Oggi è in corso un cambiamento, un bouleversement velocissimo e a scatti. Una bolla che forse sta venendo al pettine, il potere occidentale/atlantico su cui per circa cento anni si è fondato il debito Usa, sostenuto dalla fiducia nel US$ enorme, inconcepibile. Forse una prima crepa è già qui: si chiama petrolio.

15 agosto 1971: Bretton Woods, morte del dollaro-oro. Gli Usa hanno corso un rischio terribile: l’inaridimento della enorme, gigantesca vacca che si erano abituati a mungere. E che per quasi un secolo ha avuto l’onere (ben felice, peraltro) di pagare i costi del miracolo americano, compresi quelli incredibili di un esercito potentissimo. Erano le nazioni dollarocentriche, tutte d’accordo nel considerare il dollaro/carta come moneta di riserva ufficiale sancita dal Fmi, con la sterlina, nel 1945. La vacca comperava titoli americani (carta o, come dicono gli inglesi, thin air) e li pagava in moneta reale sonante: gli Usa davano alla vacca solo gli interessi o i rendimenti di quella carta, perché alle scadenze rinnovavano i titoli. Nel Fmi entrano altre valute di riserva: lo yen, l’euro e, ultimo, lo renminbi cinese.

15 agosto 1971, si spalanca un rischio enorme: la crisi di fiducia nel dollaro ma era già pronta una diga di difesa. Segretamente due altissimi funzionari americani furono inviati a Riad (Arabia Saudita) con questa proposta: voi arabi vendete petrolio ma dovete farvelo pagare soltanto in dollari Usa, noi americani in cambio vi garantiamo copertura militare assoluta su tutto il pianeta. Gli Usa avevano inventato e organizzato il petrodollaro e la loro politica di farsi pagare il miracolo americano poteva tranquillamente proseguire. Grande la domanda di dollari? Grande la forza del dollaro.

Da quando il dollaro-oro muore, parte a razzo l’indebitamento americano: il debito Usa da allora (1971) è cresciuto di quasi quaranta volte. Tanto pagava sempre la ‘vacca’ da mungere. Il crollo dell’Urss fu un episodio del tutto insignificante, ben più fragoroso e pregnante e lungi dal concludersi fu il prorompere della Cina sullo scenario mondiale. Perché la Cina è il cliente più grosso in termini di petrolio, e doveva pagare in US$. Ma da un anno il Fmi ha iscritto lo yuan-rembimby nel registro delle valute di riserva e da un anno la Cina paga il petrolio arabo con questa moneta, non più in US$.

La domanda di dollari (carta) nel pianeta ha cominciato bruscamente a diminuire. Per il US$ un vero disastro. Gli arabi hanno rotto l’accordo sul petrodollaro per due ragioni profonde: per l’ingresso dell’Iran sulla scena petrolifera e per il fatto che gli americani hanno raggiunto l’autosufficienza petrolifera; gli Usa non sono più clienti degli arabi (ma potenziali competitori) e hanno interesse a buoni rapporti con l’Iran, data l’indifendibilità di Israele. La garanzia Usa per il mondo arabo è ormai messa in dubbio.

Quindi il giochino del petrodollaro è in crisi, non ancora affannosa ma già avanzata. Non risulta pronta una nuova mossa del cavallo da parte Usa.

Da più di un decennio la Cina sta attrezzandosi per svincolarsi dal controllo Usa: il traffico Cina-Europa verrà spostato su terra. Già avanti gli accordi operativi con Russia, Uzbekistan, Kazakistan, Ucraina, ecc. che insieme costruiscono nuove città sull’asse Cina-Europa allo scopo. Già fatte prove concrete con treni Cina-Madrid (2014, 8 giorni di viaggio: un treno di settanta vagoni, nonostante tre scartamenti ferroviari diversi).

E la Germania? La teoria di Karl Haushofer (‘lebensraum’, Germania potenza continentale non marinara, proiezione verso l’Eurasia) è tuttora in piedi ma oggi c’è un problema in più: condannata com’è a esportare la metà del suo Pil (la domanda interna è ben più piccola) non può star fuori dai giochi euroasiatici. La Russia e la Cina diventano mercati essenziali, dai quali importare energia, materie prime e cibo: i mercati oltre atlantico sono sempre mercati a rischio, la Home Fleet turba sempre i suoi sonni.

Grosso problema, il calo demografico: non solo rischia il Pil ma addirittura la ‘leva sociale’ (i giovani che pagano le pensioni ai vecchi). Ha due sole armi: a) controllare paesi-gregari (come noi) senza i quali addio Pil e lo può fare usando un’arma moderna: il denaro; b) importare MO a basso costo (migranti). Inoltre la gens tedesca – a mio parere – non ha mai provato veri e profondi rimorsi per quel che hanno fatto in Europa. Anzi, si sentono premiati. Forse hanno perso il pelo ma il vizio assolutamente no: non sparano più, ma distribuiscono senza scrupoli miseria pro domo propria. E il loro cammino verso l’Eurasia è già da tempo iniziato (OstPolitik).

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