Prima accusato di parlare di sesso con gli alunni, poi rimasto senza incarico. E’ guerra tra l’insegnante di religione Giovanni Siotto, 33 anni, e il vescovo di Nuoro monsignor Mosè Marcia. Il teologo, finito sotto i riflettori nello scorso febbraio perché accusato dalla curia di fare educazione sessuale durante le sue lezioni, ora ha denunciato l’ufficio Irc (Insegnamento della religione cattolica) per “mobbing, abuso d’ufficio e per una gestione ‘farlocca‘ delle nomine”. Una denuncia partita dopo il mancato rinnovo dell’incarico da parte della Chiesa locale, ritenuto dall’insegnante niente meno che una punizione.

Il giovane professore punta il dito contro le nomine fatte e l’atteggiamento dei vertici della curia nei suoi confronti, dopo i fatti dello scorso anno scolastico, quando era stato messo alla berlina per aver letto in classe due testi: “Ho 12 anni e faccio la cubista mi chiamano principessa” e “Facciamolo a skuola”. La ruggine tra monsignor Marcia e Siotto risale a quell’epoca: l’insegnante si era trovato a dover fare i conti con un gruppo di genitori che si sarebbero rivolti al vescovo per chiedere un intervento. E, secondo La Nuova Sardegna, il monsignore si sarebbe schierato con i genitori con una posizione netta: “Non è suo compito fare educazione sessuale”.

Da parte sua il teologo si era difeso anche davanti agli ispettori del Miur: “Ho solo consigliato l’acquisto di quei testi invitando i ragazzi a leggerli in famiglia con mamma e babbo, senza obbligare nessuno. Tra l’altro ho saputo che gli stessi testi sono stati fatti leggere lo scorso anno alla scuola media di Oniferi senza alcun problema”. Dopo mesi, Siotto è convinto di essere stato punito: “Il 1 settembre mi sono presentato per avere il mio posto all’ufficio scuola della diocesi, ma altri docenti avevano già firmato il contratto. A fine agosto avevo cercato di contattare i vertici della diocesi ma non li ho trovati. In questi mesi hanno agito nell’ombra, non hanno mai accettato il confronto con me. Non si sono fatti vedere, si sono nascosti. Mi hanno messo in cattiva luce, eppure dal 2016 gli insegnanti di religione per entrare in una scuola italiana devono avere dei titoli teologici e nel Nuorese solo in tre possediamo quei requisiti”.

Secondo il professore, che sabato si è recato dai carabinieri di Nuoro per presentare un esposto di tre pagine dove racconta una complessa e intricata vicenda, il 1 settembre nessuno si sarebbe fatto vivo per rinnovare il contratto: “All’ufficio insegnamento della religione cattolica quel giorno si sono dileguati e non si sono fatti vedere, ma si sono spartiti le cattedre come volevano”. Il professore nell’esposto sostiene di essere stato al centro di una propaganda contro la sua persona e di non avere avuto la possibilità di visionare della documentazione a suo carico: “Hanno provato in tutti i modi – scrive il professore nella denuncia– a destabilizzarmi. Li avevo anche avvisati che li avrei denunciati”.

Ora Siotto è rimasto senza lavoro e senza speranza. “In queste ore nessuno mi ha chiamato, nessuno dalla curia – spiega il professore – mi ha interpellato. Io li ho cercati ma nulla da fare”.
Impossibile anche per il Fattoquotidiano.it nella giornata di lunedì parlare con qualcuno dell’ufficio scolastico regionale o della curia per avere la loro versione dei fatti: il telefono fino a tarda sera suonava a vuoto.

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