Era già successo con il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Oggi anche per il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, condannato a un anno di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per abuso d’ufficio, è stato sospeso dalla carica. Per lui è scattata infatti la legge Severino. De Luca è stato condannato nel processo per la realizzazione del termovalorizzatore della sua città. Ma anche per De Luca potrebbe trattarsi di un congelamento breve, visto che de Magistris è ritornato sulla poltrona di primo cittadino dopo le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che hanno inviato gli atti alla Consulta perché valutasse la costituzionalità della legge. Il vice sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, ha già annunciato il ricorso al tribunale amministrativo: “Sarà immediatamente proposto ricorso al Tar finalizzato ad ottenere l’immediata sospensione del provvedimento prefettizio”, ha dichiarato.

Il decreto di sospensione, firmato dal vice prefetto vicario Giovanni Cirillo, è stato notificato al Protocollo del Comune. E della notifica è stato incaricato il presidente del consiglio comunale. Ieri la Prefettura di Salerno aveva ricevuto il dispositivo della sentenza con cui il sindaco è stato condannato con il beneficio condizionale della pena ad un anno di reclusione per abuso d’ufficio. Il consiglio comunale, per mera formalità, dovrà essere convocato per una presa d’atto della situazione. Il sindaco, in quanto ufficialmente sospeso dalla carica di sindaco, non parteciperà ovviamente al consiglio comunale.

“Mi sento persino inorgoglito della mia nuova veste di sindaco emerito” dice De Luca all’Ansa. Sull’ipotesi se si faranno le primarie De Luca è stato categorico: “Assolutamente sì”. “Affiancherò, come volontario, il sindaco-facente funzione per aiutarlo nella sua attività, e per portare a compimento opere importanti –  aggiunge – Stamattina sono andato al Comune, alla solita ora e l’ho fatto con grande serenità, e con un senso di gratitudine verso i tantissimi che mi hanno espresso piena solidarietà. Ringrazio i molti dirigenti che mi hanno espresso la loro vicinanza. Ringrazio anche il presidente dell’Anci Fassino, che mi ha confermato che è pienamente in corso una iniziativa di merito, relativa alla questione del abuso d’ufficio, figura di reato la cui dilatazione applicativa sta diventando insostenibile. Fassino mi ha confermato – ed è una notizia di straordinario rilievo – di aver promosso un gruppo di lavoro misto Anci, autorità anti corruzione, per l’elaborazione di una nuova proposta legislativa“.

Il ricorso al tribunale amministrativo, ipotizzato già dopo la sentenza di condanna, è stato confermato dal vice sindaco di Salerno, che ha voluto manifestare la sua perplessità riguardo alla decisione dei giudici: “Ritengo insopportabile – dice – che una sentenza per me inspiegabile e un dispositivo di legge ingiusto e incostituzionale (la legge Severino, ndr) possano intervenire pesantemente sulla vita politica e amministrativa cittadina, annullando meriti indiscussi e tangibili e mettendo in mora un mandato elettorale affidato con la percentuale del 75%”.

Si profila, comunque, una battaglia legale. De Luca, subito dopo il verdetto aveva detto di voler andare avanti con le primarie del Pd in Campania. La sospensione – se da un lato non gli proibirebbe di concorrere alla competizione interna al suo partito – dall’altro gli sbarra la strada verso le Regionali. Se infatti l’articolo 8 della legge non vieta la candidatura, allo stesso tempo prevede la sospensione dalla carica di governatore in presenza di una condanna per abuso d’ufficio. “Ho detto che mi sarei ritirato se condannato per peculato ma non per abuso d’ufficio, poiché rivendico gli atti politici messi in essere. Per chi ha dei dubbi in merito, confermo che sono candidato alle primarie e non ho intenzione di ritirarmi” aveva scritto in mattinata De Luca su Twitter per poi ribadire il concetto nel corso di una conferenza stampa convocata in serata a Salerno in cui non ha risparmiato neanche il suo partito.

De Luca, invitato a riflettere sull’opportunità di un passo indietro dal segretario regionale del partito Tartaglione, era stato chiaro sull’argomento: “Io non intendo arretrare di un millimetro. Se qualcuno pensa che una vicenda come quella che sto vivendo possa concludersi in maniera burocratica e mi riferisco anche a qualcuno del Pd, con un saluto e una stretta di mano, se lo tolga dalla testa. La mia vicenda deve diventare un punto di svolta nel modo di essere nel Pd, deve diventare un simbolo dell’Italia e farò di tutto affinché si accendano i riflettori su ogni aspetto di questo caso”. De Luca era intervenuto proprio de Magistris: “Sono due vicende diverse – avevasottolineato – in cui l’unico punto di contatto è la legge Severino che va modificata con urgenza“.

 

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