Questo Parlamento va “assediato”. Lo faranno i cittadini che non si arrendono. Loro sono nel Palazzo perché li abbiamo votati. La Costituzione dice che i sovrani siamo noi e lo devono ricordare. Io ho firmato nel 2007 per la proposta di legge Parlamento Pulito. Ho fatto un’ora e mezza di treno e un’ora di fila sotto al sole per dire che non voglio condannati in Parlamento. Poche legislature, poi bisogna lasciare spazio ad altri. Sono state raccolte 350 mila firme e sono passati quattro anni senza che questi politicanti discutano una proposta di legge popolare.

Se ne devono andare. Devono fare i bagagli e sparire. Hanno preso a calci in faccia la democrazia. Le nostre firme sono finite nei sotterranei del Parlamento. No, cari signori. Non ve la potete cavare così. Ci sono italiani che hanno ancora la schiena dritta e ve lo dimostreranno. Verranno sotto le vostre finestre e in silenzio vi ricorderanno che la politica è al servizio dei cittadini, non il contrario . Il vostro mandato è frutto di una nostra firma su una scheda elettorale. E le nostre firme hanno valore. La dovete discutere, questa proposta di leggere popolare firmata da 350 mila cittadini. La dovete discutere e approvare.

Viviamo un momento tremendo in Italia. Non si può stare fermi. Non si può far nulla. Il 10 settembre sarò anch’io a Roma con Beppe Grillo, davanti al Parlamento. Voi ci sarete? Passate parola, allora. Diffondete la notizia ai vostri amici, ai nonni, i genitori, gli insegnanti, la gente perbene di questo Paese. Assediamo il Palazzo col potere del silenzio. Lo sguardo senza parole è più potente di mille rivoluzioni. Vi faccio un esempio: tanti anni fa avevo un frigorifero rotto. Lo portai a riparare e dopo un mese tornai a porenderlo, ma il tecnico l’aveva venduto. A Napoli succede anche questo. Non avrei ottenuto nulla protestando. Per capirlo bastava guardare in faccia il titolare del negozio di riparazione: era un furbone. Allora rimasi fermo a breve distanza da lui, senza parlare. Dieci minuti. Venti minuti. Il ladrone mi guardava e borbottava: «Guarda, guarda pure… tanto il frigorifero l’ho venduto.». Passò mezz’ora. Quaranta minuti. In silenzio a fissarlo. Alla fine crollò: «E va bene! Ecco i soldi del tuo frigorifero!!!»

Dobbiamo essere in tanti. Dobbiamo fissare negli occhi questi politici che se ne fregano di noi. E se necessario, torneremo davanti al Parlamento per ricordare – a quelli che prenderanno il loro posto alle prossime elezioni – che le proposte di legge popolare vanno discusse e approvate. È volonta popolare, cari signori. Allora animo, navigatori. Usiamo la Rete e i social network per affollare piazza Montecitorio come fosse la nostra piazza nordafricana. Fate girare questo link su qualunque piattaforma digitale o blog. Scrivete qui il vostro commento e dite che ci sarete. Attiriamo l’attenzione dei grandi mass media internazionali. Facciamo vedere che siamo ancora vivi e pronti a combattere per il futuro del nostro Paese. E soprattutto: sventoliamo la nostra firma!

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