La Brexit avrà un impatto negativo sulla ripresa italiana, su cui già gravano l’elevato debito pubblico e i problemi del sistema bancario zavorrato dalle sofferenze e a cui in alcuni casi potrebbero servire “ricapitalizzazioni precauzionali”. Un sistema che ha però bisogno anche di una “supervisione più severa”. E’ il quadro delineato da Rishi Goyal, capo missione per l’Italia del Fondo monetario internazionale, che il 19 luglio aggiornerà di conseguenza il capitolo dedicato alla Penisola nel World economic outlook. Le previsione di crescita del pil, in particolare, verranno tagliate a meno dell’1% nel 2016 (contro il precedente 1,1%) e intorno all’1% nel 2017 rispetto al precedente 1,25%. Il debito pubblico che viaggia verso il 133% del pil, del resto, limita “il margine di manovra contro gli shock”.

“L’economia italiana di sta gradualmente riprendendo da una recessione profonda e protratta”, spiega il documento, ma la ripresa resta “modesta” e “potrebbe essere prolungata e soggetta a rischi al ribasso”, fra i quali la volatilità dei mercati finanziari, la crisi dei rifugiati e i venti contrari dal rallentamento degli scambi commerciali globali. Tanto che, come già anticipato nel rapporto periodico presentato a maggio, “questo percorso di crescita implicherebbe un ritorno della produzione ai livelli pre-crisi (2007) solo entro il 2025 ed un ampliamento del gap sul reddito rispetto alla media dell’euro zona”.

Tra i progressi fatti dal paese il Fondo riconosce “il graduale miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro” e “la stabilizzazione delle sofferenze bancarie a circa il 18% del totale dei prestiti”. Tuttavia le banche italiane “hanno bisogno di risorse”, ha ammesso Goyal. Che non si è espresso direttamente sulla trattativa tra Roma e Bruxelles riguardo al salvataggio degli istituti con soldi pubblici in caso di circostanze avverse ma ha ricordato che “la direttiva Ue sul bail-in prevede la flessibilità necessaria per gestire situazioni di stress finanziari” con “ricapitalizzazioni precauzionali temporanee”. Il punto, in caso servano risorse, è “da dove queste risorse devono arrivare” e “trovare la soluzione migliore” tra in paesi membri, chiarisce Goyal. “L’Italia è fortemente impegnata” su questo tema e le sue richieste “si basano sulla cornice normativa esistente”.

Nel frattempo l’Fmi sollecita “passi decisi” e tra questi “una supervisione più severa, una riduzione più rapida delle sofferenze nei prossimi anni, sostenere le emergenze dei gruppi bancari sani, affrontare le preoccupazioni sulla cornice di risoluzione“. “Il settore finanziario resta soggetto a rischi – aggiunge il Fondo – visto che diverse banche potrebbero continuare a trovare difficoltà a generare sufficienti profitti per rafforzare il capitale, smaltire le sofferenze e finanziare il credito. I buffer per colmare questi shock sono molto limitati”. Il Fondo sollecita la necessità di “una cornice ampia che faciliti e supporti le strategie” di smaltimento delle sofferenze, “procedure per tempestive ristrutturazioni bancarie e insolvenze e un approccio coordinato per consolidare il sistema bancario”.

Sul fronte dell’economia reale “la sfida strutturale resta significativa”, “la crescita della produttività e degli investimenti è bassa, la disoccupazione resta sopra l’11%, con livelli significativamente alti in alcune regioni e tra i giovani” e “passerà all’11,4% nel 2016 e al 10,9% nel 2017” e “i bilanci delle banche sono appesantiti da un livello di sofferenze molto alto e dalla lunghezza dei procedimenti giudiziali“. Infine il debito, che dovrebbe calare “solo gradualmente nei prossimi anni e restare vulnerabile agli shock”, osserva il Fondo. Da qui “l’urgenza” di riforme pro crescita, di continuare l’aggiustamento di bilancio distribuito in modo equilibrato sia dal 2017 al 2019, di attuare una revisione della spesa più bassa ma più efficiente e un sistema di tassazione meno distorsivo, incluso l’ampliamento della base imponibile e l’introduzione di una moderna tassa sugli immobili. “Le autorità italiane hanno avviato un ampio spettro di riforme importanti, incluse riforme istituzionali, della pa, fiscali, del mercato del lavoro e del settore bancario. E’ imperativo che questi sforzi siano pienamente attuati e approfonditi”.

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