, Telecommunications Policy, Elsevier, http://dx.doi.org/10.1016/j.telpol.2011.11.023

*Filippo Belloc è assegnista di ricerca al Dipartimento di Studi Europei e Interculturali presso l’Università “Sapienza” di Roma.
**Antonio Nicita è Professore Associato di Politica Economica presso l’Università di Siena. Dal 1997 al 2000 ha lavorato presso l’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
***Maria Alessandra Rossi è laureata in Economia Politica, ha conseguito il dottorato in “Law and Economics” presso l’Università degli Studi di Siena. I suoi interessi di ricerca includono l’analisi economica del diritto e delle istituzioni e l’economia della regolamentazione e della concorrenza.

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