Se ne parla da tempo, ma la prossima settimana potrebbe essere la volta buona: secondo l’agenzia di stampa Adnkronos sarebbe in calendario un incontro fra l’esecutivo e gli esperti del settore per abolire il superbollo per le auto più potenti, introdotto nel 2011 dal governo Berlusconi e incrementato dal governo Monti. I membri della neo Consulta permanente per l’automotive (fra cui Fiat, Anfia, Unrae, Federauto e Aci) non sono ancora stati formalmente convocati, ma la loro posizione è chiara: risale alla fine di settembre la lettera con cui le associazione della filiera dell’auto (fra cui le stesse Anfia, Unrae e Federauto) chiedevano al Ministero dell’Economia e delle Finanze l’abolizione della sovrattassa. “Noi abbiamo formulato una richiesta, e so che su questa richiesta hanno lavorato, quali siano le conclusioni è prematuro dirlo”, ha dichiarato a Il Fatto Quotidiano Romano Valente, direttore generale dell’Unrae, l’Unione dei rappresentanti delle case estere. 

“Noi chiediamo l’eliminazione del superbollo, perché è una manovra che ha dimostrato di essere improduttiva per lo Stato, che aveva in programma di incamerare 168 milioni di euro e invece ne ha persi qualcosa come 93”, continua Valente. “Il superbollo ha innescato una serie di fenomeni come il deprezzamento del valore degli stock dei concessionari, l’aumento delle esportazioni delle vetture usate, la diminuzione globale del parco circolante e di vetture usate sopra i 185 kW, il calo verticale delle vendite sopra i 185 kW: nella pratica, un segmento di mercato distrutto. E si tratta di un segmento che aveva il potenziale di determinare un importante gettito fiscale per lo Stato”.

L’addizionale sul bollo era stata introdotta a luglio 2011 per le auto sopra i 225 kW di potenza (10 euro per ogni kW in più), poi aumentata da gennaio 2012 a 20 euro a kW sopra i 185 kW (251 CV). Secondo le associazioni della filiera, fra minori entrate fiscali e mancato introito, nel solo 2012 si sarebbero persi 140 milioni di euro fra Iva (93 milioni), superbollo (13 milioni), bollo alle Regioni (19,8 milioni), IPT alle Province (5,2 milioni) e addizionale sulla RCA (9 milioni). Anche il viceministro dell’Economia, Luigi Casera, parlando del superbollo a settembre, aveva dichiarato che “è stato sbagliato metterlo e costa pochissimo toglierlo”. Sembrano essere tutti d’accordo, quindi, la tassa è ancora in vigore e l’emendamento presentato da Vincenzo Gibiino con altri senatori FI-Pdl all’ultima legge di stabilità è stato ritirato e si è trasformato in un semplice ordine del giorno che “impegna il Governo a valutare l’opportunità di dare attuazione al contenuto” dell’emendamento, cioè all’eliminazione del superbollo. L’incontro della settimana prossima potrebbe essere l’occasione per “valutare l’opportunità” di cancellare una tassa che, invece di colpire i super ricchi, ha finito per danneggiare la collettività.

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