Mi trovavo in un negozio di dischi di periferia quando li ho ascoltati per la prima volta e, colto da un forte entusiasmo, che in seguito mi avrebbe spinto ad acquistare online il loro disco, chiesi chi fosse che stesse cantando quella canzone: Dan Michaelson and the Coastguards fu la risposta del ragazzo seduto dietro il bancone. Eh già, pensai, raramente in questi ultimi tempi ho provato entusiasmo ascoltando un pezzo di un nuovo gruppo, in grado di spingermi ad ascoltare altro nel più breve tempo possibile. E’ precisamente quello che mi è capitato ascoltando Dan Michaelson and the Coastguards.

Non li conoscevo, poi andando in Internet ho scoperto che Dan Michaelson è un giovane inglese di 34 anni, già leader degli Absentee, un gruppo di cui – ugualmente – ignoravo l’esistenza e che in seguito ha deciso di dedicarsi alla carriera da solista con ottimi risultati, dapprima pubblicando Saltwater, uscito per la Memphis Industries con la collaborazione di alcuni dei protagonisti della scena alternative (KT Tunstall, Magic Numbers e altri), e in seguito – nella prima metà del 2010 – ha dato alla luce un gioiello, Shakes (Editions Self-Released), un disco che in ogni canzone sorprende con una musica moderna e originale, ricca di riferimenti passando dal folk al pop-rock, mescolati con ingegno e creatività. Alla produzione del disco ha preso parte Valgier Sigurdsson già collaboratore di Björk, Bonnie “Prince” Billy e Sigur Rós.

Il disco ha ricevuto ottimi giudizi del tipo: “Le orecchie si accordano naturalmente al talento di Michaelson in grado di dar voce a quegli aspetti delle relazioni che normalmente restano muti. Affronta squisitamente la crudele asimmetria dell’amore, ricordando la grandezza dei Go-Betweens” e poi: “Michaelson si avvicina al genio di Leonard Cohen con quanto più gusto possibile”.

Grazie alla Rete sono riuscito a contattare Dan Michaelson e a chiedergli un’intervista che ha accettato di fare con entusiasmo.

Felice di conoscerti Dan. Potresti presentarti al pubblico italiano?
Ciao a tutti sono Dan Michaelson, il barile di whisky invecchiato 34 anni, baritono e leader dalle gambe corte dei Dan Michaelson and the Coastguards. Passo metà del mio tempo lavorando in uno studio di registrazione a Hackney, est di Londra, e per il resto del tempo mi concentro sulla mia musica. In questo modo conduco una sorta di doppia vita; è interessante vedere entrambi i lati del mondo della musica.

Come nasce la tua band?
Dopo che la mia prima band, gli Absentee, si è presa una lunga pausa, ho deciso di formare i Dan Michaelson and the Coastguards. Devo dire con sorpresa e felicità perché inizialmente avevo in mente un progetto da solista, poi gradatamente sono ritornato a una band. Con i Coastguards – Henry Spenner (batteria), Laurie Earle (piano/chitarra), Sanjay Mitra (basso), and Horse (pedal steel/chitarra) – abbiamo iniziato a lavorare al secondo disco nel gennaio 2010.
Ispirati dagli autori soul e del country classico, con Shakes abbiamo inaugurato un nuovo modo di affrontare le canzoni d’amore tracciando una linea netta nella polvere sollevata da Dan Michaelson and the Coastguards.

Sei già stato in Italia? Che immagine ne hai?
Tutto ciò che conosco dell’Italia l’ho appreso durante un viaggio di due settimane, in giro per la Puglia, godendo del paesaggio, trascorrendo un po’ di tempo nei bar e nei locali… ascoltando le radio locali mentre guidavo. Per quanto riguarda la musica, passavano canzoni di artisti come Etta James, Lee Hazlewood, Lou Reed, Carls Thomas…

Com’è la vita artistica per uno come te ai tempi di Internet?
La situazione della musica nell’era di Internet per certi versi è complicata. Penso sia fantastico perché permette di comunicare rapidamente e con facilità con chi apprezza la tua musica, ed è un bene poter ascoltare gruppi online senza dover dipendere dalle radio. Solamente… sono un po’ preoccupato da tutti questi siti di download gratuiti. Mi chiedo come pagherò per registrare il mio prossimo album.

Come nascono le tue canzoni? A cosa ti ispiri?
Le mie canzoni sono essenzialmente canzoni d’amore ma con un taglio più realistico, qualche volta sono commedie romantiche, qualche altra sono romantiche tragedie… So che in Italia il genere è molto apprezzato, credo sarebbe bello poter fare un tour da voi. Appena troviamo qualcuno disposto a realizzare una tournèe, prenoteremo il volo. Per adesso mando un caro saluto ai lettori del Fatto Quotidiano!

Per ulteriori informazioni potete recarvi sul sito della band. Come sempre, Vive le Rock!

In collaborazione con Marianna Franzosi

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