Questo sistema basato sulla violenza offende la bellezza del mondo. Per questo abbiamo deciso di cambiarlo.
In Cile, durante la campagna elettorale per il referendum che doveva confermare o abolire la dittatura, la coalizione democratica decise di basare la propria campagna di informazione sullo slogan: la gioia sta arrivando. Fu una scelta combattuta perché i vecchi militanti progressisti volevano incentrare la campagna elettorale sulla denuncia dei crimini della dittatura.
Alla fine vinse la posizione che voleva unire i Cileni intorno a un’idea di comprensione e di cooperazione, arrivando addirittura a capire e rispettare le idee di chi aveva sostenuto il regime. 
Un famoso spot mostrava un poliziotto che manganellava uno studente. Una freccia indicava il poliziotto e una voce diceva: quest’uomo è convinto di impegnarsi per il bene del Paese. Poi la freccia indicava lo studente picchiato a terra, e la voce fuori campo diceva: quest’uomo è convinto di impegnarsi per il bene del Paese.

Questa rottura delle logiche intimamente violente di contrapposizione e scontro fu la chiave della vittoria elettorale e della caduta della dittatura.
E fu anche una drastica rottura nella filosofia dominante tra i progressisti cileni, una nuova prospettiva, basata sul principio dell’unione e della comprensione, che spazzò via il muro contro muro della sinistra tradizionale.

I media europei non si sono neppure accorti di questo salto storico impressionante. E io devo ringraziare Saviano per averne parlato presentando il film No, i giorni dell’arcobaleno che racconta questa storia. (vedi Caro Saviano: vuoi parlare di sogni mentre l’Italia muore?).
Il referendum cileno è stato uno dei primi momenti nei quali si è constatato che esisteva un movimento capace di vincere all’interno di una nazione, un movimento che si basava su principi etici e tattici completamente nuovi. Questo movimento negli ultimi 20 anni è cresciuto enormemente portando a una nuova idea dell’azione progressista che discende da una drastica rottura con i vecchi schemi dell’impegno sociale basato sulle grandi ideologie del ventesimo secolo.

Oggi centinaia di milioni di esseri umani, organizzati in più di un milione di associazioni e gruppi di lavoro hanno messo al centro della propria esistenza terrena l’impegno civile, dando vita a una cultura che vuole aumentare la felicità degli esseri umani in modo non violento, rispettoso, allegro, collettivo.

Persone che amano l’ambiente, credono nel potere vivificante del comico, pensano che l’amore sia la cosa più importante della vita, hanno fiducia nel potere della cooperazione.
Si tratta di concetti che oggi ci paiono semplici e condivisi da tutti i progressisti ma proprio questo è il fatto più stupefacente: noi siamo tutti d’accordo su idee assolutamente rivoluzionarie, priorità che negano le fondamenta della scala di valori dominante.

Queste poche semplici idee portano un enorme serie di corollari egualmente condivisa: parità dei sessi, diritti dei bambini, educazione non autoritaria, concezione olistica della natura, senso del bene come vantaggio collettivo, rispetto della diversità, protezione delle minoranze e delle persone svantaggiate, potere dell’arte, importanza delle emozioni, dei sentimenti, dell’amore e dell’amicizia, fiducia nella forza della passione, della professionalità, nel progresso materiale, morale e scientifico.

E, aspetto altrettanto stupefacente, questo movimento, nel giro di qualche decennio, è riuscito a darsi un sistema di pensiero e di valori condiviso senza aderire a un partito unico, a una religione, senza avere un leader planetario, senza imporre voti di maggioranza. Un magma di discussioni, incontri, libri letti e raccontati, ci ha portato a creare una nuova linea di pensiero rispettosa delle sfumature e delle diversità ma non per questo meno solida e condivisa nei principi generali.

E questo movimento è riuscito anche a scegliere collettivamente, in modo contemporaneo e autonomo, una strategia dell’azione che privilegia la spinta gentile, l’azione locale, il procedere per piccoli passi, la modifica degli stili di vita, l’impegno individuale nelle scelte quotidiane (voti ogni volta che fai la spesa), la costruzione collettiva di spazi di vita e di lavoro alternativi, di una finanza e di un’impresa etica.

Le tv non raccontano nulla dei risultati che ogni giorno questa marea umana riesce a realizzare. Un pozzo in Uganda, un chilometro di terra strappato al deserto in Mongolia, un bambino che impara a usare il computer in Guatemala, non fanno notizia e non cambiano il mondo. Ma quando si ottengono queste piccole vittorie ogni giorno, quando milioni di persone realizzano i loro obiettivi individuali, queste piccole azioni diventano la notizia più grande. Non c’è un solo angolo di questo meraviglioso pianeta dove non ci sia una donna o un uomo, impegnati a fare muro contro l’ingiustizia e la violenza e a costruire qualche cosa che cambia nel piccolo la realtà della loro comunità. E non c’è un solo giorno che trascorra senza che ci si riesca.
Il lavoro è tanto ma siamo milioni.
La gioia sta arrivando!

Ps.Nel prossimo articolo ti racconterò alcuni stupefacenti particolari sulla natura e il modo di agire del Nuovo Movimento Progressista Mondiale

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