Presidenzialismo, Conte e Schlein ufficializzano il no a Meloni. Sponda di Azione e Italia Viva sull’ipotesi del premierato

A Montecitorio giornata di incontri tra governo e minoranze sulle riforme costituzionali. I centristi si smarcano dal resto delle opposizioni e aprono all'ipotesi dell'elezione diretta del premier "sul modello Sindaco d’Italia". Il leader M5s: "Disponibili per una Bicamerale". E propone una regola contro i cambi di casacca. La segretaria Pd chiede il cambio della legge elettorale: "Stop alle liste bloccate"

Aggiornato: 21:58

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    21:47

    IL PUNTO – No al presidenzialismo, Iv e Azione aprono al “premierato”: come sono andate le consultazioni con Meloni

    “L’elezione diretta del premier assicura stabilità al governo: è questa la più potente riforma economica che possiamo realizzare. E’ una nostra priorità e formuleremo una nostra proposta”. Giorgia Meloni rispolvera una delle sue promesse in campagna elettorale e va avanti. Ma il Pd e il M5s non ci stanno a un radicale stravolgimento dell’architettura istituzionale, al passaggio da una Repubblica parlamentare a una presidenziale. Tolto il presidenzialismo dove il no è da ‘campo larghissimo’, la giornata di consultazioni convocate da Meloni conferma che l’opposizione non ha una posizione unitaria sulle riforme. E certifica la sponda di Azione e Italia Viva sull’ipotesi del premierato, l’elezione diretta del premier s”ul modello Sindaco d’Italia”. I centristi si smarcano dal resto della minoranza attestata, dal Pd ai 5 Stelle passando per Verdi-Sinistra e Più Europa, sul no a qualunque modello che preveda l’elezione diretta, che sia del premier o del presidente della Repubblica. Il Pd di Elly Schlein e i 5 Stelle di Giuseppe Contecontropropongono‘, come soluzione all’instabilità dei governi, il rafforzamento dei poteri del premier. E Schlein ci aggiunge anche il cambio della legge elettorale: basta liste bloccate. 

    Per la leader dem, quella delle riforme “non è una priorità del Paese”. Bene rafforzare la rappresentanza e la stabilità magari riformando la legge elettorale, senza liste bloccate, con la sfiducia costruttiva, ma non a scapito dei “pesi e dei contrappesi”, del parlamento e soprattutto ai danni del presidente della Repubblica. Anche Giuseppe Conte è d’accordo sulla necessità di dover rafforzare i poteri del premier ma “in un quadro equilibrato, che non mortifichi il modello parlamentare“. E soprattutto insiste sul mantenimento della funzione “chiave” del Presidente della Repubblica “di garante della coesione nazionale“. Per Benedetto della Vedova, di +Europa, l’elezione diretta provocherebbe addirittura “un conflitto istituzionale” con il Colle. Secondo Nicola Fratoianni (Si), la Costituzione “va attuata, non cambiata”.

    L’apertura viene da Azione, con l’idea del “Sindaco d’Italia”, ma anche Carlo Calenda avverte: “Nessuno tocchi le funzioni del presidente della Repubblica”. Quindi ritiene “necessario” parlare con le altre opposizioni. Su questo punto è dello stesso avviso Maria Elena Boschi: “Noi di Italia Viva riteniamo che non ci sia la necessità di un coordinamento con le opposizioni, tantomeno con i 5 stelle”. E’ questo in sintesi l’esito dei colloqui che la premier ha avuto, insieme a una folta delegazione del governo, con tutti i massimi vertici delle forze di opposizione, nel corso di questa lunga e attesissima sessione di consultazioni. Un formato, quello dei faccia a faccia nella biblioteca del presidente a Montecitorio, che ricorda quello usato negli incontri per la formazione di un nuovo governo.

    Va bene il confronto, tuttavia, per l’inquilina di palazzo Chigi, è chiaro che indietro non si torna. Le strade tradizionalmente sono essenzialmente due: o seguire la via ordinaria, presentando un testo di legge in parlamento o creare, appunto, una Commissione ad hoc, un’ennesima Bicamerale o un’altro organismo, magari presieduto da un esponente dell’opposizione, dove concentrare gli sforzi di riforma. Su questo punto, la premier non si sbilancia. Conte ha lanciato l’idea della Bicamerale. Fredda Elly Schlein: “Lo strumento del confronto saranno loro a stabilirlo. A noi più che lo strumento ci interessa la qualità e il perimetro di questo confronto”.

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  • 21:58

    La battuta di Schlein: “E allora perché no una monarchia illuminata?”

    Che il confronto sia stato “franco” lo hanno detto entrambe, sia Giorgia Meloni che Elly Schlein. E la battuta della segretaria del Pd alla premier ne dà un pò il segno. Mentre discuteva delle forme di governo con la possibilità di elezione diretta di presidente o premier, Schlein ha apostrofato Meloni così: ”E allora perché no una monarchia illuminata?”.
    A quanto viene riferito, inoltre, Matteo Salvini ha lasciato l’incontro quando si era ancora a metà colloquio, con un po’ di stupore della delegazione dem visto che la segretaria ha chiesto di allargare il confronto anche alla autonomia differenziata, cosa su cui Meloni ha aperto. Non si è parlato di ipotesi di bicamerale nel corso del colloquio.

  • 21:47

    IL PUNTO – No al presidenzialismo, Iv e Azione aprono al “premierato”: come sono andate le consultazioni con Meloni

    “L’elezione diretta del premier assicura stabilità al governo: è questa la più potente riforma economica che possiamo realizzare. E’ una nostra priorità e formuleremo una nostra proposta”. Giorgia Meloni rispolvera una delle sue promesse in campagna elettorale e va avanti. Ma il Pd e il M5s non ci stanno a un radicale stravolgimento dell’architettura istituzionale, al passaggio da una Repubblica parlamentare a una presidenziale. Tolto il presidenzialismo dove il no è da ‘campo larghissimo’, la giornata di consultazioni convocate da Meloni conferma che l’opposizione non ha una posizione unitaria sulle riforme. E certifica la sponda di Azione e Italia Viva sull’ipotesi del premierato, l’elezione diretta del premier s”ul modello Sindaco d’Italia”. I centristi si smarcano dal resto della minoranza attestata, dal Pd ai 5 Stelle passando per Verdi-Sinistra e Più Europa, sul no a qualunque modello che preveda l’elezione diretta, che sia del premier o del presidente della Repubblica. Il Pd di Elly Schlein e i 5 Stelle di Giuseppe Contecontropropongono‘, come soluzione all’instabilità dei governi, il rafforzamento dei poteri del premier. E Schlein ci aggiunge anche il cambio della legge elettorale: basta liste bloccate. 

    Per la leader dem, quella delle riforme “non è una priorità del Paese”. Bene rafforzare la rappresentanza e la stabilità magari riformando la legge elettorale, senza liste bloccate, con la sfiducia costruttiva, ma non a scapito dei “pesi e dei contrappesi”, del parlamento e soprattutto ai danni del presidente della Repubblica. Anche Giuseppe Conte è d’accordo sulla necessità di dover rafforzare i poteri del premier ma “in un quadro equilibrato, che non mortifichi il modello parlamentare“. E soprattutto insiste sul mantenimento della funzione “chiave” del Presidente della Repubblica “di garante della coesione nazionale“. Per Benedetto della Vedova, di +Europa, l’elezione diretta provocherebbe addirittura “un conflitto istituzionale” con il Colle. Secondo Nicola Fratoianni (Si), la Costituzione “va attuata, non cambiata”.

    L’apertura viene da Azione, con l’idea del “Sindaco d’Italia”, ma anche Carlo Calenda avverte: “Nessuno tocchi le funzioni del presidente della Repubblica”. Quindi ritiene “necessario” parlare con le altre opposizioni. Su questo punto è dello stesso avviso Maria Elena Boschi: “Noi di Italia Viva riteniamo che non ci sia la necessità di un coordinamento con le opposizioni, tantomeno con i 5 stelle”. E’ questo in sintesi l’esito dei colloqui che la premier ha avuto, insieme a una folta delegazione del governo, con tutti i massimi vertici delle forze di opposizione, nel corso di questa lunga e attesissima sessione di consultazioni. Un formato, quello dei faccia a faccia nella biblioteca del presidente a Montecitorio, che ricorda quello usato negli incontri per la formazione di un nuovo governo.

    Va bene il confronto, tuttavia, per l’inquilina di palazzo Chigi, è chiaro che indietro non si torna. Le strade tradizionalmente sono essenzialmente due: o seguire la via ordinaria, presentando un testo di legge in parlamento o creare, appunto, una Commissione ad hoc, un’ennesima Bicamerale o un’altro organismo, magari presieduto da un esponente dell’opposizione, dove concentrare gli sforzi di riforma. Su questo punto, la premier non si sbilancia. Conte ha lanciato l’idea della Bicamerale. Fredda Elly Schlein: “Lo strumento del confronto saranno loro a stabilirlo. A noi più che lo strumento ci interessa la qualità e il perimetro di questo confronto”.

  • 21:35
  • 21:10

    Meloni: “Riforme e autonomia in un unico pacchetto”

    “Sono anche disponibile a spiegare come l’autonomia e la riforma delle istituzioni centrali si tengono insieme non consideriamo che c’è una diversità fondamentale di orizzonte e autorevolezza, perché c’è un presidente del Consiglio che dialoga” con i governatori che “è non eletto con orizzonte di un anno e mezzo, anche questo produce uno squilibrio nel nostro ordinamento”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine degli incontri con le opposizioni sulle riforme sottolineando che per questo “l’abbiamo pensato come unico pacchetto, si tengono insieme”.

  • 20:55

    Meloni: “Da opposizioni no al presidenzialismo, più apertura sull’elezioni diretta del premier”

    “Abbiamo registrato a monte una chiusura trasversale più netta sui sistemi di modello di presidenzialismo o semipresidenzialismo e che la valutazione è più variegata sull’elezione diretta del premier. Noi non siamo innamorati di un sistema nello specifico e c’è la possibilità di un modello italiano, non ci siamo presentati con una nostra proposta perché crediamo sia importante dialogare con le forze politiche. Abbiamo ascoltato volentieri”. Così la premier Giorgia Meloni al termine delle consultazioni sulle riforme con le opposizioni.

  • 20:48

    Meloni: “Formuleremo una nostra proposta”

    “E’ stato un dialogo aperto, franco e collaborativo che ci ha aiutato ad avere le idee più chiare. Continueremo con altri come la Conferenza Stato-Regioni, con i sindaci e all’esito del ragionamento, fermo restando l’impegno assunto con i cittadini in campagna elettorale, formuleremo la nostra proposta“. Così la premier Giorgia Meloni al termine delle consultazioni sulle riforme con le opposizioni.

  • 20:42

    Le 6 proposte di Schlein: dallo stop alle liste bloccate alla sfiducia costruttiva

    Sono 6 le proposte avanzate dal Pd di cui ha parlato Elly Schlein al termine dell’incontro con Giorgia Meloni. La prima “la riforma della legge elettorale” per ritrovare un rapporto di fiducia tra eletti ed elettori “superando innanzitutto le liste bloccate“. La seconda è sul rafforzamento dei poteri del premier “guardando al modello tedesco” con la “sfiducia costruttiva che eviterebbe crisi al buio”.
    La terza questione “posta è la necessità di limitare la decretazione d’urgenza“. Un altro tema è “il rafforzamento degli istituti referendari e delle leggi di iniziativa popolare su cui si dovrebbero prevedere l’obbligo di esame e anche abbassare il quorum con l’introduzion della possibilità di firmare anche in digitale”. Altri temi, conclude Schlein, sono “l’attuazione piena dell’art. 49 e una legge sul conflitto d’interessi“.

  • 20:34

    Schlein: “Serve una legge su partiti e conflitti d’interesse”

    “Servirebbe una legge sui partiti e una sui conflitti di interesse“. Lo ha detto alla Camera la segretaria del Pd, Elly Schlein, dopo l’incontro con la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, sulle riforme istituzionali.

  • 20:29

    Schlein: “No a uomo o donna sola al comando”

    “Ciò che non vogliamo e a cui non ci prestiamo è l’indebolimento di pesi e contrappesi previsti dalla carta così come non si tocca l’istituzione del Presidente della repubblica“. Lo ha detto alla Camera la segretaria del Pd, Elly Schlein, dopo l’incontro con la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, sulle riforme istituzionali. “Non siamo per ridimensionare il ruolo del presidente della repubblica verso un modello di un uomo o un donna sola al comando“.