L’oratoria di Matteo Renzi lascia immaginare un’Italia pronta ad abbracciare il mondo. A Milano parte Expo con un grande impegno simbolico: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita.
Le parole di Renzi “vanno a braccio” senza spazio all’insicurezza. Nemmeno un dubbio. A sentire le parole con il canale uditivo siamo davvero pronti alla vita!

Confrontando le parole di Renzi con fatti e numeri, ci sono alcune domande che mi sorgono spontanee.

Milano e l’Italia sono pronti ad abbracciare e accogliere tutti i paesi del mondo, anche quelli con i poveri veri che “puzzano” di fame. Ma come se le risorse destinate dall’Italia alla cooperazione internazionale sono allo 0,14% del Pil? E perché restano lontane dall’obiettivo dello 0,7%? (quello che anche gli altri paesi Ocse si sono dati per gli aiuti per lo sviluppo).

Senza soldi impegnati sul tema, come crede possibile il premier Matteo Renzi compiere questo abbraccio che intende creare condizioni di sicurezza alimentare e sanitaria per milioni di donne e uomini? Come potrà l’Italia affermare uno sviluppo sostenibile che possa contribuire al contrasto anche dell’acuirsi dei fenomeni di estremismo religioso e di tensioni politiche che minacciano la stessa Italia?

Il problema della denutrizione è maledettamente serio. Riguarda circa 800 milioni di persone. La gran parte vive in Asia e nell’Africa Sub-sahariana dove a soffrirne è il 40 per cento dei bambini di età inferiore ai cinque anni. Le conseguenze della denutrizione sono spesso irreversibili. Ogni anno muoiono 3 milioni di bambini. Chi non muore vive con ritardi nello sviluppo cerebrale o carenze al sistema immunitario.

Alla base della scarsità di cibo ci sono elementi connessi allo sviluppo economico, ai sistemi sanitari e allo sviluppo sociale; ci sono conflitti e discriminazioni di genere. Ad esempio, l’accesso all’acqua può essere limitato non solo dalla scarsità di acqua presente in natura, ma anche da barriere istituzionali o finanziarie che ne impediscono l’utilizzo da parte delle comunità.

Alla base della denutrizione ci sono scelte politiche.

Renzi non è solo nella “schizofrenia” che lascia lontani i fatti dalle parole.

Risulta da un sondaggio Eurobarometro che l’80% degli italiani si dice disponibile ad aiutare i paesi in via di sviluppo ma solo la metà degli intervistati vuole aumentare i finanziamenti. E i meno solidali sono i giovani con meno di 35 anni.

Non è cattiveria, non è indifferenza, non è pressapochismo. È una patologia. Deriva da una anomalia della comunicazione del contesto sociale che porta le persone a dire una cosa e a farne un’altra.

Lo sapevano molto bene gli scienziati della Scuola di Palo Alto (per tutti l’antropologo e pensatore Gregory Bateson) che hanno studiato questo fenomeno dell’ambivalenza della comunicazione (dire una cosa e farne un’altra) che hanno permesso a una grande milanese, Mara Selvini Palazzoli, di cambiare radicalmente lo studio dell’anoressia. Lei che con il Milan Approach ha portato Milano ad abbracciare il mondo. Salvando parecchie vite umane. In tema di nutrizione. Ho pensato a lei mentre Matteo Renzi parlava e vedevo nella mia mente i bambini che ho visito morire di fame con i miei occhi. Abbracciandoli con le mie povere mani e con i pochi fondi privati dei pochi italiani che vogliono aiutare chi ha fame mettendoci i loro soldi.

Mentre parlava Renzi ho pensato che la vera fortuna è che davvero ci sono italiani capaci di abbracciare il mondo. Con le parole e con i fatti. Adesso prosegue l’opera della Selvini Palazzoli, il figlio, Matteo Selvini. Da non confondere con un altro italiano che ha quasi lo stesso nome.

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