Olli Rehn, commissario europeo per gli Affari economici e monetari

Per contrastare la crisi europea, non basta la Bce: secondo il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, anche “Usa e Gran Bretagna devono aiutare a costruire una rete di sicurezza” contro un aggravarsi della situazione. Tra le priorità dell’Europa c’è quella di fare ”progressi” sui ‘firewall’, gli strumenti di stabilità finanziaria. Intanto, dopo il deciso rialzo di ieri, sui listini europei domina la prudenza: il Ftse Mib cede lo 0,62%. A frenare Piazza Affari sono soprattutto le banche: Monte dei Paschi, dopo l’annuncio di dimissioni di Caltagirone, cede il 5,22%, Unicredit il 4,60%, Mediobanca il 3,71%, Intesa SanPaolo il 2,61%. Sempre in forte calo Fonsai (-5,30%), stabile Unipol (+0,52%), in buon rialzo Ansaldo Sts (+2,90%) e Salvatore Ferragamo, che sale del 4,21%. Maglia nera per il titolo Fiat che segna un calo del 4,68% a 4,48 euro. Il differenziale di rendimento tra Btp decennali e Bund tedeschi equivalenti continua a diminuire e si attesta a 400 punti. Il rendimento del decennale è al 5,87%.

Sui mercati non ci sono stati troppi timori per l’asta da otto miliardi di Bot semestrali e 3 miliardi di Bot flessibili di oggi. Il tasso dei Bot semestrali è sceso sotto il 2% e sono stati collocati tutti gli 11 miliardi di titoli. E’ la prima volta da giugno 2011 che il rendimento scende sotto tale soglia (era 1,998%) mentre per trovare un tasso inferiore bisogna tornare a maggio (era 1,664%). Gli occhi sono puntati su lunedì, quando in coincidenza col vertice Ue, saranno collocati Btp a cinque e dieci anni per un valore complessivo compreso tra i 5,5 e gli 8 miliardi: la liquidità della Bce copre abbondantemente le scadenze a breve termine, mentre su quelle più ampie sono possibili speculazioni.

”Le banche hanno più capitale, meno debito e una gestione del rischio più efficace”, ha spiegato il presidente della Bce Mario Draghi, ricordando le cause della crisi iniziata quattro anni fa, tra cui le falle nel sistema normativo nei Paesi, oltre ad un contesto di policy “molto accomodante e costoso” dal punto di vista monetario, e alla presenza di “un eccesso di risparmi”. “Il tempo è passato e da allora sono accadute molte cose positive sul mercato”, ha aggiunto Draghi, citando il rafforzamento patrimoniale delle banche, il calo del debito e la migliore gestione del rischio. Tra i listini del Vecchio Continente, Londra cala dell’1,02%, Francoforte avanza dello 0,43% e Parigi perde l’1,32%. Madrid cala dello 0,37% e Atene sale dell’1,3%. Manca ancora una soluzione alla questione del debito greco: il Fondo monetario internazionale “non è particolarmente ottimista” su quello che è stato fatto finora. A dirlo è il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, auspicando una “riduzione significativa” del debito ellenico.

Sarà un fine settimana decisivo per l’economia greca e per il governo di Lucas Papademos. Secondo Olli Rehn, si è “molto vicini” ad un accordo tra governo e creditori privati sullo swap del debito: “Se non oggi l’intesa ci sarà probabilmente nel weekend”. La troika in una lettera consegnata dai suoi rappresentanti al premier greco, ha chiesto la riduzione dei sussidi pensionistici, la liberalizzazione di tutte le professioni chiuse e cambiamenti radicali nel settore privato, come l’abolizione del contratto collettivo di lavoro, il taglio della tredicesima e della quattordicesima mensilità, maggiore elasticità lavorativa, licenziamenti nel settore pubblico e nelle banche e un piano per la lotta contro la corruzione. Il tutto per dare il via libera alla concessione del nuovo prestito da 130 miliardi di euro deciso dal Vertice europeo del 26 ottobre. Si prevede che la nuova riunione in programma per oggi pomeriggio o domani fra Papademos e i leader dei tre partiti che sostengono il suo governo – Giorgos Papandreou del Pasok (socialista), Antonis Samaras di Nea Dimocratia (centro-destra) e Giorgos Karatzaferis di Laos (estrema destra) – si terrà in un clima pesante proprio a causa delle dure richieste dei creditori internazionali del Paese.

Articolo Precedente

Lobby al sole anche da noi?

next
Articolo Successivo

Più pubblico e istruzione per superare la crisi

next