Caro PD,

ti scrivo perché in queste ultime settimane ci siamo frequentati molto.

Sono giovane, dicono. Un giovane regista e giornalista, che non ha ereditato la professione dalla famiglia. Ti scrivo perché non era mai capitato, che ci si frequentasse. Ma venire a presentare il mio “Protezione civile SpA” alle tue feste era un’occasione troppo interessante perché io mantenessi la mia freddezza nei tuoi confronti.

Sia chiaro: non ho preconcetti irremovibili verso di te.

E’ che ce la metti proprio tutta per confermarli, questi preconcetti.

Sai, PD, se vedessi come reagisce la base, se ascoltassi le persone, quelle che ti dimentichi continuamente, quando racconto, per esempio, che i poteri di Protezione civile e i grandi eventi fanno comodo a logiche di profitto bipartisan, forse rimarresti sorpreso. E se tu fossi quel che dovresti, caro PD, ti renderesti conto che ci sono questioni profonde e urgenti da affrontare, al tuo interno.

Poi qualcuno, ogni tanto, mi chiede come hai fatto opposizione all’Aquila, caro PD. E mi tocca rispondere che non c’eri, dopo il terremoto e durante un lungo anno. Mi tocca rispondere che a volte andavi in piazza – sul territorio – con i cittadini e altre volte ti facevi fotografare con Berlusconi, con Bertolaso, con Obama. E che sei diventato complice, all’Aquila, della finzione mediatica di un miracolo che non c’è.

Quindi, all’Aquila ti sei comportato come ti comporti in Italia.

Sei ambiguo, incapace, ondivago, ambivalente, incoerente, sconnesso dalla realtà. Non sai più parlare di temi importanti. Inviti Schifani a Torino e il giorno prima ti senti dire da Piero Messina, giornalista siciliano, che la cosa è assurda. Ti senti dire da me che sei evanescente, all’Aquila e sul tema della Protezione civile di Bertolaso come altrove in Italia.

Che a volte diventi connivente.

E reagisci, per bocca d’una tua senatrice, dicendomi che fai le battaglie in aula.

Che siamo noi giornalisti a dover studiare gli atti parlamentari per conoscere le tue battaglie. E il territorio? Le persone? La comunicazione?

Ti fai contestare dai cittadini (viola? grillini? ha importanza davvero?) perché inviti Schifani alla tua festa più grande, e reagisci per bocca di un tuo deputato che usa a sproposito il termine “squadristi”.

Allora, PD, magari i nostri rapporti si interromperanno qui.

Mi dispiace molto, perché dovresti sentirli, quelli della base che applaudono quando ricordi loro che non metti fra le priorità il conflitto d’interessi, che insegui il pensiero unico, che non proponi una vera alternativa a Berlusconi e al sistema berlusconiano – che, ahimé, gli sopravviverà. E sopravviverà anche a noi, temo -.

Quando ricordi loro che non ci sei.

Quando ammettono che per metterti la crocetta sopra si turano il naso perché sei il meno peggio fra quelli che potrebbero, forse, pareggiare. Non vincere.

Quella base lì, caro PD, quella che non ascolti, quella che rincoglionisci dicendo “basta alle critiche da sinistra”, ha bisogno di un Paese migliore. Se lo merita proprio.

E tu, PD, non stai facendo molto per offrirglielo. Anzi. Offri alla tua base un Paese peggiore, prono ai satrapi e facile preda di chiacchiere populiste.

Con affetto, ma poca stima.

Articolo Precedente

Schifani e la casta degli ipocriti

next
Articolo Successivo

Fini: “Il Popolo della libertà è finito.
Governare non è comandare”

next