Possibile che io debba aspettare la domenica commemorativa della Carta e l’apertura straordinaria (bontà loro) per godere di quella meraviglia che è la Biblioteca dei Girolamini, il tempio del sapere antico? Tutto il mondo ce la invidia. Per Riccardo Muti è la più bella al mondo e noi ce la teniamo sottochiave. Sono con l’artista Annalaura di Luggo e il fidanzato Olindo Preziosi, grintoso avvocato penalista. Visto che non siamo né il tenore Jonas Kaufmann né il maestro Muti (per loro il massiccio portale in legno della Biblioteca si spalanca eccome) ci tocca metterci in fila per un’oretta.

E vabbé è sotto sequestro perché l’ex direttore Massimo De Caro, pensando che fosse roba di casa sua, vendeva i preziosi testi a destra e a manca. Colto con il sorcio in bocca, ossia intercettato (“Io la prossima settimana sono da solo nel convento, tutto il convento per me, se vuole dottore… da solo! Ho le chiavi perché i padri vanno via”) è finito in galera nel 2012.

Prima di lui anche i vecchi bibliotecari, i fratelli Belardi, non avevano denunciato il furto di 1500 libri nel corso degli anni e finiti chissà dove. Insomma, una bella banda ma, da ignorante in materia quale sono, mi chiedo perché si debba privare il pubblico di un unicum al mondo. I turisti si metterebbero in tasca i pregiati tomi cinquecenteschi? Di quale intralcio sarebbero alle indagini giudiziarie in corso altrove? Visto che la gentile accompagnatrice alla visita ci ha detto che sono in tre a fare il certosino lavoro di catalogare 16.000 testi e i soldi di un biglietto farebbero proprio comodo alle loro esigue casse. Sulla vicenda giudiziaria passo la parola a chi è più competente, l’avvocato Preziosi: “Le indagini preliminari sono ancora in corso ed è necessario preservare le esigenze cautelari sottese alla misura reale e/o preventiva, ma tale considerazione si scontra con il fatto che sono trascorsi quattro anni ed appare davvero incomprensibile come mai non sia stato possibile contemperare le legittime esigenze di conservazione della prova con quelle altrettanto rilevanti dei cittadini di godere del nostro patrimonio culturale”.

Comunque anche senza sequestro giudiziario,  la Farmacia degli Incurabili, altro gioiellino del Settecento napoletano illuminista, e la Piscina Mirabilis, la più grande cisterna costruita dagli antichi romani, sono visitabili solo se si prenota la visita. Io ci ho provato. E vi auguro buona fortuna.

Eppure dopo le piramidi del passato non si erano mai visti tanti, tanti turisti a Napoli, come ha declamato l’istrionico sindaco De Magistris in tivù da Santoro. Ma ci vorrebbero anche tanti tanti soldi. Anziché sperperarli e favoleggiare sul Ponte sullo stretto di Messina (come ha titolato il Financial Times, a proposito della sua riforma costituzionale: “Matteo Renzi reform are a constitutional bridge to nowhere”)Un Ponte sul niente.

I soldi per il recupero di un’area, di un monumento arrivano dai privati: è il caso dell’imprenditrice Cristina Di Stasio, da sola, anzi con la figlia Lorenza Improta, rimettendoci di tasca sua, ha iniziato il progetto Quartiere Intelligente. Come si chiama il premio che hai ricevuto? Lo Scalone Monumentale di Montesanto, opera del Filangeri, da ritrovo dei tossicodipendenti (visti con i miei occhi ragazzi che si facevano di eroina sulla vena del collo), adesso è un’oasi di cultura.

P.S. Per farsi un’idea della maestosità della Biblioteca che noi lasciamo marcire nel dimenticatoio, basta un click su www.internetculturale.it

twitter @januariapiromal

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