“Se fosse stato operativo questo provvedimento anche il processo Spartacus ne avrebbe risentito”. I magistrati della direzione distrettuale antimafia di Napoli lanciano l’allarme commentando la riorganizzazione della distribuzione degli uffici giudiziari contenuto nel decreto legislativo varato dal governo, il numero 155. I pubblici ministeri anti-clan confidano nell’impegno dell’esecutivo per apporre le opportune modifiche. Al momento i fatti sono altri. Spartacus è il celebre processo, arrivato a sentenza in Cassazione, che ha messo alla sbarra i vertici del clan dei Casalesi, spazzando via la pretesa di impunità di boss e il loro sistema di coperture e potere. Il decreto legislativo 155 riordina i tribunali, cancellando quelli più piccoli, e in provincia di Napoli segna la nascita del tribunale di Napoli nord, atteso da dieci anni. Nelle pieghe del provvedimento c’è anche una rimodulazione delle competenze che assegna al Tribunale di Napoli Nord quelle relative al distretto di Aversa e, quindi, molti comuni casertani da Casal di Principe a Casapesenna passando per San Cipriano d’Aversa, feudi del potere casalese.

“In un prossimo processo contro il clan – spiegano in procura – la competenza a giudicare sarà di questo tribunale o di quello di Santa Maria Capua Vetere, competente, invece, sull’area di Castelvolturno e dintorni? Con questa modifica si divide un’area geografica che rappresenta un unicum criminale e si apre ad una evidente incertezza sulla competenza territoriale nei futuri procedimenti”. Si favorirebbe un ginepraio di ricorsi per competenza con rimpalli dei procedimenti tra tribunali. “E’ un problema – spiega Francesco Valentini, presidente dell’Associazione nazionale magistrati di Napoli – del quale non avevamo bisogno. In futuro potrà anche trovare soluzione, ma non ne comprendiamo la ragione”.

Allarme condiviso anche dalla camera penale di Santa Maria Capua Vetere: “I processi sui Casalesi saranno divisi tra i tribunali di Santa Maria e Napoli nord con un problema enorme di competenza nell’ambito di reati associativi”. Problema che si presenterà anche per i processi ai concorrenti esterni celebrati a carico della zona griglia: politica e mondo delle professioni. La politica locale, Pdl in testa, intanto, si divide su dove realizzare il tribunale senza sollevare alcuna criticità sulla reale efficacia del nuovo riordino degli uffici giudiziari. “Io credo che ci sia un possibile problema di competenza – dichiara Raffaele Magi, magistrato ed estensore della sentenza Spartacus – ma il tema vero è anche un altro: quello degli organici. Se il progetto Napoli Nord serve a decongestionare i carichi di lavoro, con l’arrivo di nuovi magistrati è un bene. Se, al contrario, le toghe saranno sottratte agli uffici di Santa Maria e Napoli i problemi sarebbero numerosi”.

A luglio lo schema di decreto fu sottoposto all’attenzione di Csm e Anm. “Ponemmo il problema della previsione di un Tribunale di Napoli Nord che non disponeva della relativa procura e dell’ufficio gip – continua Valentini – ma in quella proposta non c’era la rimodulazione territoriale”. Nel decreto legislativo pubblicato a settembre sulla Gazzetta ufficiale, invece, è diventata operativa la rimodulazione dopo i pareri della commissione giustizia Senato e Camera, in quest’ultima è avvenuta la modifica. Non c’è solo il problema della competenza, ma anche del carico di lavoro per la Corte di Assise di Napoli che dovrà giudicare per delitti commessi nell’area partenopea e anche nei comuni casertani. “Vorremmo interloquire con il governo – conclude Valentini – per capire se dopo questa rimodulazione ci sarà anche un rafforzamento della pianta organica, sia di magistrati che di personale amministrativo. La Corte d’appello di Napoli, ad esempio, attualmente impiega due anni per fissare le udienze per imputati a piede libero. Attendiamo interventi di sistema altrimenti non si avrà nessun miglioramento”. L’efficienza e il risparmio auspicati dal governo avrebbero, nei fatti, l’effetto di bloccare la macchina della giustizia.

 

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