Avevano chiesto 32 milioni di euro, ne hanno ottenuti, almeno per ora, solo 246mila. Si è concluso con un maxi sconto il primo grado della causa civile bis del Lodo Mondadori. Il giudice della decima sezione civile del tribunale di Milano Nadia Dell’Arciprete ha infatti quantificato in 246 mila euro i danni non patrimoniali subiti dalla Cir di Carlo De Benedetti nella vicenda dell’acquisizione della holding editoriale da parte della Fininvest di Silvio Berlusconi.

Secondo i legali del patron del gruppo Espresso – Repubblica ai 32 milioni di euro andavano sommati interessi e spese legali per altri 60 miloni: il totale, dunque, sfondava il muro dei cento milioni di euro. Una cifra che il tribunale ha considerato eccessiva “tagliandola” dunque fino a 246mila euro.

Il procedimento era stato avviato a dicembre del 2013 in seguito al deposito di un nuovo atto di citazione con cui i legali della Cir avevano chiesto al gruppo dell’ex Cavaliere la liquidazione dei danni non patrimoniali. La richiesta era stata avanzata dopo che nel settembre 2013 la Cassazione aveva definitivamente condannato l’azienda presieduta da Marina Berlusconi a versare 494 milioni al gruppo De Benedetti: erano i danni patrimoniali subiti da Cir per lo “scippo” della Mondadori dopo la corruzione del giudice Vittorio Metta da parte di Cesare Previti, entrambi condannati in via definitiva nel processo penale (2 anni e 9 mesi Metta, 1 anno e 6 mesi Previti).  Per quantificare i danni non patrimoniali, invece, la suprema Corte aveva demandato ad un altro giudice.

La figlia dell’ex premier ha commentato la decisione odierna, scrivendo in una nota che si tratta di “poco più di un’elemosina rispetto ai circa 100 milioni pretesi. Un’elemosina peraltro non dovuta, perché noi a De Benedetti non avremmo mai dovuto pagare neppure un euro”. A poca distanza temporale, è intervenuta anche la Cir riservandosi di ricorrere in appello, che ha considerato la sanzione “largamente inadeguata rispetto al gravissimo illecito subito e all’entità delle conseguenze pregiudizievoli che ne sono derivate”.

E, in effetti, a meno di due anni dalla condanna della Cassazione ecco la nuova, decisamente più leggera per il gruppo dell’ex premier. Nel calcolare il danno non patrimoniale il giudice Dell’Arciprete prende come importo base, secondo giurisprudenza, 1.500 euro. Nel caso specifico, però, secondo il magistrato va considerato che “il processo è risultato ingiusto per la commissione di un reato: il giudice è stato oggetto di scambio corruttivo al fine di manipolare la propria funzione pubblica in aderenza agli interessi egoistici di una delle parti”. Il riferimento è alla tangente di circa 400 milioni di lire versata al giudice Metta, l’estensore del verdetto della Corte d’Appello di Roma che nel 1991 ribaltò l’iniziale lodo arbitrale favorevole a De Benedetti consegnando la casa editrice Mondadori a Silvio Berlusconi.

 

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