Il divorzio tra il Comune di Milano ed Equitalia è avvenuto, invece, a fine 2014. Come è andata? “I risultati sono buoni”, fanno sapere da Palazzo Marino. Il cambiamento viene considerato virtuoso “perché favorisce un rapporto diretto tra cittadini e amministrazione”. Il Comune può valutare con maggiore attenzione le condizioni dei contribuenti e prevedere, nei casi di particolare disagio economico, anche procedure di riscossione maggiormente flessibili. “È più facile – spiegano dagli uffici – modulare i tipi di intervento, dal sollecito bonario all’ingiunzione, con una comunicazione più chiara e comprensibile”. I benefici per i contribuenti sono evidenti anche sul fronte del risparmio: “Con Equitalia l’aggio su ogni riscossione era pari all’8 per cento dell’importo, poi abbassato al 6 per cento con il decreto legislativo 159/2015”, mentre con la riscossione “diretta vengono addebitati solo i costi vivi sostenuti dall’ente (indicativamente un massimo di 12 euro per atto)”. A marzo scorso, poi, Milano ha dato il via alla alla sperimentazione del baratto amministrativo. Troppo presto per fare bilanci a Napoli, dove a gennaio l’amministrazione del sindaco Luigi De Magistris aveva annunciato che dall’1 luglio la riscossione delle entrate tributarie ed extratributarie del Comune sarebbe stata affidata alla Napoli Riscossione, società interamente in house. Ad oggi – fanno sapere da Palazzo San Giacomo – non si è ancora a regime, piuttosto in una “fase organizzativa”.

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