A volte ritornano. A volte vengono pure rieletti. Hai un bel dire che il mancato ricambio della classe dirigente politica è anche colpa della legge elettorale, coi parlamentari nominati dalle segreterie dei partiti. Poi arriva una competizione dove finalmente puoi esprimere delle preferenze e la Campania che fa? Ti spedisce all’europarlamento Andrea Cozzolino, Ciriaco De Mita e Clemente Mastella. Il primo, il braccio destro di Bassolino, ha retto i cordoni della borsa della Regione e del bassolinismo, quattro anni a gestire i finanziamenti per le imprese senza riuscire a frenare il calo dell’occupazione. Gli altri due navigati reduci della Prima Repubblica credevamo di esserceli tolti di torno alle politiche del 2008, quando Veltroni cacciò De Mita dalle liste Pd e Berlusconi si rimangiò una promessa e non gratificò Mastella, l’assassino del governo Prodi, di un posto nella compagine Pdl.

Ma De Mita ha trovato rifugio in Casini e nell’Udc, utilizzata per rilanciare in loco la politica dei due forni. E dopo aver vinto le elezioni provinciali intruppato nel centrodestra, ora tende la mano al centrosinistra per le prossime elezioni regionali, per ricostruire l’asse con Bassolino che ha retto la Campania negli ultimi 10 anni.

Mentre Mastella, l’ex pupillo di De Mita, del quale fu portavoce e factotum, i due forni li riempie di legna ogni giorno. Lo statista di Ceppaloni ha trovato posto nel Pdl nella corsa a Strasburgo, e da allora l’Udeur si sta alleando ovunque col centrodestra. Ma la moglie continua a occupare lo scranno di presidente del consiglio regionale in quota Udeur-centrosinistra.

Con il ritorno di Mastella, ci siamo dovuti sorbire la riesumazione del festival di Sanremo del chiacchiericcio politico estivo. Ovvero la Festa del Campanile di Telese Terme (Benevento), settembrino happening dove si discute di tutto e non si risolve niente, ombelico del mondo della politica che si autocelebra e si parla addosso. L’edizione del 2008 non venne svolta, causa coma quasi irreversibile dell’Udeur, agonizzante dopo non essere riuscita nemmeno a formare una lista per le politiche e in preda a un’emorragia di dirigenti e militanti che pareva inarrestabile. Invece no. L’Udeur ora è viva e lotta insieme a noi. Certo, la Festa di Telese stavolta è stata povera, breve di durata, spartana negli allestimenti e nel contorno. Nulla di paragonabile ai lustri e ai fasti degli anni scorsi, allietati dalle incursioni di Benigni e dalle visite di Berlusconi e Veltroni, intervistati da accomodanti direttori e giornalisti che evitavano con attenzione le domande scomode, forse perché annebbiati e satolli per il pranzo di poche ore prima. Per dire: Berlusconi aveva annunciato una telefonata e alla fine non ha fatto nemmeno quella.

E allora l’appuntamento clou della kermesse è stato il dibattito di sabato 5 settembre, quando gli europarlamentari di cui sopra si sono confrontati su “Elezioni regionali del 2010 – La Regione Campania al centro dell’agenda politica italiana”. Abbiamo ritrovato sullo stesso palco Cozzolino, De Mita e Mastella. Tre leader che hanno governato e per interposte persone ancora governano territori che annaspano nella disoccupazione e nel degrado. Cosa avranno detto di interessante? Hanno illustrato in che modo intendono mettere la Campania al centro dell’agenda, se peraltro in questi ultimi cinque, dieci, venti anni già lo hanno fatto, coi risultati che tutti sappiamo? Mah.

La discussione, in politichese, si è concentrata su nomi e alleanze. Con De Mita a recitare la parte “della zita che non si sposa non perché non abbia pretendenti, ma perché non ha la dote”, metafora contadina con la quale ha spiegato perché non ha ancora deciso da quale parte stare. E con Mastella che gli ha chiesto se vuole essere lui il candidato alla presidenza della Regione per il dopo Bassolino. Forse è questa la dote chiesta da De Mita per ‘maritarsi’?

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