Se vi ritrovate una sera, tornando a casa, a svuotare la vostra scatoletta di tonno in un piatto come cena, sappiate che state citando questo bellissimo e commovente film che si chiama Still LifeHo usato la parola film, ma più che altro dovremmo usare la parola poesia, perché questa pellicola – ambientata a Londra a firma di un regista italiano – è una vera e propria lirica; un’ora e mezza di intenso cinema vissuta insieme al nostro protagonista John May 

Il film è lento, le inquadrature indugiano sul volto del protagonista (splendido, lo amerete subito), e durante il film vi capiterà di ritrovarvi soli a riflettere sulla vita. Un’opera meditativa. Se questo film fosse un brano musicale sarebbe Canon D di Johann Pachelbel, anche se la colonna sonora originale è ottima e a cura di Rachel Portman (compagna del regista).  

La pellicola ci offre riflessioni sulla vita, su cos’è la vita, e la risposta è sempre quella: vale la pena di essere vissuta anche nel dolore e nella disperazione. La solitudine, innanzitutto del nostro protagonista, la solitudine dei funerali, tutti ‘gran bei funerali’ a cui però nessuno partecipa, tranne lui. John May ha il compito di indagare tra le loro vite, scartabellando tra ricordi non suoi, attraverso foto ingiallite non sue e cassetti mai aperti. Non si occupa solo di rintracciare i parenti di chi è morto nel municipio, ma scrive per loro magnifiche (un po’ inventate) orazioni, si impossessa letteralmente dei ricordi e delle loro storie, vite dimenticate da tutti e si assicura di dare loro sempre una degna sepoltura. La preferisce alla cremazione ahi lui, vedendo il film scoprirete perché!  

I morti sono i suoi migliori amici, fino a quando non si imbatte nel suo ultimo caso, la sua vita sembrerà prendere una svolta ma… Il regista, alla sua seconda prova, ha un nome importante: Uberto Pasolini (no non è un parente di Pier Paolo, ma nipote di Luchino Visconti, ndr) già produttore ‘milionario’ del fortunato Full MontyIl film ha ottenuto il premio Orizzonti a Venezia, ed è ancora visibile in poche sale tra Milano e Roma. Se potete non perdetelo. 

 

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

‘Nebraska’, Payne ci regala un bianco e nero più colorato che mai

next
Articolo Successivo

Anita B., il regista Roberto Faenza denuncia il tabù sul tema dell’Olocausto

next