Keeping couples connected. Un concetto profondo e sentito più che una generica e accattivante tagline. Lo slogan è quello di Sportsheets, l’azienda più popolare degli Stati Uniti che produce e vende oggetti per il bondage. Una missione estremamente pratica, quella del signor Tom Stewart, che fin dal lontano 1988 sforna oggetti utilissimi per pratiche che vanno dal flogging allo strap-on, sempre con un occhio di riguardo alle necessità concrete del cliente. Già perché Stewart non è tanto un amante dell’estetica degli oggetti che vende, ma una sorta di ingegnere della comodità e della praticità delle sue corde, funi, e braccialetti che servono per le sedute di bondage più audaci.

Per capire di cosa parliamo dobbiamo semplicemente risalire alla “folgorazione” che ha portato Stewart, uno stagionato signore californiano con vent’anni di servizio nella marina americana alle spalle, ad aprire un’azienda diventata presto leader di un mercato in perenne espansione. Nel 1984 il giovane Stewart vede in televisione David Letterman che durante il suo Late Show si getta a corpo morto contro una parete di velcro rimanendoci attaccato. Per Stewart è la svolta. Quel materiale rivoluzionerà le camere da letto degli americani. Tempo qualche anno e Sportsheets mette sul mercato quattro anelli di velcro, due per i polsi e due per le caviglie, che si possono comodamente fissare sul materasso di casa. Che siano lei o lui a rimanere legati al letto per Stewart non è importante. Ciò che conta sono comodità e funzionalità del proprio oggetto: non fa male dove viene stretto, resiste agli scuotimenti dell’amplesso, rimane attaccato a dove viene fissato. Ecco allora svilupparsi la linea principale del gruppo Sportsheets, quello dei legacci per il letto in decine di varianti, anche da viaggio. Manette leggere ma resistenti che nel 2010 raggiungono la cifra incredibile di un milione di pezzi prodotti. “Prima di ‘50 sfumature di grigio’ i prodotti per il bondage erano relegati nell’angolo più oscuro e zozzo dei negozietti per adulti”, ha spiegato Stewart ad un importante rivista del settore come XBIZ Premiere. “Senza saperlo, siamo stati un agente di cambiamento nell’ambito dei prodotti del sesso. Abbiamo ideato un approccio diverso al BDSM, l’abbiamo reso accessibile, attraente e sicuro per le persone comuni, migliorando la loro esperienza sessuale”.

La “filosofia” degli Stewart – Tom è CEO del gruppo, mentre la sorella Julie è presidente e nel team lavorano altri suoi familiari – è ancor meglio espresso in alcuni straordinari e vendutissimi prodotti del loro catalogo. Il comparto Shower Sex, ad esempio, è l’apice della ricerca. Senza soffermarci troppo sulla spugnetta vibratore, ecco che per ovviare al problema classico del sesso sotto il getto della doccia, muri bagnati e stabilità scarsa con rischio di caduta, Stewart propone quattro aggeggini insuperabili: il Single Locking Suction Handle, due manigliette di plastica da attaccare al muro in modo che l’uomo si possa appoggiare alla parete senza scivolare e intanto penetrare la partner; il gemello Dual Locking Suction Handle, dove si possono appendere con le mani entrambi contemporaneamente; le Suction Hand Cuffs, ovvero un paio di pannelli rimuovibili ogni volta dal muro da cui penzolano due fascette per legare i polsi; e infine l’apoteosi della praticità: il Single Locking Suction Foot Rest, ovvero il gradino/appoggino per un piede, in modo da rendere più agevole, rendendo semplice il sollevamento della gambina della donna la penetrazione del partner.

Ma non finisce qui. Il Doggie Style Strap, morbido e resistente fascione che solleva il ventre della partner durante la più classica delle penetrazioni, sia di fronte che da dietro, è stato ideato nel 2003 sia per consentire un rapporto più eccitante, ma anche per aiutare il partner più cicciottello ad essere leggermente sollevato dal letto in modo da stabilire un contatto più stretto quando gli sforzi fisici non possono oggettivamente permetterlo.  Oggi Sportsheets, come racconta Stewart, è all’avanguardia nel campo del “pegging”. Ma attenzione, anche qui, la specializzazione non è tanto nella tipologia di dildo per la penetrazione, quanto nella comodità, morbidezza e aderenza della base dello strap-on sul ventre e la vagina della partner. Insomma, se la famiglia Stewart non ci fosse, qualcuno avrebbe dovuto inventarla.

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