Le manifestazioni sul Tevere che hanno animato l’Estate Romana del 2012 sono finite nel mirino della Procura. Tutto è partito dalla denuncia del consigliere uscente del I Municipio Nathalie Naim che aveva raccontato di “subconcessioni a prezzi d’oro” delle banchine tiberine: ora sono stati aperti tre fascicoli contro altrettante società che gestivano la kermesse. I pubblici ministeri Francesco Dall’Olio, Santina Lionetti e Simona Marrazza dovranno verificare se le associazioni Gli amici di Trastevere, la XIII Società cooperativa sociale e la ditta Alessandro Buzzi abbiano rispettato le modalità di assegnazione delle concessioni. Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono invasione di terreni e abuso d’ufficio. A focalizzare l’attenzione degli investigatori sono i prezzi di assegnazione bassi e la successiva decisione degli organizzatori di subappaltare la concessione ad altri imprenditori, al momento estranei al perimetro delle indagini. Secondo un calcolo per difetto era emerso che su 10 concessioni ufficiali c’erano un centinaio di locali diversi. “I concessionari in questione non possono subaffittare i loro spazi – ribadisce Naim – Le banchine tra l’altro, pagate a prezzi da elemosina, sono state date in subconcessione a decine e decine di altre società o associazioni a prezzi esorbitanti, con guadagni considerevoli”.

La Naim nel corso dei mesi ha raccolto i documenti della Regione con i canoni inerenti le concessioni ed ascoltato alcuni operatori che segnalavano subconcessioni con importi anche mille volte superiori rispetto ai costi iniziali, poi ha presentato un esposto in Procura. “Finalmente la magistratura si è attivata – prosegue Naim – ma lo hanno fatto anche alcuni imprenditori che ho denunciato e che hanno deciso di querelarmi. Le mie segnalazioni si basano sulle carte acquisite che attestano le subconcessioni in questione, su quanto comunicatomi dalla polizia giudiziaria che ha svolto le indagini e su quanto accertato nei sopralluoghi con testimoni”.

Nel verbale del tavolo tecnico della Regione Lazio del 24 aprile 2012 si legge che sono vietati – pena la decadenza – l’affitto o la subconcessione degli spazi concessi. Tutte le autorizzazioni, permessi e nulla osta “debbono essere inderogabilmente accordati dai competenti organi preposti – si legge – unicamente in capo al titolare della concessione rilasciata dalla Regione Lazio, configurandosi altrimenti la subconcessione o la sublocazione a terzi o il subentro non autorizzato nella titolarità della concessione assentita, con il consequenziale immediato avvio del procedimento di decadenza”. Anche per questo la polizia giudiziaria ha intimato agli uffici competenti della Regione di avviare la procedura di decadenza. Per quest’estate però pare che le concessioni non siano state revocate e le stesse manifestazioni sulle banchine del Tevere sono state nuovamente autorizzate: lo ha deciso il tavolo congiunto Mibac-Comune.

Non ci sono solo le subconcessioni ad essere finite nel mirino della magistratura. Anche il superamento dei limiti acustici ha fatto scattare l’inchiesta. Rumori che a volte doppiavano il limite di decibel previsto, anche a pochi metri dagli ospedali. I rilevamenti fonetici operati dalla stessa consigliera hanno registrato lungo tutto il fiume valori che oscillavano tra i 70 e i 90 decibel, violando sistematicamente il tetto massimo previsto di 55. Valori confermati anche dall’Arpa Lazio per l’estate 2011: un documento attestava che molti locali erano senza il nulla osta per l’impatto acustico.

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