Un tavolo a cui siedono Franco Battiato e Lucia Borsellino, vicini ad Antonello Cracolici, uomo forte del Pd che volle allearsi con Raffaele Lombardo, e un front man dell’Udc come Nino Dina, ex braccio destro di Cuffaro, o Lino Leanza, ex assessore dello stesso Lombardo. Sembra un tavolo prodotto dalla fantasia di qualcuno e invece è quello che sta cercando di costruire Rosario Crocetta, il neo governatore della Sicilia che sta lavorando alacremente alla sua prima giunta di governo.

Se gli spifferi che trapelano nelle ultime ore dovessero alla fine concretizzarsi si tratterà di una giunta double face, composta sia da assessori tecnici che dai leader politici che hanno appoggiato la corsa dell’ex sindaco di Gela fino a Palazzo d’Orleans. Il nome più noto che potrebbe fare parte del nuovo governo Crocetta è quello di Franco Battiato: il cantautore catanese, autore di brani di culto nella storia della musica italiana, si è mostrato disponibile ad accettare l’incarico di assessore ai Beni culturali. “Incontrerò Crocetta a quattr’occhi – ha rivelato l’autore di “Povera Patria” – e gli farò presente le mie esigenze e perplessità. E’ un’occasione unica per contribuire alla crescita della Sicilia, e se posso una mano la do volentieri”. L’altro elemento non politico che farà certamente parte della giunta Crocetta è Lucia Borsellino, primogenita di Paolo, magistrato assassinato in via d’Amelio il 19 luglio del 1992, che già in campagna elettorale era stata investita dell’incarico di assessore alla Sanità, settore in cui è stata dirigente regionale per alcuni anni.

Due nomi accolti con interesse dalla coalizione che sostiene Crocetta, seppur con qualche riserva. “E’ molto positivo che in questa giunta compaia la Borsellino, un nome e una storia super partes, a testimonianza di un percorso cittadino che continua. Ed è un dato importante anche l’impegno che potrebbe venire da un maestro come Franco Battiato, nonostante sia sempre stato fuori dalla politica” è il commento di Fabrizio Ferrandelli, già candidato sindaco alle ultime amministrative palermitane e ora eletto all’Assemblea regionale siciliana con quasi ottomila voti da indipendente nella lista del Pd. “Io credo però – puntualizza Ferrandelli – che una giunta di soli tecnici non possa bastare: ci vuole un orientamento politico ai vertici degli assessorati. D’altra parte gli ultimi governi di Raffaele Lombardo erano formati da tecnici e non mi sembra abbiano fatto chissà quale bene alla Sicilia. L’importante è che in giunta sia visibile la discontinuità con il passato: io voglio bene a Rosario, mi ha sostenuto affettuosamente durante le primarie, ma non starò zitto davanti a possibili inciuci. In giunta non ci deve essere nessuno riconducibile al sedicente “patto della crocchè”, e quindi a Miccichè e Lombardo”.

Le poltrone che Crocetta destinerà agli elementi politici sono ancora oggi oggetto di contrattazione tra i due partiti che lo hanno sostenuto. Il Pd reclamerà sicuramente una poltrona per la corrente di Beppe Lumia e Antonello Cracolici, i registi dell’accordo con il Movimento per l’autonomia, durante l’ultima legislatura. Sul fronte dell’Udc invece si era parlato di un possibile impiego di Nino Dina, ex braccio destro di Cuffaro già indagato per concorso esterno a Cosa Nostra e poi scagionato. Possibile è invece la nomina di Lino Leanza, già vice presidente dello stesso Cuffaro, poi assessore di Lombardo e capogruppo del Mpa, ora eletto con il partito di Pier Ferdinando Casini. “Io non credo che il caso di Lino Leanza sia passibile di continuità con Lombardo – dice però Ferrandelli – per il semplice fatto che Leanza comunque a queste elezioni ha sostenuto Crocetta, aveva abbandonato il Mpa da prima, ci ha messo la faccia. E situazioni simili si sono trovate un po’ ovunque: penso per esempio al caso di Carmelo Lo Monte, ex esponente del partito di Lombardo, candidato nell’Italia dei Valori”. Se i progetti di Crocetta dovessero andare in porto sarà a questo punto interessante vedere in che modo potrebbero rapportarsi assessori con una storia assolutamente diversa come Battiato e Cracolici o Lucia Borsellino e Nino Dina. Ferrandelli è fiducioso: “Credo che Rosario saprà creare una giunta coesa”.

Nel frattempo a Palazzo dei Normanni è cominciata la battaglia per la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana. Gianpiero D’Alia, luogotenente siciliano di Casini, aveva offerto il prestigioso scranno al Movimento 5 Stelle, che si è affermato come la prima forza alle ultime elezioni regionali ottenendo quindici seggi. I ragazzi di Giancarlo Cancelleri non hanno però esitato un attimo a rifiutare l’offerta dell’Udc. Una mossa che non è piaciuta a Ferrandelli: “Mi dispiace che i 5 Stelle abbiano rifiutato di presiedere l’Ars, un ruolo che gli spetta per prassi dato che sono il partito più forte. Con loro condivido molti punti del programma ma è il caso che inizino a prendersi le proprie responsabilità”. Adesso per la sedie più alta del palazzo che fu di Federico II sembrano avvantaggiate due donne: la segretaria regionale della Cgil Mariella Maggio, eletta nella lista di Crocetta, e Concetta Raia del Pd.

 

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