La cronaca del 22 marzo 2011

22.48 – Gli Usa annunciano sanzioni contro la compagnia petrolifera libica

Gli Stati Uniti hanno annunciato oggi sanzioni contro 14 filiali della compagnia nazionale petrolifera libica. Il Tesoro americano ha riferito di aver invitato gli altri governi a congelare a loro volta i beni della National Oil Corporation della Libia, per limitare la capacità di Gheddafi a sostenere le sue attività. Tra le filiali nei confronti delle quali gli Usa hanno annunciato sanzioni figurano la Arabian Gulf Oil Company, la Mediterranen Oil Services GMBH, la Ras Lanuf Oil and Gas Processing Company e la Waha Oil Company.

22.30 – Gheddafi arringa una folla di fedelissimi davanti al bunker

“Tutti gli eserciti mussulmani e tutti gli uomini liberi devono partecipare alla battaglia – così inizia il discorso del rais – . Manifestazioni in nostro favore ovunque. La coalizione è solo un pugno di fascisti. Noi saremo vittoriosi in questa battaglia storica. Non temiamo i loro missili. I libici ci ridono sopra. Noi li sconfiggeremo in qualsiasi modo. Siamo pronti alla battaglia. Breve o lunga che sia. Abbiamo una forte difesa. Grandi masse. Le mie masse sono la mia difesa. Io non temo le tempeste”.

20.57 – Bengasi, abbattuto aereo libico

Le forze della coalizione hanno abbattuto un aereo dell’areonautica militare di Tripoli su cui viaggiavano diversi soldati. Lo riferisce Al Jazeera precisando che la battaglia è avvenuta nello spazio aereo libico a 60 chilometri da Bengasi

20.44 – Barlino: “La Germania si ritira da operazioni Nato nel Mediterraneo

La Germania si è ritirata dalle operazioni Nato nel Mediterraneo a seguito dell’inizio delle operazioni in Libia: a renderlo noto è stato il ministero della Difesa a Berlino precisando che due fregate ed altre due imbarcazioni a bordo delle quali si trovano in totale 550 unità sono state messe sotto comando tedesco. Non è stato precisato al momento se le imbarcazioni resteranno o meno nel Mediterraneo. Verranno ritirate anche le 60-70 unità che prendono parte alle operazioni di sorveglianza aerea della Nato nel Mediterraneo

20.33 – Parigi: “Ok con Usa su modalità comando Nato”

Il presidente francese NicolasSarkozy e il presidente Usa, Barack Obama, nel corso di un colloquio telefonico, si sono “accordati sulle modalità di utilizzo delle strutture di comando della Nato in sostegno alla coalizione” in Libia. E’ quanto si legge in una nota diffusa dall’Eliseo.

19.58 – Ancora colpi della contraerea a Tripoli

Colpi di contraerea seguiti da esplosioni in lontananza sono stati sentiti questa sera a Tripoli. Lo ha constatato un giornalista della France Presse. Almeno due esplosioni sono state udite in lontananza prima che entrasse in azione la contraerea alle 20:20 ora locale (le 19:20 in Italia). Sono seguite diverse altre forti esplosioni, secondo i giornalisti della France Presse che però non hanno potuto precisare l’origine delle detonazioni. Forti esplosioni di artiglieria antiaerea sono state sentite con striature rosse visibili nel cielo per circa dieci minuti, in particolare sulla residenza del colonnello Muammar Gheddafi, non lontano dall’Hotel Housing dove si trovano i giornalisti.

19.51 – Usa d’accordo con Francia e Gb per ruolo chiave Nato

 La Nato dovrebbeavere un ruolo chiave nell’attuare la no-fly zone sulla Libia. Lo ha detto la Casa Bianca dopo che il presidente Usa Obama si è consultato con Francia e Gran Bretagna. Obama, che ha chiamato altelefono il presidente francese Nicolas Sarkozy e il premier britannico David Cameron, auspica che il comando della seconda fase dell’operazione in Libia sia internazionale.Secondo la Casa Bianca, la Nato dovrà essere “parte di una struttura di comando internazionale una volta che gli Usa lasceranno” la guida, perchè ci saranno paesi extra Nato, secondo quanto ha indicato il vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Ben Rhodes, ai giornalisti in viaggio con Obama sull’AirForceOne.Il presidente Usa aveva in precedenza parlato con il premier turco Redep Tayyip Erdogan e l’emiro del Qatar, oltrechè con i responsabili della sicurezza nazionale della Casa Bianca e dell’Amministrazione Usa.Rhodes ha spiegato che “continuiamo a credere che la Nato avrà un ruolo significativo da svolgere in termini di capacità unica dal punto di visto del comando e del controllo”.Con Sarkozy e Cameron, sempre secondo i giornalisti che hanno viaggiato con Obama, il presidente Usa “ha passato in rassegna i principali progressi fatti nell’arginare l’avanzata delle forze di (Muammar) Gheddafi su Bengasi, oltre a stabilire una no-fly zone”.

19.30 – Unione africana chiede immediato cessate il fuoco

L’Unione Africana ha chiesto oggi un immediato cessate il fuoco sulla Libia, dove è in corso un intervento della coalizione internazionale contro le truppe di Muammar Gheddafi in accordo con quanto stabilito dalla Risoluzione 1973 delConsiglio di Sicurezza dell’Onu. A ribadire la posizione dell’organismo è stato il commissario Jean Ping, che oggi a Cartagine ha incontrato il presidente ad Interim della Tunisia Foued Mebazaa.     Annunciando il vertice che si terrà il 25 marzo ad Abis Abeba, nel quale verrà formalizzata una road map per giungere a unasoluzione pacifica della crisi libica, Ping ha detto che “l’unicasituazione possibile per l’uso della forza è quando tutte le altre soluzioni sono state tentate e senza risultato”. Quindi, il leaderdell’Unione Africana ha ricordato “l’opposizione dei capi di Stato africani a un intervento esterno e il loro parere favorevole a una road map chiara per la Libia”. L’obiettivo è quello di porsi come mediatori per negoziati trail Consiglio nazionale transitorio di Bengasi e le autorità diTripoli “per concordare un immediato cessate il fuoco”.

19.16 – Lega: “Ok condizionato a risoluzione maggioranza”

”La Lega Nord è favorevole a una risoluzione di maggioranza sulla Libia che contenga anche, al di là dell’intervento umanitario, la difesa dei nostri confini per bloccare i flussi degli immigrati in partenza dal Nord Africa e in arrivo sulle nostre coste. Allo stesso tempo il Governo deve impegnarsi a tutelare gli accordi energetici fatti con la Libia per evitare che il loro mancato rispetto porti conseguenze negative sul costo dell’energia e dunque sulle famiglie e le imprese”. Lo afferma Federico Bricolo, presidente della Lega Nord a Palazzo Madama.

19.01 – Navi della marina in navigazione verso sud

In aggiunta alle missioni sulla Libia svolte dai Tornado e dai caccia F-16 dell’Aeronautica militare in ambito coalizione, “le unità navali della Marina militare sono in navigazione nell’area sud e cooperano altresì con gli assetti dell’Aeronautica per il controllo e la difesa dello spazio aereo nazionale”. Lo rende noto lo Stato maggiore della Difesa, facendo il punto dell’operazione ‘Odyssey Dawn’. Nel Canale di Sicilia sono anche presenti la nave rifornitrice Etna ed il pattugliatore di squadra Borsini, che sta svolgendo la missione di vigilanza pesca e controllo dei flussi migratori.

18.53 – Oggi due missioni italiane

I Tornado Ecr e i caccia F-16italiani hanno compiuto oggi due missioni sulla Libia: lo rende noto lo Stato maggiore della Difesa.

18.46 – Riunione Nato su comando no fly zone

I 28 rappresentanti permanentidel Consiglio Atlantico sono riuniti da oltre quattro ore nel quartier generale dell’Alleanza Atlantica a Bruxelles per decidere sulla possibilità che le operazioni di ‘no-fly zonè sulla Libia possano essere condotte sotto comando alleato. Lo hanno reso noto fonti della Nato.La pianificazione militare, come comunicato nel primo pomeriggio di oggi dal segretario generale Anders Fogh Rasmussen, è stata già completata.

18.23 – Armatore del rimorchiatore: “I militari trattano bene i marinai”

”Abbiamo molto apprezzato che i militari libici a bordo dell’Asso Ventidue abbiano trattato con riguardo il nostro equipaggio. Stanno tutti bene”. Lo dice Mario Mattioli, armatore della Augusta Offshore spa, dopo una nuova comunicazione con l’equipaggio del rimorchiatore sequestrato da domenica scorsa.

18.01 – Juppè: “Stop a operazioni se Gheddafi accetta tregua”

L’operazione militare in Libia potrà cessare “in qualsiasi momento” se Gheddafi accetta lo stop ai bombardamenti, secondo quanto previsto dalla risoluzione dell’Onu. Lo ha detto oggi a Parigi il ministro degli Esteri, Alain Juppè.  “L’intervento militare può fermarsi ad ogni momento. Basta che il regime di Tripoli – ha detto Juppè – si conformi interamente alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza, e che accetti un autentico cessate il fuoco e che ritiri le sue truppe”. Non appena “le forze di Gheddafi rientreranno nelle caserme, l’intervento militare cesserà”, ha precisato il responsabile della diplomazia francese.

17.41 – Jet Usa caduto, recupero dei piloti riuscito

“La missione di recupero è stata eseguita come ci aspettavamo considerate le circostanze, vi sarà comunque un’inchiesta”. Così l’ammiraglio Samuel Locklear, che guida l’U.S. Joint Force Command che ha il suo quartier generale a Napoli, ha risposto ad una domanda riguardo alla notizia che, durante l’operazione di salvataggio dei due piloti del caccia americano precipitato oggi in Libia, sarebbe stati uccisi 5 abitanti di un villaggio locale. L’ammiraglio – in teleconferenza dalla nave U.S. Mount Whitney in navigazione nel Mediterraneo da dove dirige le operazioni di Odyssey Dawn – ha confermato che il caccia è precipitato a causa di “un guasto” e che i due piloti sono rimasti incolumi.

17.40 – Comando Usa: “Gheddafi continua a violare la Risoluzione Onu”

Le forze del colonnello Gheddafi continuano a violare la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite “non rispettando” i limiti imposti. Lo ha detto l’ammiraglio Samuel Locklear comandante dell’Allied Joint Force Command, che ha il suo quartier generale a Napoli. Locklear ha parlato in teleconferenza dalla Uss Mount Whitney, in navigazione nel Mediterraneo, da dove dirige le operazioni di ‘Odissey Dawn’.

17.26 – Altri F16 partiti da base di Trapani

Altri due F16 sono decollati pochi istanti fa dalla base militare di Trapani Birgi. Prosegue così incessantemente l’attività dell’aeroporto militare dove ha sede il 37° stormo dell’Aeronautica militare. Non si sa se si trattata di un volo di addestramento o di una missione dell’operazione ‘Odissea all’Alba’.

17.19 – Juppè: “A giorni riunione dei ministri degli Esteri della coalizione”

Si riuniranno “nei prossimi giorni” i ministri degli Esteri dei Paesi membri della coalizione internazionale contro il regime di Muammar Gheddafi: lo ha preannunciato il capo della diplomazia francese, Alain Juppé, secondo cui il vertice sarà dedicato all’operazione militare in corso in Libia. Potrebbe tenersi a Bruxelles, oppure a Parigi o ancora, in alternativa, a Londra.

17.11 – Vescovo di Tripoli: “Stop a vortice della violenza, l’Italia faccia un passo indietro”

“E’ assolutamente necessaria una pausa di riflessione in Libia dopo tre giorni di bombardamenti. Un vortice di violenza si è impadronito dei Grandi della terra, serve una tregua che consenta di esplorare ogni possibile strada negoziale. Le bombe non risolvono i problemi. E l’Italia può ancora fare un passo indietro, un gesto di riconciliazione. E’ ancora in tempo”. Lo sottolinea monsignor Giovanni Martinelli, vescovo di Tripoli, manifestando “timore e preoccupazione per il protrarsi di un intervento che non può essere la risposta giusta”. “Di notte abbiamo paura, quando calano le tenebre tornano le bombe e la popolazione è spaventata. Ci sono molte strade alternative per cercare di dare un orizzonte democratico alla Libia, per migliorare la situazione di questa gente”, rileva monsignor Martinelli. La comunità cristiana in Libia “si è ridotta al minimo. In buona parte sono andati via dal Paese, resistono ancora le persone, soprattutto Filippini, impegnate negli ospedali come infermieri. C’è poi il problema dei profughi eritrei, etiopici e congolesi, che devono essere aiutati”, ricorda il vescovo di Tripoli.

16.50 – Il jet americano caduto era partito da Aviano

Il jet F-15 americano cadutosulla Libia era partito dalla base di Aviano. Lo ha confermato oggi il Pentagono, precisando che normalmente il velivolo è di stanza presso la base britannico di Lakenhealth, in Inghilterra, ma per la missione speciale della notte scorsa era decollato dalla base italiana. Il Pentagono ha confermato che l’aereo è precipitato in seguito ad un guasto meccanico. Entrambi i membri dell’equipaggio sono già rientrati in salvo presso le forze armate Usa. Il pilota è stato recuperato da un aereo americano. Il secondo membro dell’equipaggio, prima di essere recuperato da un elicottero Usa, è stato invece soccorso da forze ribelli “ed è stato trattato molto bene” ha precisato il Pentagono.

16.42 – Almeno 10 persone uccise a Zenten

Il premier russo Vladimir Putin è consapevole che la posizione di Mosca sulla crisi Libica è quella espressa dal presidente Dmitri Medvedev e non la propria, che fra l’altro aveva equiparato ieri la risoluzione dell’Onu sulla no-fly zone a un appello medioevale alle Crociate. Lo ha detto oggi un suo portavoce.

16.29 – Putin: “La posizione di Mosca è quella di Medvedev”

Il premier russo Vladimir Putin è consapevole che la posizione di Mosca sulla crisi Libica è quella espressa dal presidente Dmitri Medvedev e non la propria, che fra l’altro aveva equiparato ieri la risoluzione dell’Onu sulla no-fly zone a un appello medioevale alle Crociate. Lo ha detto oggi un suo portavoce.

16.13 – Al Jazira: “Jet occidentali attaccano i caccia di Gheddafi”

Jet delle forze della coalizione occidentale hanno attaccato oggi un velivolo da guerra appartenente alle forze armate di Gherddafi mentre era in volo verso la città di Bengasi. Lo riferisce al Jazira citando un proprio corrispondente sul posto.

15.57 – Rasmussen: “Comando Nato per embargo navale delle armi”

Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha confermato che la Nato ha “deciso di lanciare un’operazione per imporre l’embargo sulle armi contro la Libia”. Il comando delle navi e degli aerei dell’Alleanza atlantica nel Mediterraneo centrale è affidato all’ammiraglio Stavridis. Rasmussen ha riferito che la Nato ha anche “completato i piani per imporre una no-fly zone per portare il nostro contributo, se necessario al vasto sforzo internazionale per proteggere il popolo libico dalla violenza del regime di Gheddafi”.

15.22 – Obama-Erdogan: “Missione si avvalga del comando della Nato”

Il presidente americano Barack Obama e il premier turco Tayyip Erdogan hanno concordato che i “contributi nazionali” per l’attuazione della risoluzione 1973 sulla Libia “sono resi possibili dalle capacità di controllo e dal comando unico e multinazionale della Nato”. Lo ha reso noto la Casa Bianca. I due premier hanno convenuto che è opportuno che l’intervento militare in Libia si avvalga delle “capacità uniche della Nato di comando multinazionale e di controllo, così da assicurarne la massima efficacia”. Lo hanno reso noto fonti della Casa Bianca, nel dar conto di una telefonata di Obama dall’America latina, in cui è emerso un sostegno al passaggio di Alba dell’Odissea sotto il comando dell’Alleanza atlantica. I due leader hanno concordato sulla necessità che la missione in Libia “si fondi su un impegno internazionale a base ampia, comprendente anche gli Stati arabi, per applicare e imporre l’osservanza delle risoluzioni delle Nazioni Unite, fondato sui singoli contributi nazionali e reso possibile dalle capacita’ uniche della Nato di comando multinazionale e di controllo, così da assicurarne la massima efficacia”. Erdogan ha riconosciuto le potenzialità garantite dall’Alleanza Atlantica, di cui la stessa Turchia fa parte, ma non ha voluto discutere natura e portata di un eventuale coinvolgimento di Ankara nelle operazioni in Libia e ha puntualizzato inoltre che queste non debbono travalicare i limiti delle risoluzioni Onu. L’Amministrazione Usa sta cercando di trasferire ad altri il comando delle operzioni finora assunto essenzialmente da Washington nell’intervento contro il regime di Muammar Gheddafi. Molti alleati europei, tra cui l’Italia, vorrebbe fosse appunto affidato alla Nato.

15.02 – Scalo d’emergenza a Creta per 3 jet militari del Qatar

Atterraggio d’emergenza a Cipro per tre aerei militari del Qatar, due Mirage e un C-17, diretti in Grecia per partecipare all’operazione Alba dell’Odissea sulla Libia. Nicosia, che non ha aderito alla coalizione dei volenterosi, ha dapprima negato l’atterraggio ma poi lo ha concesso quando e’ stato fatto presente che i velivoli stavano finendo il carburante. Il portavoce del governo, Stefanos Stefanou, ha spiegato che “in base alle norme internazionali l’aviazione civile ha il dovere di autorizzare l’atterraggio per il rifornimento di carburante”. I tre velivoli sono atterrati all’aeroporto civile di Larnaca, da dove sono ripartiti subito per la base americana di Souda, sull’isola greca di Creta. Il Qatar, unico Paese arabo ad aver aderito alle operazioni militari sulla Libia, ha messo a disposizione quattro aerei per fare rispettare la No fly zone come richiesto dalla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza Onu.

14.32 – Rimorchiatore, padre di un marittimo: “Stanno tutti bene”

”Ho sentito mio figlio al telefono poco prima di mezzogiorno solo per pochi minuti, giusto il tempo per dirmi che sta bene e di tranquillizzare tutti sulle condizioni di salute degli altri uomini dell’equipaggio”. Lo ha riferito all’Ansa Salvatore Arena, padre di Antonino, uno dei tre marittimi di Pozzallo imbarcati sul rimorchiatore Asso 22, che oggi si trova di nuovo nel porto di Tripoli dopo essere stato bloccato da militari libici.
“Mio figlio – ha aggiunto Arena – ha tenuto a precisare che i sequestratori si sono comportati bene, senza ricorrere alle maniere forti. Ho chiesto qual è la situazione sul rimorchiatore e Antonino è stato esplicito: ‘Papà, stai tranquillo perchè stiamo tutti bene”. I familiari dei tre marittimi imbarcati sul rimorchiatore – Antonino Arena. Salvatore Boscariono e Giorgio Coppa – questa mattina hanno incontrato nel municipio di Pozzallo i rappresentanti delle istituzioni – oltre al sindaco Giuseppe Sulsenti, il prefetto di Ragusa Francesca Cannizzo, e i vertici provinciali delle forze dell’ordine – che hanno espresso la loro solidarietà e ribadito l’interessamento per una rapida conclusione della vicenda.

14.28 – Tornati alla base i sei Tornado italiani

E’ durata poco meno di tre ore la missione dei sei Tornado italiani decollati oggi, dalle undici, dalla base militare di Trapani Birgi che ospita il 37esimo stormo dell’Aeronautica militare. I primi due Tornado, quelli usati per il
rifornimento in volo, sono tornati alla base poco dopo mezzogiorno, poi gli altri due e pochi minuti fa gli ultimi due, tutti Ecr. Il Tornado Ecr è specializzato nella distruzione delle difese aeree grazie ai missili Agm-88 Harm. Lungo quasi 17 metri, per sei metri di altezza, è dotato di missili aria-aria Aim-9L Sidewinter e di un cannone da 27 millimetri. Dalla base militare non trapela nulla sulla destinazione che hanno raggiunto i sei velivoli.

14.19 – La Nato farà rispettare l’accordo sull’embargo delle armi alla Libia

La Nato farà rispettare l’embargo sulle armi alla Libia previsto dalla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Un accordo in tal senso sarebbe stato raggiunto in sede di rappresentanti permanenti nel Consiglio Atlantico, riunito oggi nel quartier generale dell’Alleanza atlantica. Lo riferiscono fonti qualificate.

14.15 – Usa, Obama sotto accusa per intervento americano

Circa la metà degli elettorirepubblicani americani, ma anche un terzo di quelli democratici, disapprovano il modo in cui il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha gestito l’intervento Usa in Libia.
Lo ha rilevato un sondaggio della CBS, che conferma nei numeri quanto già emerso in Congresso, dove molti parlamentari di entrambi gli schieramenti hanno criticato Obama per non aver preventivamente informato il Parlamento prima di dare l’ordine alle truppe di intervenire in Libia. Il sondaggio ha rilevato che il 41% degli elettori repubblicani, ma anche 33% di quelli democratici disapprovano il comportamento di Obama. Il 43% degli elettori repubblicani dicono invece di approvare l’intervento, così come il 66% di quelli democratici.
Molti parlamentari di entrambi gli schieramenti hanno comunque chiesto che Obama si presenti al Congresso per riferire nei dettagli le ragioni, gli obiettivi e i limiti della missione Odyssey Dawn.

14.11 – Ue: “Non abbiamo una posizione su attacchi al bunker di Gheddafi”

L’Ue non prende posizione sui raid compiuti dalla ‘coalizione dei volenterosì contro il bunker di Muammar Gheddafi a Tripoli. “Non abbiamo una posizione su questo”, ha affermato il portavoce dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton, spiegando che “il nostro ruolo è diverso”. Per Bruxelles, ha precisato il portavoce, Michael Mann, “l’importante è che la risoluzione Onu sia adottata e rispettata da tutti” e il compito della Ashton in questo senso è di assicurare che l’Ue eserciti pressione politica sul regime di Gheddafi, pressione economica con l’estensione delle sanzioni e che si impegni per l’assistenza umanitaria anche con un “possibile piano di intervento militare Ue se necessario”.

14.10 – Decollati altri due nostri F16 da Trapani

Decollati pochi istanti fa dalla base militare di Trapani Birgi altri due F16 italiani. Non si conosce la loro destinazione.

14.06 – Francia: “L’Onu potrebbe discutere la richiesta della Russia per una tregua”

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu potrebbe discutere giovedi’ la richiesta della Russia di un cessate il fuoco in Libia. Lo ha rivelato il ministero degli Esteri francese. “Posso supporre che Mosca sollevi la questione”, ha detto il portavoce del Quai d’Orsay.

14.01 – Altri decolli dalla base di Aviano

Ancora decolli di F 16 questa mattina dalla base Usaf di Aviano (Pordenone) con destinazione Libia, ma con riserbo assoluto su obiettivi e compiti affidati ai piloti. Giunti frattanto di rinforzo all’aeroporto anche altri jet F 18 modificati per la guerra elettronica e F 15. La presenza aerea in pratica aumenta ogni giorno e oggi ad Aviano sono fra gli 80 e i 90 i velivoli schierati. La base intanto rimane completamente inaccessibile a operatori, stampa e lavoratori media con la sicurezza rafforzata sugli obiettivi sensibili vicini. Domattina il prefetto Pierfrancesco Galante presiedera’ un nuovo incontro con le forze dell’ordine allargato anche ai vertici della Brigata ”Ariete” e ai quattro sindaci interessati alla presenza della base: Aviano, Rovereto in Pieno, San Quirino e Fontanafredda.

13.54 – Amnesty consegna raccolta firme a Frattini: “No a violenze”

Una delegazione della Sezione italiana di Amnesty International, guidata dal presidente Christine Weise, ha incontrato questa mattina il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in relazione alla crisi dei diritti umani in Libia. La delegazione ha consegnato al ministro le ultime 3.400 di oltre 13.000 firme raccolte dall’associazione, nelle ultime settimane, a sostegno di un appello per porre fine alle violenze in Libia. La presidente Weise, si legge in una nota di Amnesty, ha manifestato apprezzamento per il dialogo sviluppatosi negli ultimi mesi tra la Farnesina e Amnesty International riguardo alla situazione dei diritti umani in Libia, sottolineando come, in occasione dell’esame periodico universale del Consiglio Onu dei diritti umani, l’Italia abbia fatto “importanti raccomandazioni alla Libia”. Inoltre, Amnesty International ha accolto con favore la recente evacuazione umanitaria, da parte italiana, di 110 cittadini stranieri dalla Libia e altre iniziative a carattere umanitario. Nel corso dell’incontro, la delegazione di Amnesty International ha ricordato le proprie preoccupazioni per le perduranti violazioni dei diritti umani in Libia, acutizzatesi in occasione dell’attuale crisi, come documentato dai ricercatori dell’organizzazione. “In questo frangente è fondamentale tenere aperte le frontiere per le persone in fuga dal conflitto”, ha affermato Amnesty International, che ha precisato di aver chiesto ai governi dell’Unione europea di condividere le responsabilità che ne derivano, in una “gara di solidarietà adeguata e coerente ai bisogni umanitari che la situazione in Libia rende stringenti”.

13.39 – Ministro Gran Bretagna non esclude intervento di terra

Londra, per voce del ministro alle Forze Armate, Nick Harvey, equivalente di un sottosegretario, non esclude un intervento di terra delle truppe britanniche in Libia. “Non credo che in questa fase possiamo prevederlo o escluderlo del tutto”, ha detto Harvey parlando con la Bbc, pur rilevando che un eventuale intervento di terra non sarebbe di “dimensioni significative”. Harvey ha comunque sostenuto che la cacciata di Gheddafi non è l’obiettivo della campagna militare, sebbene questo sia “l’obiettivo politico del governo britannico”.

13.18 – Francia: “Su ruolo Nato no a polemiche artificiali”

“Non creiamo polemiche artificiali” sul ruolo della Nato in Libia. Lo ha detto nel corso di una conferenza stampa a Parigi la portavoce del ministero degli Esteri francese, Christine Fages. La Francia, ha ribadito, non esclude “un contributo” della Nato in Libia.

13.13 – Giovedì dibattito alla Camera

 Giovedì mattina l’aula della Camera sarà impegnata nel dibattito e successivamente nel voto delle risoluzioni sulla crisi in Libia. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo della Camera. L’Idv, ha riferito il vice capogruppo Antonio Borghesi, ha chiesto la diretta televisiva del dibattito “ma la maggioranza e l’Udc mi sono sembrati dubbiosi”. Fabrizio Cicchitto conferma: “Non ci sembra opportuno. Che facciamo stiamo sempre in diretta tv?”, ha tagliato corto il presidente dei deputati pidiellini. Il Pd, invece, ha sottolineato la necessaria presenza in aula di Berlusconi. “Non è solo la situazione in Libia a richiederlo, ma è la condizione particolare in cui si è cacciato il governo italiano, con tutte le posizioni contraddittorie che ha finito per assumere. C’è un ministro della Difesa che ha una sua linea, il ministro degli Esteri che ha un approccio diverso, Berlusconi che ieri sera si è dichiarato addolorato per Gheddafi. Quindi – ha concluso il vice capogruppo Michele Ventura – ci sembra necessario che sia il presidente del Consiglio a dover fare una sintesi”.

13.01 – Russia invoca il cessate il fuoco immediato

Il ministro della Difesa russo, Anatoly Serdyukov, ha chiesto un immediato cessate il fuoco e l’avvio di negoziati politici in Libia. “Purtroppo gli ultimi eventi dimostrano che nel Paese c’è stata una vera e propria offensiva che si è tradotta nel danneggiamento di strutture civili e nell’uccisione di civili”, ha affermato Serdyukov al termine di un incontro a Mosca con il segretario alla Difesa americano, Robert Gates. “Questo è inaccettabile”, ha avvertito.

13.01 – Domani dibattito al Senato

Il dibattito sulla Libia in Senato si terrà domani pomeriggio. Lo hanno detto il vicecapogruppo del Pd, Luigi Zanda, e il capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, al termine della riunione dei capigruppo del Senato. Zanda riferisce che il governo ha dato la disponibilità per la presenza in aula del ministro Franco Frattini, ma il Pd chiede che a riferire sia direttamente il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Per questo, aggiunge Zanda, “il voto sul calendario è rimasto in sospeso, se non viene Berlusconi votiamo contro”.

12.43 – Napolitano: “Comando Nato è soluzione più appropriata”

Il Presidente Giorgio Napolitano ha ribadito “l’esigenza imprescindibile sostenuta dall’Italia, in piena sintonia con Stati Uniti, Regno Unito ed altri alleati, di un comando unificato, osservando che la Nato rappresenta la soluzione di gran lunga più appropriata”. E’ quanto si legge nel comunicato del Quirinale sull’incontro avuto con la delegazione parlamentare americana guidata da Nancy Pelosi. Napolitano “ha avuto oggi un incontro informale con una delegazione bipartisan della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, guidata da Nancy Pelosi, che (reduce da una visita in Afghanistan) ha espresso vivo apprezzamento per il ruolo svolto dall’Italia fin dall’inizio dell’impegno in Afghanistan e più di recente per il ruolo guida nell’addestramento delle forze di sicurezza afghane assunto dai nostri Carabinieri. Nell’occasione, relativamente alla crisi libica, Nancy Pelosi – si legge ancora nella nota della presidenza della Repubblica – ha messo in evidenza la funzione cruciale che spetta all’Italia nell’attuazione della risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: posizione risultata pienamente condivisa dal membro del Congresso John Mica, rappresentante della maggioranza repubblicana, e dagli altri componenti della delegazione”. “Il Presidente Napolitano ha ribadito l’esigenza imprescindibile sostenuta dall’Italia, in piena sintonia con Stati Uniti, Regno Unito ed altri alleati, di un comando unificato, osservando che la Nato rappresenta la soluzione di gran lunga più appropriata. Il Capo dello Stato, nell’auspicare il massimo di chiarezza, coerenza ed efficacia nello sviluppo dell’azione decisa verso la Libia, ha richiamato le conclusioni del Consiglio Supremo di Difesa dello scorso 9 marzo, ricordando – conclude la nota – che l’intervento in corso, al quale l’Italia partecipa a pieno titolo, si fonda sulle prescrizioni del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite volte a garantire risposte anche militari ad ogni violazione o minaccia per la pace e la sicurezza internazionale”.

12.16 – Maroni: “Regioni pronte ad accogliere 50 mila immigrati”

Da regioni, provincie e comuni c’è stata adesione alla richiesta di accogliere fino a 50mila migranti, “un numero molto realistico”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al termine di un incontro con i presidenti di regioni, Anci ed Upi. Il piano, ha aggiunto Maroni, “lo stiamo mettendo appunto e sarà presentato nei prossimi giorni. Nella distribuzione dei migranti terremo conto del numero di abitanti per ciascuna regione”.

11.23 – Bombardamenti su Misurata: 40 morti e 100 feriti

E’ di 40 morti e 100 feriti il bilancio degli scontri in corso da questa mattina nella città di Misurata, circondata dalle forze di Muammar Gheddafi. Lo ha annunciato il portavoce del Consiglio nazionale libico alla tv satellitare al-Arabiya. “Le brigate di Gheddafi continuano a sparare – ha affermato – ed usano i civili come scudi umani”. Altrettanto allarmanti sono le notizie riportate dal portavoce dei ribelli libici di Misurata, Saadun al-Misurati, che parlando alla tv araba Al-Jazeera ha spiegato: “Stiamo vivendo in città un dramma umanitario. I carri armati continuano in questi minuti a sparare verso la piazza centrale, mentre i cecchini sparano lungo via Tripoli”.

11.08 – F15 Usa precipita: pilota salvato dai ribelli

Un aereo Usa, modello F-15E Eagle, è precipitato in un campo in Libia. A riferirlo è un reporter del Telegraph, secondo cui il velivolo potrebbe essere caduto la scorsa notte. Secondo il giornalista, il pilota è stato soccorso e messo in salvo dai ribelli.

10.44 – Nuovi attacchi e bombardamenti forze Gheddafi su Misurata: 40 morti

Si registrano nuovi attacchi delle forze fedeli al colonnello Muammar Gheddafi nella città di Misurata. Lo riferisce una fonte medica alla Bbc, spiegando che “è il quinto giorno consecutivo di attacchi, gli ospedali sono pieni di feriti, non ci sono più posti liberi, in città non c’è luce, non ci sono comunicazioni da dieci giorni, non c’è acqua da più di una settimana. Subiamo ancora pesanti sparatorie, la situazione è grave – ha proseguito la fonte – La comunità internazionale deve prendersi le sue responsabilità. Da ieri sono arrivati in ospedale 125 feriti, tra cui un’intera famiglia con quattro figli piccoli, colpiti in macchina mentre cercavano di fuggire. Le nostre scorte mediche si stanno esaurendo, non siamo più in grado di far fronte alla situazione”. Dei testimoni riferiscono invece di un bombardamento di artiglieria in corso sulla città libica ancora in mano agli insorti. A sparare sono i cannoni dei carri armati delle forze fedeli a Gheddafi. “Qui la situazione è molto brutta. I carri armati hanno iniziato a cannoneggiare questa mattina”, ha raccontato Mohammed al telefono da davanti all’ospedale cittadino. “Anche i cecchini prendono parte all’operazione. Un’auto di civili è stata distrutta e sono morti quattro bambini, il più grande dei quali aveva 13 anni”, ha detto il testimone.

10.43 – Frattini: “Minacce di Gheddafi? Su rischio terrorismo italiani siano tranquilli”

Di fronte alle minacce di un’ondata di terrorismo del colonnello Gheddafi “gli italiani possono stare tranquilli”. La rassicurazione è del ministro degli Esteri Franco Frattini. Ai microfoni di Radio anch’io Frattini ha detto che “non dobbiamo avere paura di terroristi provenienti più o meno dalla Libia”. Tutte le misure di sicurezza sono state “rafforzate” dal ministro dell’Interno Roberto Maroni e c’è lo “straordinario lavoro che sta facendo la nostra intelligence”.

9.33 – Al Jazeera: “Raid hanno colpito radar e basi difesa a Est di Bengasi”

I raid aerei condotti la scorsa notte dalle forze della coalizione internazionale hanno colpito, tra l’altro, installazioni radar e due basi di difesa contraerea a est di Bengasi. Lo riferisce l’emittente satellitare al-Jazeera. Gli arei occidentali ieri hanno colpito anche installazioni militari a Sabah, città a circa 800 km a sud di Tripoli, nota per essere una roccaforte del colonnello Muammar Gheddafi. E’ la prima volta che un attacco viene condotto così a sud.

9.21 – Frattini: “Il comando alla Nato è questione di serietà”

Il comando delle operazioni militari contro la Libia “deve passare alla Nato, è una questione di serieta’, una questione altamente politica”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini in diretta con Radio Anch’io. “Non possiamo immaginare – ha spiegato il capo della Farnesina – che ci siano comandi separati da ciascuno dei quali dipendano alcune scelte. Mi auguro che dalla riunione di oggi del Consiglio atlantico arrivi la decisione”. Il ministro ha ricordato che il premier britannico David Cameron “sostiene la posizione italiana” e ha auspicato che lo facciano “anche gli amici americani”. Con una moltiplicazione di comandi, ha spiegato ancora Frattini, “ognuno vorrebbe riassumere il controllo delle operazioni”. L’Italia “non si tira indietro, ma se sette basi dipendono dal controllo Nato non ho nulla da obiettare. Se cosi non fosse gli aerei che partiranno dalle basi italiane devono essere sotto un controllo di cui mi assumo la responsabilita’”.

9.12 – Rimorchiatore “Asso 22” in rotta verso il porto di Tripoli

Questa mattina alle 8.30, ilrimorchiatore Asso 22 ha ormeggiato nel porto di Tripoli. Lo rende noto l’armatore. L’equipaggio è stato autorizzato dai militari libici a bordo a contattare familiari e compagnia. “Confermiamo – sottolineano fonti della società Augusta Offshore – che tutti i membri dell’equipaggio stanno bene. In questi giorni l’attività di Asso Ventidue si è limitata a monitorare le coste libiche. La vicenda non può considerarsi conclusa”. L’Asso 22 si era inizialmente diretto verso un piattaforma dell’Eni poi, dopo essere stato ‘intercettatò da un elicottero della coalizione internazionale nella serata di domenica, aveva invertito la rotta dirigendosi appunto verso il porto della capitale Libica.

8.52 – Tre giornalisti occidentali arrestati in Libia

Tre giornalisti occidentali sono stati arrestati dalle forze leali a Muammar Gheddafi. Lo ha riferito il loro autista. Si tratta di due giornalisti dell’agenzia ‘France Press’, Dave Clark e Roberto Schmidt, e di un fotografo dell’agenzia Getty, Joe Raedle, dei quali si erano perse le tracce venerdi’. L’autista Mohammed Hamed ha raccontato che sabato mattina stava portando i tre da Tobruk ad Agedabia, ma poche decine di chilometri da Agedabia sono stati fermati da un convoglio di jeep e veicoli da trasporto e catturati dai soldati mentre cercavano di tornare indietro. Di loro non si avevano più notizie da venerdì. L’autista libico che ha dato la notizia, Mohammed Hamed, rientrato domenica a Tobruk, nella sua testimonianza ha detto di aver preso i tre giornalisti a bordo della suo auto la mattina del 19 marzo a Tobruk, di averli accompagnati lungo la strada che conduce ad Ajdabiya. Qualche decina di chilometri prima di entrare in quest’ultima, ha raccontato l’autista, hanno incrociata una colonna di mezzi militari libici, jeep e veicoli blindati trasporto truppe, hanno cercato di compiere una inversione a U ma sono stati bloccati dalle armi spianate di quattro militari e costretti a scendere. Dave Clark ha gridato ai militari “Sahafa!, sahafa!” (Stampa!, stampa!), ma i tre giornalisti – dice l’autista – sono stati costretti a inginocchiarsi sul bordo della strada con le mani dietro alla nuca. L’auto, insieme ad altri veicoli che sono passati nel frattempo lungo la strada, fra i quali un’ambulanza, sono stati dati alle fiamme dai militari, che hanno poi caricato i tre giornalisti su un mezzo militare verso una destinazione sconosciuta.

8.28 – Dabbashi: “In raid nessuna vittima tra i civili”

“Gli attacchi sono abbastanza precisi, non ci sono state vittime tra i civili e il morale della popolazione è molto alto”. E’ quanto ha affermato l’ex numero due della missione libica alle Nazioni Unite, Ibrahim Dabbashi, commentando i raid sulla Libia della coalizione internazionale. Dabbashi, intervistato a New York dall’emittente britannica ‘Bbc’, ha dichiarato di non ritenere il colonnello Muammar Gheddafi l’obiettivo dell’attacco missilistico di domenica al compound di Bab al-Aziziya, a Tripoli, dove c’è la residenza del leader libico. “L’obiettivo del raid era un centro di comando e armi sofisticate”, ha precisato Dabbashi. Stanotte la tv di Stato ha accusato la Danimarca di avere eseguito l’attacco. “Egli (Gheddafi, ndr) è l’obiettivo del popolo e credo che i libici se ne occuperanno – ha aggiunto – Forse riuscirà a sopravvivere per qualche giorno, ma non credo che abbia la possibilità di restare per mesi”. L’ex numero due di Tripoli all’Onu, tra i primi a schierarsi con i rivoltosi, ha infine sottolineato che la popolazione non deve più temere i raid aerei dell’aviazione di Gheddafi e che l’esercito sta muovendo verso Tripoli.

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