Detto male (cioè con la necessaria sintesi che si richiede a un blog), nel 2008 Barack Obama divenne presidente perché riuscì a costruire una nuova coalizione, composta dai “vecchi democratici” liberal del New England, quelli più conservatori del Midwest e dai “nuovi democratici” del West.

Arrivò cioè alla presidenza grazie ad una coalizione che non era quella di Clinton (centrata su New England, Sud e Midwest) e neppure quella di Kennedy (New England, Sud e West).

Ora i segnali sono che Obama stia pensando di farsi rieleggere da una ulteriore coalizione, simile a quella che portò Kennedy alla Casa Bianca. Perché questa novità? Molto semplicemente, perché la recessione sta facendo perdere consenso al presidente proprio nel Midwest, dove si concentra la maggior parte dell’elettorato bianco poco istruito.

Obama ha cercato di alleviare il disagio investendo nell’industria automobilistica, ed è stato premiato. Ma la recessione morde e l’emorragia di consenso prosegue. Si calcola che, negli ultimi 2 anni, il 10% dell’elettorato democratico del Midwest si sia spostato a destra; il che – se queste proiezioni si rivelassero corrette – significherebbe per Obama la perdita in toto del Midwest (escluso l’Illinois). Da qui il cambio di strategia.

Una notazione: dal 1964 in poi, nessun candidato è diventato presidente senza essersi aggiudicato i voti dello stato dell’Ohio. La nuova strategia di Obama vuole proprio porre fine a questa tradizione.

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