“Oggi andarsene è l’unica via, perché tutto accade altrove. ‘Sei filosofo? E allora cosa produci di concreto?‘, ti chiedono in Italia. E così, ti tagliano i fondi”. Elvira Di Bona è nata a Pescasseroli, ha studiato a L’Aquila e oggi vive a Berlino. Nonostante abbia solo 31 anni, è filosofa analitica della mente e della percezione già quotata a livello internazionale. Dopo la laurea con lode in Filosofia a L’Aquila nel 2009 – “subito dopo il terremoto, un’esperienza tragica che ti segna per sempre” – Elvira ha deciso di guardare oltre i confini nazionali e di muovere lì i primi passi della sua carriera.

“I tre anni di dottorato in co-tutela con l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano li ho passati al Jean Nicod Institute di Parigi – aggiunge -. Nello stesso periodo ho anche fatto ricerca prima alla University of Sydney, in Australia, poi alla NYU di New York. E nel luglio del 2013 ho conseguito il dottorato in Filosofia e scienze cognitive col massimo dei voti”. Da allora è rimasta all’estero: è stata infatti scelta per il post-doc dalla Freie Universität di Berlino. “Della capitale della Germania adoro l’energia intellettuale, l’attenzione alla cultura contemporanea e il profondo senso della storia – dice – ed è facile trovare italiani che lavorino in ambito accademico. Lì siamo stimati”. A differenza di quanto accadeva “a casa”. “Sono fuggita perché un’altra soluzione non era possibile. Esistono ben poche opportunità per i giovani filosofi rimasti in Italia”. Studiosi che altrove riescono a fare carriera. “Il punto è che in Francia, in Germania, negli Stati Uniti e in tanti altri Paesi si investe molto di più nella cultura e in campo umanistico. Alla filosofia, alla letteratura, alla storia, da Bolzano a Palermo, vengono destinate sempre meno risorse”.

Oggi Elvira è impegnata nella scrittura di un libro su un celebre esperimento del 1982, antesignano di alcune forme di auto-reclusione digitale. Sarà la prima volta che pubblica in italiano, perché di solito lo fa nella lingua dei giovani accademici italiani in fuga: l’inglese. Ma oltre alla filosofia nella sua vita c’è anche la musica. E’ violinista e fondatrice dell’orchestra da camera “Archi del cherubino”, con tournée in tutto il mondo. E la musica continua a legarla all’Italia, perché da qualche anno organizza nella sua Pescasseroli il Festival “Voci dalla montagna”, che propone performance e concerti di musica classica immersi nella natura.

Nonostante questo, il ritorno alle radici può attendere. “Mi piacerebbe però rientrare, prima o poi. Nel mio piccolo penso che potrei contribuire al dibattito culturale e allo sviluppo della filosofia analitica in Italia, grazie all’esperienza che nel frattempo avrò maturato all’estero”. Nella sua agenda, il prossimo appuntamento in arrivo è fissato per sabato 27 settembre, quando rappresenterà l’Italia a New York in una conferenza internazionale sul lusso sostenibile, dove porterà una sua ricognizione filosofica sul tema. Nella città americana Elvira svolgerà parte del suo post-doc, all’Italian Academy della Columbia University, insieme ad altri ricercatori da tutto il mondo. Poi tornerà a Berlino.

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