Riceviamo e pubblichiamo la rettifica dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) 

L’articolo contiene gravi inesattezze per quanto riguarda il progetto SuperB. In particolare:

1)   Il prof Petronzio non si è autonominato, ma è stato nominato dall’Assemblea del Consorzio nel Novembre 2011, quindi ben oltre la cessazione del suo mandato come presidente e non prima, come scrive Marrucci

2)   Il consorzio ha speso 900.000 euro in studi internazionali sulla macchina mentre gli altri 60 milioni a cui si fa riferimento sono nella cassaforte del MIUR (Ministero Università e Ricerca) e non sono mai stati trasferiti all’INFN

3)  Il Cabibbolab prevede revisori dei conti nominati da MIUR

4)   Non “sembra” che il progetto sia stato abbandonato. Il progetto E’ stato abbandonato quando gli studi hanno rivelato il suo costo eccessivo. L’INFN ne ha dato comunicazione pubblica mesi fa e ha utilizzato questo tempo per studiare due progetti alternativi.

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Dalla Gelmini in poi tutti a riempirsi la bocca con la meritocrazia, che però avvantaggia sempre gli amici. Consigliata dai soliti tromboni ultraliberisti a un certo punto la Gelmini si era convinta che mettere i soldi nel nostro sistema di ricerca equivaleva a buttarli nel cesso. Gli indicatori in realtà continuano a dire che la ricerca italiana, per quanto povera, produce tante idee nuove quante in Francia o in Germania. Ma la Gelmini con gli indicatori ha sempre avuto qualche problemino.

E allora via con l’accetta. La prima vittima fu il Fondo di Funzionamento ordinario degli enti di ricerca, con un bel -15%. Tagli lineari? Giammai. L’idea era quella di restituire quel 15% attraverso dei bandi che avrebbero premiato solo i progetti più meritevoli. Per selezionare i progetti più meritevoli in tutto il mondo occidentale si mette la comunità scientifica attorno a un tavolo e si valutano nel merito. La Gelmini però di quella comunità proprio non si fida, e allora cosa fa? Decide da sola.

Ed ecco i 3 progetti scelti dalla Maria Stella nazionale e finanziati con centinaia di milioni di euro.

Il primo si chiama SuperB factory. Non è proprio il famoso tunnel che secondo la Gelmini univa il Cern di Ginevra con il Gran Sasso ma sarebbe comunque dovuto essere un accelleratore acceleratore di particelle all’avanguardia. A gestire i fondi un consorzio di diritto privato nato dalla collaborazione tra Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e Università di Tor Vergata chiamato Cabibbo-Lab. A guidarlo è l’ex presidente dell’INFN Roberto Petronzio, che però s’è nominato da solo, con la penultima delibera dell’ente di ricerca prima che decadesse il suo mandato. In 3 anni al consorzio sono stati trasferiti circa una sessantina di milioni, ma nessuno sa se e come siano stati spesi, visto che il consorzio non è soggetto ai controlli della Corte dei Conti e che il progetto sembra definitivamente naufragato.

Il secondo si chiama RITMARE – Ricerca Italiana per il Mare. Capire di cosa si tratti in soldoni non è banale, perchè prima l’hanno finanziato e solo dopo hanno fatto il progetto. C’è stato un finanziamento iniziale imponente che è servito per comprare un po’ di attrezzatura che però adesso se ne sta ferma in un angolo, perchè i finanziamenti successivi che sarebbero serviti per pagare chi la avrebbe dovuta usare non sono mai arrivati. L’unica cosa che rimane in piedi è la costruzione di una nave rompighiaccio, che non si capisce come possa servire a fare ricerche che inizialmente dovevano riguardare l’ambiente marino mediterraneo. E infatti in molti sospettano si tratti in realtàdi finanziamenti alla cantieristica camuffati, con l’aggravante che grazie alla scusa del progetto di ricerca non è stata neanche indetta regolare gara d’appalto.

Ma il mio progetto preferito (e anche il preferito di Maria Stella) si chiama Cosmo Skymed II Generation, ed è un sistema di due satelliti e una stazione base per l’osservazione della superficie terrestre ad alta risoluzione. A gestire i 600 milioni di fondi previsti in 3 anni è l’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana, guidata con mano ferma dal leggendario Enrico Saggese. Fedelissimo di Gasparri, Saggese è stato a lungo il braccio destro di Guarguaglini in Finmeccanica, che degli 800 milioni che ogni anno gestisce l’ASI è in assoluto il maggior destinatario. Per l’ASI il progetto è una vera e propria manna, che gli permetterà di rientrare dai quasi 90 milioni di euro spesi per la nuova sede, contro i 20 previsti inizialmente. Speriamo comunque gestiscano questa pioggia di quattrini in modo più trasparente di quanto gestiscono le nomine ai vertici delle controllate. Come la società consortile Cira, dove Saggese si è autonominatoalla guida del cda, 90 mila euro di indennizzo l’anno compresi. A capo di e-Geos invece è stato designato il consigliere Nazzareno Mendolesi, e a capo di Asitel il consigliere Marco Airaghi, già deputato di Alleanza nazionale, amico e consigliere per le attività aerospaziali dell’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa. I due, pochi mesi dopo, hanno restituito il favore confermando per la seconda volta Saggese a capo di Cira.

 

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