La “visita di cortesia” come è stata definita dal portavoce della Santa Sede, Federico Lombardi, è durata solo mezz’ora. Ma l’incontro tra Papa Benedetto XVI e il premier José Luis Rodriguez Zapatero, seppur breve, rappresenta un passaggio delicato per il governo socialista. Al di là dei contenuti del colloquio, il vertice assume un aspetto soprattutto simbolico nelle relazioni tra Madrid e il Vaticano. Gli anni Zapatero hanno segnato il record di frizioni tra i due governi. Almeno a livello europeo. Una bufera provocata da leggi e riforme coraggiose, come l’ultima ancora in discussione sull’eutanasia o la riforma della legge sull’aborto in cui è stato ampliato il diritto di esercitare l’interruzione di gravidanza. Una legge che nel 2009 ha scatenato le ire della Chiesa cattolica spagnola che spalleggiata dal PP, ha portato centinaia di migliaia persone in piazza. Qualche anno prima aveva fatto scandalo il matrimonio per le coppie omosessuali, riservando loro gli stessi diritti delle coppie etero, tra cui l’adozione di un figlio.

Un insieme di battaglie condotte senza incertezza dai socialisti spagnoli e che hanno fatto di Zapatero un paladino dei diritti civili. Senza tentennare il premier ha perseguito la strada del socialismo ciudadano della società spagnola.

L’anno scorso alla precedente visita del Pontefice, in Galizia e a Barcellona, Zapatero si era limitato a recarsi all’aeroporto del capoluogo catalano per un saluto. Ora la situazione nel paese è in rapida trasformazione e malgrado il premier sia sul punto di togliersi dai riflettori diretti della scena politica, un incontro con il Pontifice potrebbe essere utile alla causa socialista. Le elezioni anticipate sono alle porte, il 20 novembre, e almeno nei sondaggi il Partito Popolare è in deciso vantaggio.

Invece per il Vaticano la Spagna rappresenta un baluardo che non può essere ceduto. La breccia aperta da Zapatero rischia di diventare un pericolo a livello internazionale. Non è quindi un caso se a livello europeo la Spagna è il paese più visitato da Papa Benedetto XVI.

Nell’incontro durante la Giornata della Gioventù di Madrid i due capi di stato hanno volutamente evitato argomenti fonte di divergenze. Al centro del colloquio è stata affrontata soprattutto la questione economica, problema che il Pontefice ha detto di avere a cuore. Il premier Zapatero ha assicurato che nel paese verranno applicate le misure per superare la crisi.

Altro elemento di preoccupazione la disastrosa emergenza alimentare nel Corno D’Africa. Sulle rivolte nel mondo arabo il premier spagnolo ha sottolineato l’importanza del processo democratico per garantire la libertà religiosa. Infine Benedetto XVI ha espresso la sua inquietudine, riferendosi agli attacchi in Norvegia, per la crescita dell’ideologia xenofoba in Europa.

Le critiche alla politica del governo però, anche se non dirette, sono risuonate direttamente nel cuore di Madrid dove il Papa davanti a migliaia di giovani fedeli in riferimento ad aborto e eutanasia aveva detto: “C’è chi pensa di poter decire su chi è degno di vivere o su chi può essere sacrificato (..) E’ importante non soccombere alle loro scelte perché conducono all’evanescenza, a un’esistenza senza orizzonte, una libertà senza Dio”.

Nella capitale spagnola intanto è però il dissenso in questi giorni ad essere bandito. A poca distanza dove si stava celebrando la via crucis, sono stati di nuovo caricati i manifestanti laici scesi in piazza contro la violenza della polizia. Il candidato socialista Alfredo Perez Rubalcaba ha assicurato un’inchiesta contro gli abusi della polizia.

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