Molto spazio alla riduzione dei costi della politica (locale), pochi dettagli su tagli e tasse, argomento che fa “grondare sangue” al cuore del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. In una conferenza stampa capitanata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il governo ha presentato il decreto sulla manovra bis approvato ieri sera.

I numeri annunciati sono questi. Per il 2012, sei miliardi di euro di tagli sui trasferimenti agli enti locali; altrettanti ai ministeri. Quanto alle entrate, un miliardo arriverà dall’aumento al 20% della tassazione sulle rendite finanziarie; un altro miliardo da nuove imposte sul gioco e dall’aumento delle accise sui tabacchi; un miliardo dalla lotta all’evasione e altrettanti dall’anticipo delle norme sulla previdenza. Infine, circa 4 miliardi dalla delega assistenziale. Tremonti accenna anche a un non meglio precisato programma di “liberalizzazioni”.

Non saremmo arrivati a questo punto, ha premesso Tremonti, se in Europa “ci fossero gli Eurobond”. Il testo della manovra, ha precisato, sarà pubblicato domani in Gazzetta Ufficiale, dopo la “bollinatura” della Ragioneria dello Stato e la firma del Presidente della Repubblica. Il ministro ha anche annunciato che quest’estate, nel “tempo libero”, lavorerà a un libro che spiegherà le ultime settimane convulse dei conti pubblici e dei mercati finanziari europei.

Sul taglio dei costi della politica interviene il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli. Cita per prima cosa il disegno di legge costituzionale che porterà al dimezzamento del numero di parlamentari. Sulla manovra approvata ieri, Calderoli ha spiegato che sono state tagliate le indennità dei parlamentari in misura doppia di quanto toccato ai dipendenti pubblici: “Abbiamo applicato ai parlamentari quanto previsto per i dipendenti del pubblico impiego (e a tutti i lavoratori, ha precisato Tremonti) raddoppiando l’entità dei tagli: 10% tra 90 e 150.000 euro e 20% sopra i 150.000”. Saranno dimezzate agli onorevoli che svolgono un’altra professione. Riduzione del 20% di consiglieri regionali (da 775 a 610 in tutta Italia) e degli assessori. I loro stipendi non potrranno superare comunque la retribuzione dei parlamentari. Tremonti ha anche accennato alla “soppressione degli enti con meno di 70 dipendenti” e alla drastica riduzione dei consiglieri del Cnel.

Calderoli conferma la soppressione delle province che non raggiungono i 300 mila abitanti o non superano i 3 mila chilometri quadrati di superficie. In attesa dei dati del censimento di quest’anno, la scure dovrebbe abbattersi su un numero di amministrazioni provinciali compreso tra 21 e 35. Con in più il taglio del 50 per cento dei consiglieri e degli assessori provinciali. Confermato anche l’accorpamento dei piccoli comuni. I Comuni con meno di mille abitanti avranno solo il sindaco, senza alcun assessore. In tutto, stima Calderoli, dovrebbero sparire circa 50 mila poltrone politiche in tutta Italia. E il federalismo fiscale, che “non è morto”, entrerà in vigore anticipatamente dal 2012.

Sul fronte dello “sviluppo”, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi mette l’accento sulla contrattazione decentrata, “anche in deroga ai contratti nazionale e alle leggi espressamente richiamate nel decreto, riguardo per esempio l’orario, il mansionamento, la videosorveglianza, le collaborazioni coordinate continuative”. Queste ultime “entrano nella disponibilità della contrattazione aziendale, a differenza di quanto accedeva fino a oggi”. In altre parole, “gli accordi di Pomigliano e Mirafiori saranno estesi a tutti i lavoratori”, ha chiarito il ministro.

Altre norme riguardano la “limitazione dell’abuso dei tirocini” e l’introduzione del reato di caporalato. Sacconi ha menzionato anche alcune misure di liberalizzazione delle libere professioni.

Arrivando al cuore della manovra bis, questa “anticipa al 2013 l’anno del pareggio”, dice Tremonti. “Sul 2011 i numeri restano invariati rispetto alla manovra originaria. Sul 2012 la manovra sale a 25,7 miliardi e sul 2013 a oltre 49 miliardi”. Quest’anno però si potrebbe arrivare comunque a un rapporto deficit/pil migliore del previsto 3,9%.

Nel settore energetico torna la Robin Hood Tax, “ferme restando le bollette per le famiglie”. La Robin Hood Tax”dovrebbe portare due miliardi di euro, che andrebbero a ridurre di un miliardo i tagli ai ministeri e di altrettanto i tagli agli enti locali. Cancellato ancora prima di nascere il (discusso) sistema Sistri, la tecnologia che avrebbe permesso di tracciare il percorso dei rifiuti, per contrastarne lo smaltimento abusivo.

Confermata l’aliquota unica al 20 per cento delle rendite finanziarie, esclusi i Bot. Un miliardo sarà recuperato da accise su giochi e tabacchi. Entrano in vigore anche la tracciabilità delle transazioni sopra i 2.500 e le sanzioni pesanti su chi non emette fattura, compresa l’espulsione dall’ordine professionale. Il ministro dell’Economia ha ridimensionato la portata del provvedimento sulla tredicesima dei dipendenti pubblici di uffici che non raggiungono gli obiettivi prefissati: “Non è un taglio ma uno slittamento nell’erogazione”.

Sul fronte della pensioni, Sacconi ribadisce le misure anticipate ieri, a partire dal via nel 2016 del progressivo innalzamento dell’età pensionabile fino ai 65 anni. Abolite, aggiunge Tremonti, le promozioni “last minute” poco prima di lasciare il lavoro, con conseguente miglior trattamento previdenziale.

Riguardo alle festività accorpate, Tremonti ha precisato che le feste religiose (e quella patronale di Roma) sono fissate dal Concordato e quindi non possono essere toccate liberamente dal Parlamento.

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