Ho letto con rammarico la notizia del licenziamento di Carol Bartz, Chief Executive Officer di Yahoo! Inc effettuato dal presidente del Gruppo Roy Bostock con una semplice telefonata senza alcuna spiegazione.

Sono lontani i tempi, era il 2002, in cui Yahoo! regalava a tutti i clienti il libro scritto da Tim Sanders, Chief Solution Officer di Yahoo! Love is the killer application nel quale spiegava come si poteva portare un’azienda ad incrementare la produttività attraverso una gestione basata sull’amore, l’attenzione verso il prossimo e sull’intelligenza emotiva.

Ho conosciuto Carol Bartz l’anno scorso a Parigi e ho avuto modo di cenare ancora con lei, insieme ad altri professionisti del mondo della pubblicità online, lo scorso luglio a Milano. Pur consapevole di esprimere un giudizio superficiale, mi è sembrata una donna molto capace, determinata e con grinta ed energia da vendere.

E’ evidente che Yahoo! non sia riuscita a “tenere botta” al contraccolpo generato dall’avvento di Facebook, di Twitter e più in generale dei social network, così come sta accadendo a molte altre dotcom analoghe a Yahoo! (i cosiddetti “portali generalisti”) ma, ai miei occhi, è altrettanto evidente come non sia affatto facile poter reagire in tempi rapidi e con delle proposte alternative a degli “tsunami” come quello di Facebook (solo Google in questo momento con il “Plus” sta cercando di arginare lo “strapotere” dei social network. Di fatto Google è l’unico player probabilmente in grado di farlo, grazie alla sua capacità di investire in ricerca e sviluppo e di lanciare in continuazione nuovi prodotti in beta, per poi ritirarli nel caso non funzionino senza grandi contraccolpi finanziari).

Peraltro le azioni di Yahoo! sono abbastanza stabili da un anno a questa parte e negli ultimi due anni hanno registrato una perdita del 6% che, se confrontata con le perdite a doppia cifra di altre realtà analoghe, dal mio punto di vista dovrebbero considerarsi già un fatto di per sé positivo, tenendo anche conto della contingenza economica internazionale.

Ma il mondo della finanza ragiona in maniera diversa ed anche certi consigli di amministrazione che sembrano non tener conto del fatto che è in atto una rivoluzione epocale che, non sempre può premiare tutte le aziende a breve termine. I trend di crescita delle internet company non possono tutti essere in positivo, anno dopo anno, proprio a causa di fenomeni imprevedibili che, in tempi rapidissimi, sono in grado di stravolgere le sorti di un mercato.

Peraltro Carol Bartz era a capo di Yahoo! da soli due anni ed è il terzo cambio di vertice negli ultimi quattro.

Al suo licenziamento in tronco, il mercato della finanza ha reagito positivamente con una crescita del titolo in borsa di circa il +5%. Vedremo nei prossimi giorni come si assesterà il titolo a Wall Street. Si vocifera che il licenziamento sia legato a un possibile takeover da parte di un fondo o di Rupert Murdoch. Questo fatto in parte giustificherebbe l’uscita della Ceo dalla compagnia, ma certamente non giustifica il licenziamento di una persona con un’aridissima telefonata, non foss’altro per una questione di rispetto della dignità del lavoratore.

Tutto ciò mi lascia perplessa anche perché è un po’, a mio avviso, un indicatore su come si stia affrontando questa crisi internazionale, pensando di risolvere i problemi strutturali di una rivoluzione economica, tecnologica e sociale senza precedenti, con soluzioni a brevissimo termine e trovando sempre un “capro espiatorio” che possa mettere al riparo tutti gli altri probabili co-responsabili da un effetto domino (che in taluni casi sarebbe invece auspicabile): della serie “licenziamo l’amministratore delegato e… altro giro altra corsa”.

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