Le Regioni alzano le barricate contro le nuove tariffe degli abbonamenti all’Alta Velocità di Trenitalia. Raffaele Donini, assessore regionali ai trasporti in Emilia Romagna, ha scritto una lettera all’amministratore delegato della società delle Ferrovie, Barbara Morgante, chiedendo di “ritirare gli aumenti”. “Proprio dai pendolari – ha scritto l’assessore – apprendo delle variazioni tariffarie: un aumento di prezzo del 35% che diventa del 20% se il pendolare rinuncia alla facoltà di viaggiare il sabato e la domenica”. Sospendere gli abbonamenti annunciati da Trenitalia è quanto chiede anche Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, rivolgendosi direttamente al ministro dei Trasporti Graziano Delrio. E la polemica diventa anche politica, con il senatore dem Daniele Borioli che ha definito “sconcertanti” le parole dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini, a Repubblica: “I prezzi degli abbonamenti sono ancora molto bassi”.

Donini, oltre a chiedere il ritiro immediato del provvedimento, ha sottolineato “quanto sia stata negativa la mancanza di una consultazione preventiva su questo argomento: sia per il numero dei cittadini coinvolti, sia per la rilevanza degli importi in gioco per ognuno di essi”. “Trenitalia – sottolinea l’assessore – ha apportato un generalizzato aumento nei prezzi della formula base, quella che fino ad oggi è stata l’unica disponibile e che continuerà ad essere quella maggiormente utilizzata”. “Gli aumenti – gli fa eco Chiamparino riferendosi alla situazione piemontese – sono fortemente penalizzanti per chi si reca nel capoluogo lombardo per lavoro o per studio”. Anche il governatore piemontese, scrivendo a Delrio, si è lamentato di “avere appreso di questi aumenti non direttamente dall’operatore ma dai comitati dei pendolari”.

Borioli, componente della Commissione Lavori pubblici e Trasporti al Senato, si è rivolto invece direttamente a Mazzoncini: “Le sue affermazioni sul tema degli abbonamenti per i pendolari dell’alta velocità sono sconcertanti”. “L’entità dell’aumento – ha scritto il senatore del Pd in una nota – risulta per gli attuali abbonati l’estromissione di fatto dalla possibilità di accedere al servizio o, nella migliore delle ipotesi e per centinaia di famiglie, il carico di una vera e propria tassa aggiuntiva di oltre mille euro all’anno”. Trenitalia, ha aggiunto Borioli, “è e resta l’azienda di Stato, ha ricevuto per decenni il beneficio di essere monopolista del trasporto ferroviario italiano”. “Che in questo quadro – ha sottolineato – gli unici soggetti che paiono lontani dell’attenzione del capo delle Ferrovie dello Stato siano i pendolari italiani, per i quali solo ha senso l’esistenza di un’azienda ferroviaria pubblica, risulta non solo paradossale ma addirittura contrario alle priorità del servizio pubblico”.

Mazzoncini, in un’intervista a Repubblica, ha sostenuto che i prezzi degli abbonamenti all’Alta Velocità “sono stati rimodulati per venire incontro alle esigenze di tutti: dei pendolari, grazie alla differenziazione per fasce e giornate di viaggio, dei clienti non abbonati che spesso non trovano posto e dell’impresa di effettuare un servizio che sia in equilibrio economico”. Poi l’affermazione che ha fatto saltare sulla seggiola il senatore Borioli: “Sottolineo che i prezzi degli abbonamenti sono ancora molto bassi, tant’è che sull’Alta velocità siamo gli unici a proporli: lo sconto è tra il 68% e l’82% rispetto alla somma dei singoli viaggi, superiore allo sconto degli abbonamenti dei regionali che è in media del 50%”. Il numero uno di Ferrovie dello Stato ha anche aggiunto che per i pendolari “stiamo investendo cifre enormi e i frutti si vedranno presto”. Per abbassare i prezzi, ha concluso sull’argomento Mazzoncini, “se vogliono intervengano gli enti locali“.

In realtà gli enti locali, a partire dal Comune di Torino, stanno già studiando soluzioni alternative a favore dei pendolari. La giunta Appendino vorrebbe scavalcare Trenitalia con un suo competitor, Aw Rail, la nuova società di Giuseppe Arena, nata dalla ceneri di quella che cinque anni fa sfidò le ferrovie statali. Aw Rail vorrebbe offrire un servizio sulla tratta Torino-Milano con fermata a Vercelli, a costi e durata più bassa di quella dei treni regionali. A livello regionale Chiamparino vuole invece rendere al più presto operativo il servizio Fast, treni che andranno in parte a sostituire i Frecciabianca, “la cui eliminazione già sta penalizzando un’ampia fascia di pendolari piemontesi”, ha detto il governatore.

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