“Non si prenda l’abbaglio di ritenere che la soluzione sia offerta dal miracolo delle nuove tecnologie informatiche, dall’avvento della Rete”. E ancora: “Non c’è partecipazione individuale e collettiva efficace alla formazione delle decisioni politiche nelle sedi istituzionali, senza il tramite dei partiti”. Al Movimento 5 Stelle bolognese non sono piaciute le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, pronunciate durante la cerimonia di conferimento della laurea ad honorem.

“Non mi stupisco delle sue parole, mi stupisce che il testo del suo discorso glielo abbiano inviato col telegrafo”. A scrivere su facebook è Massimo Bugani, consigliere comunale di un movimento, quello grillino, che a Bologna ha convinto alle ultime elezioni un elettore su 10. Bugani ovviamente scherza, ma non più di tanto, considerando che il movimento nato su impulso del comico genovese Beppe Grillo si è costruito tutto in rete, e vede la rete come luogo di trasparenza e democrazia. “Metteremo una webcam nel consiglio comunale”, diceva Giovanni Favia quando ancora era un illustre sconosciuto che tentava di entrare a Palazzo D’accursio. Le webcam dei grillini bolognesi alla fine sono entrate anche in Regione (oltre a Favia anche Andrea Defranceschi è stato eletto consigliere regionale), e chissà se arriveranno mai in parlamento.

E allora non è forse un caso che Napolitano abbia scelto di lanciare il proprio monito contro “l’abbaglio della rete” proprio a Bologna, dove nei quartieri il Movimento 5 stelle sfiora il 13% dei consensi e sottrae voti proprio al Partito Democratico. Grillo, assieme a Gianroberto Casaleggio, ha da poco pubblicato un libro, “Siamo in guerra”. Quando ne ha scritto sul suo blog ha parlato del web come di  “un’opportunità unica per creare un’intelligenza collettiva che possa affrontare i problemi globali che ci stanno distruggendo”. “La Rete – spiega Grillo – si sta diffondendo in ogni aspetto della realtà come un incendio. I vecchi faraoni saranno seppelliti nei loro sarcofagi. Mummie del passato”.

Napolitano uomo del Novecento che non capisce il popolo della rete? Sembra pensarla così anche un altro consigliere grillino, Marco Piazza, che su facebook ironizza: “”Il telefono? Superfluo, ci si può parlare a voce”, “Le mail? A cosa servono? Perché non mandare una lettera?”. Prima di mettere piede in Comune per anni ha navigato – e fatto politica – su meetup, la piattaforma che i grillini usavano per discutere e decidere. Ora che a Palazzo D’accursio ci va di persona e lavora a contatto con tutti i partiti dell’arco costituzionale, Piazza non ha cambiato idea. “Mi dispiace molto che il presidente non capisca che i partiti non sono più adeguati a rispondere a queste nuove esigenze”. “I partiti – scrive il consigliere – divorano i finanziamenti elettorali che percepiscono illegalmente, i Movimenti non costano niente ai cittadini”.

Tutto naturalmente scritto nero su bianco sulla propria pagina facebook. E chi vuole può commentare e magari calcare anche un po’ la mano. “In parole povere il vostro presidente – scrive un internauta che evidentemente non si sente molto vicino a Napolino –  dice abbandonate internet e stare a sentire solo la televisione, perché se lo dice la televisione è vangelo. La televisione è fatta dai partiti e i partiti devono essere il vostro credo. E se lo dice uno dei fondatori del partito comunista italiano, ci dovrete credere”. E c’è anche chi si difende: “La rete lo sappiamo è importantissima – scrive Bruno –  ma il contatto con la gente, gli incontri di quartiere, tra gli attivi, tra gli eletti, danno il senso della realtà delle cose. E noi li facciamo (ripeto) come nessuno. Quindi non sentiamoci colpiti da queste parole, perché sono gli “altri” che non hanno il contatto fisico con la loro base, non certamente noi”.

“Un commento sulle parole di Napolitano? Molti ci conoscono ancora poco e male, hanno pregiudizi e ci credono degli avatar virtuali che non incontrano la gente. Niente di più falso”, spiega Federica Salsi, anche lei consigliera bolognese del Movimento 5 Stelle. “I partiti di oggi, piramidali e strutturati, non funziona più e questo è sotto gli occhi di tutti. La vera differenza la fa proprio internet che ci permette di confrontarci e di contare tutti nella stessa identica maniera”. Ma la rete non è solo uno strumento? “E’ vero, ma se usato correttamente può fare la differenza”.

Articolo Precedente

Moderato successo per Arte Fiera 2012. Il gallerista Grossetti: “Mercato in crisi”

next
Articolo Successivo

Elio Germano porta Céline a teatro: “Alla crisi non si risponde con il liberismo”

next