Il Risorgimento fu la rinascita della nazione italiana, l’epopea di una comunità oppressa che, finalmente, si risvegliava e rivendicava i propri diritti. Ma, a quell’epoca, cosa fosse effettivamente la nazione italiana era una questione che lasciava in dubbio perfino numerosi intellettuali che iniziarono a difenderne i diritti politici. Chiunque avesse guardato con attenzione alla realtà non avrebbe faticato a riconoscere che la nazione italiana non aveva alcuna radice nell’esperienza di molti di coloro che vivevano nelle più diverse parti della penisola. La nazione, dunque, non fu nient’altro che una costruzione retorica, dotata però di una straordinaria forza comunicativa, tale da convincere molti dell’esistenza di una comunità che, in effetti, non esisteva affatto. “La nazione del Risorgimento” esplora questa sorprendente operazione; ricostruisce i meccanismi attraverso i quali un pugno di intellettuali di inizio Ottocento narrarono la nazione; descrive i simboli, le immagini, le figure e i valori cui ricorsero per sollecitare la militanza patriottica; esamina la ricezione dei loro testi da parte di coloro che aderirono al movimento risorgimentale; cerca, insomma, di spiegare perché giovani e agiati signori decisero di farsi patrioti, rischiando la prigione, l’esilio, la vita.