Il governo cedendo per l’ennesima volta alle sollecitazioni del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi potrebbe autorizzare anche per il 2015 la richiesta di aumento delle tariffe dalle concessionarie autostradali. Questa decisione è in contrasto con il suo stesso programma di governo. Mentre da una parte si dice di voler combattere le rendite di posizione dall’altra, cedendo alle richieste delle lobby autostradali, vengono sottratte risorse allo sviluppo e si penalizzano i consumatori.

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Gli aumenti richiesti, mediamente del 3,9% con punte dell’8% differenziati per tratta autostradale, sono uno degli ultimi automatismi tariffari rimasti dopo l’abolizione della scala mobile. Ma almeno la scala mobile tutelava il reddito delle famiglie e non le rendite monopolistiche di aziende private o di carrozzoni parapubblici. Ma è ancor più grave che gli aumenti dei pedaggi vengano concessi con un’inflazione uguale allo zero e con tutti i programmi d’investimento previsti nelle convenzioni con l’Anas disattesi dalle 23 concessionarie nazionali. Inoltre nessuno degli aumenti è giustificato da motivi industriali o dalla crescita dei costi di gestione ed operativi della rete. Anzi i costi operativi  sono in costante diminuzione visto la progressiva riduzione degli addetti per effetto delle nuove tecnologie poste ai caselli (Telepass).

Il governo non ha ancora capito che gestire un’autostrada è tra le attività imprenditoriali più semplici e prive di rischio che esistano. Neppure il lieve calo di traffico registrato in questi mesi giustifica gli aumenti visto che tutte le autostrade chiudono con i bilanci in attivo da sempre. Con questi nuovi aumenti i pedaggi fra poco diventeranno il terzo costo preponderante per gli autotrasportatori visto il calo del gasolio, assieme ai premi assicurativi. Ed il trasporto delle merci continuerà ad incidere pesantemente sul prezzo finale dei prodotti. Con il regalo contenuto nel “Milleproroghe” le concessionarie potranno inoltre assicurarsi anche il rinnovo automatico e senza gara delle concessioni attraverso la gabola delle fusioni tra diversi concessionari.

Mentre l’economia nazionale arranca e la perdita di potere d’acquisto dei salari cresce, il settore autostradale gode di ottima salute e prospera tra lauti extraprofitti. Insomma anziché togliere il “grasso” da dove cresce e spostarlo verso i consumatori e le imprese il governo privilegia la corporazione. Corporazione che dalla sola gestione autostradale sta cambiando pelle e aumentando la sua influenza legandosi a costruttori e banche. E così, assieme alle altre pubblic-utilities con alte rendite garantite la corsa al profitto se la giocano le concessionarie autostradali.

Aggiornamento del 31 dicembre, ore 17,30

Puntuali come un orologio svizzero sono arrivati il 31 dicembre gli aumenti dei pedaggi autostradali di fine anno. Meno di quanto richiesto dalle concessionarie autostradali ma sempre sette volte tanto rispetto all’inflazione reale che su base annua è stata calcolata all0 0,2%.

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