Pochi mesi fa, l’Italia era il cattivo d’Europa. Il primo Ministro tedesco poteva pubblicamente urlare in faccia al Primo Ministro italiano: “La crisi dell’Euro è colpa tua!”. Molti italiani la pensavano allo stesso modo. Due mesi dopo, l’Italia non solo è rispettata nel mondo, ma ispira una crescente simpatia, perché vittima di un’aggressione ingiustificata quanto letale. Il coro di proteste in sua difesa cresce ogni giorno. La manovra di Monti ha fra gli altri meriti anche quello di aver diradato la nebbia sulle responsabilità della crisi.

Il cattivo, il paese canaglia è la Germania. Non gli americani: fanno il possibile per salvare l’euro. Non gli speculatori senza patria: ci sono sempre stati, sono solo il sintomo del vero problema (chi comprerà i BTP alle prossime aste). Non le Agenzie di Rating, che ci declassano dopo i mercati, perciò non contano.

La Germania (dietro la quale si nascondono altre responsabilità) semplicemente impedisce all’Europa di attivare i normali meccanismi difensivi necessari per superare la doppia crisi: finanziaria, e della domanda aggregata. È in gioco la nostra sicurezza nazionale? La nostra democrazia? Il nostro benessere? La stabilità del nostro continente? Sì. E come se ci avessero dichiarato guerra. Qualcuno vuole di nuovo germanizzare l’Europa .

Dietro a ogni guerra c’è un’ideologia, una “morale”. L’ideologia crea gli interessi, non viceversa. Li fa apparire “reali”, li trasforma in immaginarie necessità, ai fini della sopravvivenza identitaria o fisica.

Questa volta l’ideologia è una favola: “La cicala e la formica”. Prima versione: siete in crisi perché spendaccioni, come i greci! Smentita dai numeri di Spagna e Portogallo (meno debiti pubblici dei tedeschi), Irlanda (niente debiti, ma obbligata da un ricatto a socializzare le perdite delle banche; la BCE incontra difficoltà crescenti a coprire la vicenda), dalla manovra di Monti, e dal martirio greco (l’IMF si sta ribellando). Seconda versione: noi tedeschi abbiamo fatto tanti sacrifici per diventare più competitivi: ora volete i nostri soldi per salvarvi? Fate anche voi sacrifici! In realtà, la Germania è uscita in fretta dalla recessione del 2009 perché nel decennio precedente aveva fatto una svalutazione competitiva “interna”. Si è ritrovata perciò un boom delle esportazioni, casualmente al momento giusto. Per noi fare altrettanto ora è impossibile: la Germania difende il suo surplus commerciale e spinge gli altri in deficit.

Monti ieri ha fatto una dichiarazione sbagliata, ma non casuale. Ha chiesto aiuti alla Germania, confermando viepiù i pregiudizi tedeschi e provocando un secco “nein!”. Ma poi si è corretto: non vogliamo soldi, solo buona governance per abbassare gli spread. Aha! Finora aveva chiesto Fondo Salva Stati ed Eurobonds (= i soldi dei tedeschi), nonostante un Efsf declassato e penalizzato dagli spread. Politiche sbagliate, fallite prima di cominciare; pericolose per la Germania, e perciò giustamente avversate dalla Merkel.

La dura realtà dei mercati, le critiche della stampa libera rilanciate da parlamentari PD e PDL, stanno spostando il professore milanese su posizioni culturali e negoziali più adeguate. Vediamo di non perdere altro tempo. Ci sono tre corollari:

1) Se l’Italia non chiede finanziamenti all’Europa, non li chiede neanche alla BCE! Ergo, la BCE deve percorrere la via alternativa: non costa un euro, e genera circa 10 miliardi di capital gains (di cui 2 da distribuire alla Germania).

2) Se insistono con la falsa, screditatissima storia dello Statuto BCE che impedisce di fare il necessario, l’Italia chieda che il prossimo trattato Europeo ne contenga una modifica. Monti deve scegliere fra le storture ideologiche dell’Eurozona e la salvezza della patria: è già successo (F.D.Roosevelt). La Merkel rimarrà sconvolta dall’idea che la BCE possa diventare una banca centrale normale … come la Fed o la Bank of England! Ma non si vede perché noi dovremmo firmare un Trattato di iper-austerità, e avere in cambio solo vaghe promesse.

3) Se la Germania non ci sta, l’arma che usa contro di noi (il default del’Italia) deve essere brandita contro di lei. Il corso forzoso non sarebbe la fine del mondo. Sarebbe una cosa dura, ma meno della guerra nucleare. La guerra fredda è rimasta tale perché le due potenze hanno credibilmente minacciato di reagire in caso di attacco avversario. E Monti avrebbe l’appoggio del mondo intero; compresi il 40% dei tedeschi. Se la sente?

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