Napoli a piedi. Napoli coi bus fermi: non c’è più una goccia di gasolio, l’azienda municipale lo comunica con uno status su Facebook, come fosse una cosa sulla quale scherzare.

Napoli stremata. Non ci sono soldi per i servizi sociali, per l’assistenza ai disabili, per le scuole. Maledizione a chi ci ha lasciato solo debiti, dice l’amministrazione di Luigi de Magistris. Spiegazione sostanzialmente vera. Ma che non consola nessuno.

Napoli avvilita. Napoli impaurita dall’ennesimo omicidio di camorra. Due, stavolta. Due ragazzi di 20 anni, uccisi senza pietà a Ponticelli.

Napoli umiliata. Napoli che sembra bombardata: chi la percorre in auto (e ci sono alternative?) deve fare lo slalom tra buche profonde come voragini, basta un giorno di pioggia che salta tutto.

Napoli è una città provata. Sull’orlo del ko. Sai quanto ce ne frega sentirci ripetere che è bellissima, che bisogna difenderne l’immagine a ogni costo? Peccato che chi la pensa così, spesso, pontifica da Roma, Napoli l’ha abbandonata da tempo, non sa cosa significa affidare i tempi della propria vita ai pullman e alla Circumvesuviana, due scommesse perdenti.

Napoli col lungomare liberato. Napoli coi negozi che chiudono. Napoli che è tutta colpa di Saviano che scrive della camorra e ne rovina la cartolina. Napoli che è tutta colpa di de Magistris che pensa solo al centro e dimentica le periferie. Quanta mediocrità nel dibattito. Coi politici che sembrano buoni soltanto a scaricare le colpe l’uno addosso all’altro.

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