​E’ stato presentato oggi alla stampa il Libro bianco sulla comunicazione digitale, uno sforzo congiunto fatto da ben otto associazioni di categoria (Assocom, FCP, Fedoweb, Fieg, Iab Italia, Netcomm, Unicom e Upa) per offrire al mercato maggiore conoscenza e trasparenza sul mondo del digitale, un mondo che vive una crescita ed un evoluzione costanti che non consentono, spesso, di comprenderne tutte le implicazioni e le sfaccettature.

​Il fatto che otto associazioni, che rappresentano interessi così diversi e spesso contrapposti tra loro, dagli investitori alle agenzie creative, dalle agenzie media agli editori, dalle concessionarie alle società di ad tech e di e-commerce e merchant, abbiano deciso di lavorare insieme per fornire una serie di linee guida utili a tutto il mercato ​è un passo unico al mondo e il lavoro che ne è scaturito ha come intento quello di fornire una fotografia della situazione attuale su sei temi principali.

​Io sono uno dei 31 professionisti che ha partecipato alla stesura del Libro bianco e vi assicuro che mettere d’accordo punti di vista diversi e mettere da parte la concentrazione sul proprio business per elevarsi ad uno sguardo d’insieme, non è stato sempre semplice. ​Oggi, il presidente dell’Upa, nel presentare l’iniziativa ha definito il Libro bianco una guida reale per gli spazi virtuali, eh si perché il digital è innovativo, competitivo, misurabile, ed è assolutamente più concreto del mondo virtuale che rappresenta.​

I temi trattati all’interno del Libro bianco sono:

 viewability sia a livello di regole generali che come criteri, suggerendo anche un elenco di misuratori indipendenti e di report standard da adottare;
– trasparenza della filiera, con particolare attenzione al mondo del programmatic advertising, che rappresenta l’innovazione e il cambiamento più recente ma al tempo stesso più complesso in questo mercato;
 user experience attraverso la misurazione condivisa degli ad blocker e lo studio delle motivazioni che portano gli utenti ad installarli;
ad fraud, brand safety e brand policy per iniziare un percorso di lotta alle frodi e ai finanziamenti illeciti attraverso forme di advertising poco chiare e sperando che si tenda sempre più ad investire in contenitori di qualità dove le frodi sono bloccate sul nascere e dove i contenuti sono sicuri e di qualità;
 investimenti pubblicitari, per offrire una sintesi e un punto di riferimento per chi investe che deve avere sempre di più informazioni attendibili, corrette e condivisibili.

Ricordiamoci che il complesso mondo del digitale non è solo informazione, portali, social e ricerca ma è anche e sempre di più e-commerce, un comparto che varrà nel 2017 oltre 23 miliardi di euro e che interessa un indotto di 40mila aziende coinvolte che vendono online a 21 milioni di consumatori che comprano ormai connettendosi da qualsiasi device (il 30% degli acquisti viene infatti ormai effettuato da smartphone).​

Il Libro bianco vuole essere quindi un vademecum utile, una mappa di regole generali destinata a tutta la industry. Il Libro bianco non impone nulla, ma fornisce al mercato delle regole condivise, applicando le quali ci potrà essere, da oggi in poi, maggiore trasparenza e consapevolezza da parte di tutti gli attori coinvolti.

Proprio grazie alla consapevolezza che questo mercato è in evoluzione costante, la versione presentata oggi subirà costanti aggiornamenti e revisioni grazie ad un tavolo di lavoro permanente che si riunirà ogni sei mesi per lavorare sui cambiamenti continui del mercato. E’ già allo studio un settimo capitolo che riguarda la trasparenza d’uso dei dati personali e che verrà rilasciato a breve perché legato alle nuove regole sulla privacy a livello europeo che entreranno in vigore nel 2018.

In un mercato così complesso e variegato questo è sicuramente un primo passo per stabilire delle regole comuni, per spiegare dei fenomeni emergenti, per lavorare in fieri sui costanti cambiamenti del digital che sicuramente farà bene al mercato e ai suoi operatori.

E’ da notare che i colossi del web, i cosiddetti Ott non hanno ufficialmente partecipato alla stesura del libro bianco, ma, tramite il ​presidente di Upa, Sassoli de Bianchi hanno dato la loro adesione di massima all’iniziativa, anche se , come sempre, per le loro regole internazionali non possono mai ufficialmente aderire a progetti di questo genere.

Potete scaricare la versione digitale del Libro bianco sulla Comunicazione digitale qui. Se lavorate nel settore è sicuramente una lettura interessante!​

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