Come vi sentireste se foste i soli ad usufruire di un diritto, mentre tutti i vostri colleghi non possono?

Lavoro al Comune di Roma e, avendo un figlio diversamente abile, usufruisco dei benefici previsti dalla Legge 104/92. Nel 2000 la ex ministra Turco si fece promotrice del decreto legislativo 151 che istituì per i familiari di disabili gravi il diritto di usufruire di due anni di aspettativa retribuita da prendere anche frazionata.

Questa legge si presentò come un ancora di salvezza per tutte quelle mamme che alla chiusura della scuola non sanno proprio come fare per andare a lavorare. Molti bambini disabili non sono facilmente gestibili e non tutti i centri estivi sono in grado di tenerli. Ne consegue che molte mamme decidono di prendere l’aspettativa ed avere cura dei propri figli per tutta l’estate.

Sembra un bel quadro, vero? E invece no, perche l’ostacolo è sempre in agguato. Il Comune di Roma interpreta l’applicazione di queste leggi in maniera alternativa, così che nel corso dello stesso mese non si possono prendere i tre giorni previsti dalla legge 104/92 e quelli previsti dal d.lgs. 151/00, contrariamente a quanto previsto dalla circolare dell’Inps n° 53/08.

Mi sono rivolta al Tribunale del Lavoro e il 10 agosto 2010 ho vinto il ricorso. La sentenza dice chiaramente che l’interpretazione del Comune di Roma è errata e lo condanna a restituire a me i giorni che mi erano stati negati. “Vittoria!”, ho gridato, vittoria per me e per tutti i dipendenti comunali che hanno in famiglia disabili gravi. E invece no, il Dipartimento I del Comune di Roma ha mandato una nota al mio Ufficio secondo la quale io, e solo io, posso cumulare i benefici, gli altri dipendenti no. Così nella mia stessa stanza lavora una collega che ha i genitori malati, ma lei è esclusa. Nel mio stesso ufficio ci sono altre mamme nelle mie condizioni, ma loro sono escluse.

Mi sono rivolta allora alla Cgil che ha subito inviato una nota al Dipartimento per allargare i diritti che la legge sancisce a tutti, ma niente. L’estate sta arrivando, la scuola sta chiudendo e niente. Il Comune di Roma continua a negare i diritti ai familiari dei disabili gravi e non cambia niente.

Alla faccia della politica per la famiglia!

Articolo Precedente

“Invertiamo la rotta”, adolescenti in barca
a vela per vincere il disagio sociale

next
Articolo Successivo

EuroPride, una sfida
per la politica italiana

next