Dal consiglio provinciale di Napoli si aspettavano risposte chiare: un no risoluto alla possibile apertura di una nuova discarica nel parco nazionale del Vesuvio. Invece, no. Il presidente Luigi Cesaro, dopo gli incontri con Berlusconi, non ha fatto altro che aumentare la confusione e nascondere la realtà. Le proposte sul tavolo sono oscene. Si parla di un possibile ampliamento delle attuali discariche già in funzione, quella nel parco del Vesuvio e di Chiaiano e addirittura la possibile riapertura di discariche ormai chiuse da tempo, come Tufino, Giugliano o eventualmente Acerra.
E pensare che solo pochi giorni fa gli amministratori del Pdl, tornando dall’incontro con Berlusconi, con tanto di foto a seguito, annunciarono che la discarica nel Vesuvio non si sarebbe fatta. Cesaro, distratto dalle bugie del primo ministro, continua a dimenticare che l’ente provinciale ha la competenza sull’intero ciclo dei rifiuti e che dal 1° gennaio 2011 dovrà subentrare nella gestione a tutti i comuni della Provincia. E ad oggi dopo più di un anno dall’insediamento della Giunta non si è ancora provveduto a presentare il Piano provinciale dei rifiuti che dovrebbe rappresentare il primo punto per la definizione delle strategie da mettere in campo per affrontare alla radice il tema dei rifiuti. Luigi Cesaro, presentato come il primo passo verso il rinnovamento dopo i governi di centro-sinistra, sta diventando il simbolo del nuovo disastro ambientale e sociale.
Cesaro, al momento, ha costituito la società provinciale, paghiamo i fitti per gli uffici, paghiamo gli amministratori, ma non è dato sapere per raggiungere quali obiettivi. Dopo anni di camorra e malapolitica, i cittadini hanno il diritto di conoscere il progetto che questi signori hanno in mente, le discariche, gli inceneritori da realizzare nella zona orientale di Napoli e a Giugliano. Zone martoriate da sversamenti abusivi, in attesa ancora delle, più volte invocate, bonifiche.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez