Quando il monito ti arriva da un uomo vestito di bianco che parla lentamente, quasi all’alba, ha l’effetto del rimprovero di tuo padre che rientrato da un turno di notte al lavoro, stanco ed afflitto vede che tu ancora dormi ed andrai tardi a scuola. Un rimprovero che ti rimane attaccato all’anima e non te lo levi più. “Per i peccatori il rimedio c’è, per i corrotti no” . “Sepolcri imbiancati”…

Chi è uscito da questa esperienza questa mattina a Roma non so con quale faccia abbia avuto il coraggio di rientrare nel palazzo. Deve essere stato terribile. Altro che Grillo e Renzi. Credo che le parole del Papa di oggi possano avere per la politica lo stesso effetto che ebbero le parole di Papa Giovanni Paolo II nella valle dei Templi. Parole dure ed inequivocabili che riducono a squallore umano questa politica tutta proiettata nel difendere gli interessi di partito o quelli personali all’insegna di “amico mio fatti li… tuoi”. E c’era pure lui a rinfoltire la folla dei 500 di stamattina tutta pervenuta rigorosamente in auto blu. L’impressione nauseabonda è la stessa che gli italiani provarono quando videro quel film di Lucchetti Il Portaborse, con quel gesto di prendere i soldi a manciate, senza contarli, da una scatola di cartone al Ministero. “I corrotti hanno il cuore indurito e non riescono a sentire altro”.

Che pena deve essere stata per quanti erano lì in attesa di giudizio o quanti hanno affermato che “garantisticamente” agli indagati non saranno richieste le dimissioni. Che botta, ragazzi! Il Papa che mette i corrotti in una sospensione senza possibilità di perdono, che scaccia i mercanti dal tempio, che denuncia la lontananza della classe dirigente dalla gente. E loro lì fermi, immobili ed imbarazzati in una eterna attesa di giudizio ed una condanna che i cittadini hanno comminato loro già  da tempo. In un attimo Papa Francesco ha gettato a mare fiumi di scuse e parole sulle quali il “garantismo” trasversale ha elaborato la sua letteratura pronta all’uso, ponendo l’etica, la morale al centro delle cose. In un attimo ha fatto capire che le persone vengono prima dei partiti degli interessi e delle pontificazioni dei “dotti del dovere”. Siete sepolcri imbiancati gli ha detto il Papa povero nel giorno in cui tutto il mondo aveva i riflettori accesi su Roma e l’uomo più potente della terra è corso a salutarlo dicendogli: “è meraviglioso incontrarla”.

Tutti oggi, credo abbiano pensato che sarebbe bello poter diventare cittadini del Vaticano. Un modo c’è e Papa Francesco sembra proprio aver indicato la strada.

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