Mangia Prega Ama. Dal libro di Elizabeth Gilbert, è il triangolo culinario-religioso-sentimentale di Julia Roberts e Javier Bardem, in sala con Sony. Almeno lo è a dar retta al titolo, ma i due attori non paiono d’accordo: l’ex Pretty Woman – a Roma è arrivata spigolosa e mal vestita stile ‘80s – alla tavola preferisce i fornelli, di religione non parla e condensa l’amore nella tajine di pollo che cucina per il marito; Bardem eclissa su forchetta e breviario, e della relazione con Penelope Cruz, incinta di quattro mesi, fa motivo di congedo: “Grazie a tutti!”.

Per fortuna, rimane il film, trasferta sul grande schermo di un bestseller da 6,2 milioni di copie solo negli States. Tranquilli, sulla fortuna stiamo scherzando: la centrifuga scelta dalla Roberts, innamorata pazza di quelle pagine, e avviata dal regista Ryan Murphy, fa a pezzetti qualsiasi istanza di realismo in favore di stereotipi triti e ritriti, che non li raccogli manco col cucchiaino. Così la Roberts, nei panni della cartacea Liz Gilbert, arriva in una Roma cristallizzata nel dopoguerra, patria della trippa e dell’Augusteo, del dolce far niente – special thanks a Luca Argentero, novello Cicerone – e del vino de li Castelli, con il tacchino del Ringraziamento servito la mattina presto a far da guest star.

Ma se sugli stereotipi la Roberts si dimostra comprensiva – “Vengo dal sud degli Stati Uniti, ne so qualcosa” – viceversa Bardem prima s’inalbera – “Non dite che li difendo, non è vero” – poi precisa, e si fa per dire: “Qui avete molto amato (?) Vicky Cristina Barcelona, da noi non lo può vedere nessuno e così succederà a Biutiful (il film ambientato tra le ramblas di Inarritu, che a Cannes ha consacrato Bardem miglior attore, ex-aequo con il nostro Germano, ndr); io penso che Match Point sia un capolavoro, ma gli inglesi non possono soffrirlo”. Insomma, mogli e film dei paesi tuoi: Bardem concorda a metà (vedi Cruz), perché tra qualche settimana lo aspetta l’americano Terrence Malick. E, sì, sarà un’altra storia d’amore…

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