Della questione Sicilia e inquinamento da petrolchimico abbiamo parlato tante volte: è una storia di scintillanti promesse che dopo 50 anni si trasformano in incubi infiniti.

Adesso c’è un’interrogazione a firma di Angelo Bonelli, Fabio Granata, Carmelo Sardegna e Giuseppe Patti alla Commissione Europea per l’Ambiente e al Commissario per l’Ambiente Janez Potocnik, dove si denuncia il fatto che nel Siracusano non ci sia un monitoraggio decente di inquinanti.

A Siracusa ci sono solo due centraline per monitorare l’inquinamento e da cui si rilevano solo le concentrazioni di benzene, e non di SO2, CO, NO2, O3, PM10, PM2.5, nichel, cadmio, arsenico e benzopiren, come invece dovrebbe essere. Anche il monitoraggio del benzene procede a singhiozzo: i dati non sono sempre accessibili via web e una delle due centraline per tutto il 2014 ha rilevato finora poco o nulla.

Quando il benzene viene monitorato i risultati non sono confortanti: a fronte di un valore limite di 5 nanogrammi al metro cubo, a Siracusa si registrano tassi di 111.5 nanogrammi al metrocubo. Un fattore 20 di differenza. Inoltre, il benzene è un cancerogeno

Gli stessi petrolieri dell’American Petroleum Institute, nel 1948, avevano riconosciuto che l’unica concentrazione accettabile di benzene nell’atmosfera è zero.

Ad ogni modo, il limite del 5 nanogrammi non viene incluso nelle pagine web dell’Arpa Sicilia, rendendo impossibile al cittadino normale sapere se 111.5 sia un valore alto, medio, accettabile o no. La cittadinanza non è neanche a conoscenza di eventuali piani di evacuazione. Il risultato è che a Priolo le falde acquifere sono inquinate e non ci sono progetti realistici e adeguati per intervenire e per bonifica.

La situazione si ripete, mutatis mutandis, in altre realtà siciliane petrolizzate come Gela e Milazzo. Nella prima l’incidenza di neonati geneticamente malformati è uno strabiliante 5,6%. Un bambino su 18 nasce malformato. A Gela il tasso di tumore infantile è del 159% superiore rispetto alla media regionale – peggio di Taranto. La mortalità maschile per il tumore è superiore del 18% alla media regionale, per il tumore allo stomaco del 47%, alla pleura del 67%, alla vescica del 9,6%, per il morbo di Hodgkin del 72%, per il mieloma multiplo del 32%, per le malattie del sistema circolatorio del 14%.

Smr sta per Standardized Mortality Ratio e rappresenta l’aumento di mortalità in un campione rispetto alla popolazione generale. Un fattore 100 significa che il numero di morti nel campione è lo stesso che nella popolazione generale. Un fattore superiore significa che il numero di morti  è superiore, un fattore inferiore a 100 significa che la mortalità è inferiore. Un Smr 200 significa per esempio, che la mortalità è doppia rispetto a quanto dovrebbe essere.

La Regione Sicilia ha pubblicato per Milazzo (Messina), Augusta-Priolo (Siracusa) e Gela (Caltanissetta), tre “siti di interesse nazionale” per il grave inquinamento, i tassi di Smr sulla mortalità di varie malattie per uomini e per donne.

Articolo Precedente

Roma-Marconi. Parco Papareschi, una vaga idea di verde

next
Articolo Successivo

Terra dei fuochi, i roghi tossici sono ancora tabù (fotogallery)

next