La decisione della giunta lombarda è di due settimane fa. Ma è stata fatta passare in sordina, tanto che l’avvicendamento deciso ai vertici di Finlombarda è passato inosservato. Francesco Acerbi, rimasto coinvolto nell’indagine della procura di Milano sulla società finanziaria che fa da cassaforte alla Regione, non è più il direttore generale. Al suo posto è stato nominato Filippo Bongiovanni. Un lungo passato nella guardia di finanza, per la quale è stato anche comandante della compagnia di Lodi, Bongiovanni ha già ricoperto diversi ruoli apicali in Regione e dal 2015 era direttore generale di éupolis, l’istituto di ricerca e statistica della Regione. Si tratta del quinto avvicendamento in sei anni al vertice di Finlombarda, il quarto se si prendono in considerazione solo gli ultimi due. Una situazione che certo non favorisce la continuità operativa della società, che tra i suoi scopi ha quello di finanziare le imprese lombarde e di gestire la liquidità della Regione.

Sull’ultimo cambio ha pesato l’inchiesta della procura di Milano che nei mesi scorsi ha portato alle perquisizioni del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Varese nella sede di Finlombarda. Al centro delle indagini una serie di finanziamenti concessi a imprese che secondo gli inquirenti non avevano i requisiti per ottenerli. Tra la documentazione acquisita dai finanzieri anche quella relativa all’utilizzo dei fondi provenienti da una linea di credito da 200 milioni concessa a Finlombarda dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). Tra gli indagati anche Acerbi, che prima di essere nominato direttore generale nel luglio del 2016 era direttore finanziario. Per lui le ipotesi di reato sono di corruzione e truffa aggravata.

Acerbi, pur rimanendo in Finlombarda, lascia il ruolo di direttore generale. Una decisione che l’assessore regionale all’Economia Massimo Garavaglia, raggiunto al telefono da ilfattoquotidiano.it, spiega come una scelta di “prudenza” conseguente alle indagini: “Nel dubbio, ci è sembrato corretto evitare di assumere posizioni rigide e fare un minimo di avvicendamento”. Al suo posto, come detto, è stato chiamato Bongiovanni, che dovrà gestire una fase delicata, visto che dovrà portare a compimento la corretta attuazione delle procedure che conseguono all’iscrizione ottenuta il mese scorso da Finlombarda nell’albo degli intermediari finanziari. Benché Bongiovanni non abbia alle spalle un’esperienza manageriale in istituti finanziari, Garavaglia assicura che sono rispettati i requisiti di professionalità di cui devono essere in possesso per legge i vertici delle società di intermediazione finanziaria: “Siamo vigilati dalla Banca d’Italia, del resto”.

Sulla stessa linea la lettura che le opposizioni danno dell’avvicendamento. “La nomina del dottor Bongiovanni è chiaramente difensiva, visto l’ultimo grave scandalo che ha interessato Finlombarda – dice il capogruppo del Pd in Regione Enrico Brambilla – non dimentichiamo che prima della finanziaria regionale, il nuovo direttore generale era stato chiamato a dirigere éupolis, il centro di ricerca finito nello scandalo che aveva portato in carcere il presidente della commissione sanità del Pirellone Fabio Rizzi. È chiaro che in un tempo normale a capo della finanziaria ci dovrebbe andare un manager esperto di quel settore, ma evidentemente Maroni ha troppa paura di un nuovo scandalo in campagna elettorale e ha scelto un normalizzatore. Speriamo si dimostri una scelta azzeccata”. Ed ecco Stefano Buffagni del M5S: “Con la nomina di Bongiovanni, Maroni ha commissariato Finlombarda. Il suo obiettivo è difendersi dalle procure, visto che la cassaforte della Lombardia è travolta da inchieste, e non aiutare le imprese lombarde e lo sviluppo. Sono mesi non si erogano fondi per le nostre imprese”.

In effetti negli ultimi tempi diversi progetti di Finlombarda sono andati avanti al rallentatore. Una situazione che si aggiunge a quanto emerso nei mesi scorsi dai bilanci, con buona parte della liquidità disponibile che era stata investita in obbligazioni bancarie piuttosto che in piccole e medie imprese lombarde.

@gigi_gno

AGGIORNAMENTO

Segnaliamo che, in data 4 marzo 2019, il Gip presso il Tribunale di Milano ha disposto l’archiviazione nei confronti, tra gli altri, di Francesco Acerbi.

IL DISOBBEDIENTE

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