
Federico Baglioni
Biotecnologo e Divulgatore Scientifico
Laureato (magistrale) in Biotecnologie presso l’Università degli Studi di Milano, scrivo su riviste di settore (Le Scienze, MolecularLab, ScienzaInRete ecc.) e sono stato animatore scientifico presso BergamoScienza, Festival della Scienza di Genova e Focus Junior. Collaboro con Dibattito Scienza e Pro-Test Italia e sono coordinatore nazionale del gruppo Italia Unita Per La Scienza con il quale ho organizzato l’evento nazionale “Italia Unita Per La Corretta Informazione Scientifica” l’8 Giugno scorso. Frequento il Master in Giornalismo Scientifico all’Università La Sapienza di Roma. Ho un blog personale e sono titolare di un blog su LINKIESTA (prometeusmagazine).
Articoli di Federico Baglioni →
Scienza - 14 Febbraio 2014
Sperimentazione animale e Ogm: per l’Italia in arrivo due multe dall’Ue
Video →

- 19:09 - **Almasri: opposizioni insistono, mozione di sfiducia a Nordio**
Roma, 11 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni non mollano sul caso Almasri. Alla richiesta ormai a cadenza quotidiana a Giorgia Meloni di riferire in aula, si è aggiunta anche la mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio dopo l'informativa in Parlamento sul rilascio del ricercato libico. A sottoscriverla tutti i gruppi: da Pd a M5S, Alleanza Verdi e Sinistra, Più Europa e Italia Viva. Solo Azione si smarca. Una determinazione che Carlo Calenda aveva già anticipato a Elly Schlein, in linea con le perplessità già espresse sulla mozione di sfiducia a Daniela Santanchè. "Non è possibile che l’unica via per fare opposizione sia passare da una mozione di sfiducia all’altra. Ieri Santanchè, oggi Nordio. Tutte peraltro completamente inutili. Fermate iniziative che sono solo controproducenti", sostiene Calenda. E quando arriverà il momento del voto? "Valuteremo con il gruppo che su questo non ho ancora riunito", risponde.
Le altre forze di opposizione sono di altro avviso. La mozione è anche il modo per non far scendere l'attenzione su una vicenda su cui la premier Meloni ha messo il silenziatore. Quindi la decisione dopo un giro di interlocuzioni tra i vari leader. I 5 Stelle hanno chiesto di inserire nel testo anche una condanna all''invettiva minatoria' del ministro Nordio contro la magistratura. "Per coprire il pasticcio che hanno combinato, l'hanno buttata sull'attacco ai giudici", la valutazione M5S. Integrazione che è stata accolta.
La mozione di sfiducia a Nordio, dice Angelo Bonelli, "è un atto dovuto dopo le bugie e le sciocchezze che il ministro ha raccontato in Parlamento. Ha detto che lui non è un passacarte ma di fatto hanno impedito l'esecuzione di un mandato di arresto che era un atto obbligatorio in base allo Statuto di Roma e in base alla legge italiana. Se ne assume la responsabilità e per questo non più continuare a fare il ministro e per questo chiediamo la mozione di sfiducia".
Nel testo della mozione, in 4 pagine, si evidenzia come nell'informativa del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, siano "emerse ulteriori incongruenze" nella ricostruzione della vicenda Almasri. E si sottolinea come il Guardasigilli in Parlamento abbia "abbandonato la strada fino ad allora seguita del 'cavillo giuridico' per spiegare la scarcerazione del libico, "strada peraltro seguita anche dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che, come noto, anziché presentarsi alle Camere ha preferito diffondere un video d’accusa al procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, umiliando ancora una volta la dignità del Parlamento".
Per le opposizioni "il ministro Nordio si è scagliato in maniera scomposta contro la Corte penale internazionale assegnandosi tra l’altro un ruolo che non gli spetta: quello di valutare la legittimità del mandato di cattura". Quindi rimarcano: "Questo Parlamento si è trovato dunque ad essere umiliato tre volte: dall’ostinata assenza della Presidente del Consiglio, dall’inopportuna, incoerente e sgrammaticata informativa del ministro della Giustizia e dalle surreali affermazioni del ministro dell’Interno che è arrivato finanche a sostenere che un soggetto estremamente pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica non debba essere trattenuto né in Italia, né consegnato alla Corte penale internazionale, ma invece restituito al Paese dove ha commesso i crimini contro l’umanità di cui è accusato e dove, come di tutta evidenza, potrà continuare a commetterli impunemente".
"Una decisione in spregio del diritto internazionale, delle sue sedi e che offende la credibilità e l’autorevolezza del nostro Paese che non solo ha sottoscritto lo Statuto istitutivo della Corte Penale Internazionale, ma che ne è stato anche la sede". Oggi in aula le opposizioni hanno chiesto ancora una volta alla premier Meloni di riferire su Almasri ma anche di fare chiarezza sulla decisione, da parte dell'Italia, di non firmare la dichiarazione congiunta contro le possibili sanzioni Usa alla Corte Penale Internazionale. "Chiediamo un'informativa urgente della presidente del Consiglio -ha detto Debora Serracchiani- per capire se finalmente ci darà voce e notizia della sua posizione, visto che viene tirata in ballo ormai da settimane ma è totalmente scomparsa dai radar".
- 19:00 - Intergruppo parlamentare 'One Brain': i punti programmatici
Roma, 11 feb. (Adnkronos Salute) - Tra i punti programmatici dell'Intergruppo parlamentare 'One Brain - per la tutela delle persone con disturbi mentali e neurologici', presentato oggi a Roma in un incontro con la stampa alla Camera dei deputati, spiccano: la definizione e la promozione di una strategia organica e programmatica per la salute del cervello, che includa la definizione di Pdta a livello nazionale e regionale, nuovi modelli di cure di prossimità, l'inserimento nei Lea e l'utilizzo di Fse, telemedicina e tele monitoraggio; la promozione di un Tavolo One Brain presso il ministero della Salute che sviluppi la qualità dei servizi di prevenzione, trattamento, oltre a riabilitazione e reinserimento delle persone che vivono con disturbi mentali e neurologici; la valorizzazione della collaborazione interprofessionale (psichiatri, neurologi e gli altri operatori), sul territorio come in ospedale, per ottenere una presa in carico e percorsi di cura integrati e personalizzati.
E ancora: lo sviluppo di programmi di educazione e formazione su stili di vita sani per la promozione della salute del cervello, la prevenzione di malattie neurologiche e mentali e iniziative volte alla sensibilizzazione e all'empowerment di pazienti e caregiver sul valore dell'aderenza ai percorsi di cura e la promozione di una collaborazione tra pubblico e privato nella ricerca, nella prevenzione, nella cura, nella riabilitazione e nel reinserimento, finalizzata a migliorare la promozione e la tutela della salute del cervello.
- 18:56 - Disturbi mentali e neurologici, al via Intergruppo parlamentare 'One Brain'
Roma, 11 feb. (Adnkronos Salute) - Rafforzare il dialogo e la sensibilizzazione tra le istituzioni, il coinvolgimento attivo delle associazioni di pazienti e dei massimi esperti italiani nei settori della psichiatria e della neurologia. Sono questi i principali obiettivi dell'Intergruppo parlamentare 'One Brain - per la tutela delle persone con disturbi mentali e neurologici'. Promosso dall'onorevole Annarita Patriarca, segretario di presidenza della Camera dei deputati, è stato presentato oggi a Roma in un incontro con la stampa alla Camera. L'approccio integrato e multidisciplinare mira a promuovere modelli assistenziali innovativi, sostenibili ed efficaci, a facilitare l'accesso tempestivo alle cure e a rispondere prontamente alle esigenze delle persone con malattie neurologiche e psichiatriche, nonché dei loro familiari, assicurando loro un sostegno concreto e una gestione adeguata del paziente.
Le malattie neurologiche e psichiatriche rappresentano una delle principali cause di disabilità a livello globale, ricorda una nota. Tra i disturbi psichiatrici più diffusi, la depressione colpisce il 6% della popolazione adulta italiana e la schizofrenia ha una prevalenza stimata dello 0,4%, interessando circa 245mila persone, secondo dati dell'Istituto superiore di sanità. Sul fronte delle patologie neurologiche, il Manifesto 'One Brain, One Health' promosso dalla Società italiana di neurologia (Sin), riporta che: oltre 7 milioni di italiani soffrono di emicrania; più di 1 milione di demenza, circa 800mila vivono con le conseguenze invalidanti dell'ictus e 400mila hanno la malattia di Parkinson. Dato l'impatto significativo delle patologie sul servizio sanitario, è fondamentale sviluppare strategie efficaci con obiettivi concreti e misurabili, coinvolgendo tutti gli attori chiave: dalle istituzioni ai professionisti sanitari, fino ai pazienti stessi.
"Lo Stato ha il dovere di garantire ai propri cittadini i più alti standard in termini di diagnosi, accesso e cura - afferma Patriarca - L'Intergruppo si pone come obiettivo primario quello di sensibilizzare e stimolare un dialogo sempre più attento e profondo su questi temi cruciali. Un elemento distintivo sarà il coinvolgimento delle istituzioni, delle associazioni di pazienti e dei massimi esperti di psichiatria e neurologia, anche attraverso la costituzione di un Comitato scientifico. Per raggiungere questi obiettivi è necessario un impegno concreto e una collaborazione fattiva tra pubblico e privato, al fine di intervenire negli ambiti della programmazione sanitaria e della prevenzione, potenziando gli investimenti e migliorando la presa in carico dei pazienti, attraverso un maggiore accesso alle innovazioni diagnostiche, tecnologiche e farmacologiche".
Aggiunge Gemma Calamandrei, direttrice del Centro di riferimento per le Scienze comportamentali e la salute mentale e direttrice (ad interim) del Dipartimento di Neuroscienze dell'Iss: "L'Organizzazione mondiale della sanità, con il position paper del 2022 sulla cosiddetta Brain Health, estende anche all'ambito delle malattie neurologiche il paradigma One Health già precedentemente applicato alla salute mentale, e propone una prospettiva olistica dove il cervello e la mente sono un unico sistema complesso in relazione dinamica con l'ambiente fisico e sociale. La novità è l'enfasi sui determinanti ambientali che influenzano lo sviluppo, l'adattamento e la risposta del cervello allo stress e alle avversità. Su questi determinanti si può intervenire per promuovere la salute del cervello e prevenirne per quanto possibile le patologie. L'Intergruppo, luogo di incontro tra decisori politici e tecnici/esperti da diversi settori (neuroscienze di base, neurologia, psichiatria, neuropsichiatria, psicologia), può contribuire a concretizzare strategie di promozione e prevenzione della salute del cervello fin dalle prime fasi della vita, può decidere di supportare la ricerca sul cervello in tutte le sue articolazioni, sostenere tecnologie innovative e approcci integrati di sanità pubblica".
La salute del cervello, sostiene Maria Rosaria Campitiello, capo Dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute, "è una priorità per ogni persona. Può e deve essere preservata attraverso abitudini quotidiane più sane che possano proteggere le funzioni cognitive. Anche in questo contesto, la prevenzione è determinante. Allo stesso modo la salute mentale è tornata al centro dell'agenda sanitaria con ampia progettualità: potenziamento dei servizi territoriali, aggiornamento del Piano nazionale e incentivazione di strumenti di sostegno. Prendersi cura del proprio cervello significa investire con responsabilità nel futuro del Paese".
Del resto, "la ricerca sulla salute cerebrale è fondamentale per comprendere le malattie neurologiche e psichiatriche - sottolinea Monica DiLuca, docente di Farmacologia e prorettrice alla Ricerca dell'Università degli Studi di Milano, presidente della Società italiana di neuroscienze (Sins) - oltre a migliorare i trattamenti e svelare quanto ancora non conosciamo sul funzionamento cerebrale. La Sins ritiene essenziale che l'Italia consideri prioritaria la ricerca sul cervello nell'agenda strategica nazionale data la sua rilevanza per la salute pubblica e il costo sociale associato ai disturbi cerebrali, che rappresentano una delle principali cause di disabilità e una vera sfida per i prossimi anni".
"I notevoli progressi della ricerca farmacologica, la scoperta di nuovi farmaci che permettono di curare in modo efficace anche le forme più gravi di malattia mentale quale la depressione maggiore - osserva Felicia Giagnotti Tedone, presidente Fondazione Progetto Itaca - portano alla luce nuovi bisogni, quale l'inclusione sociale e l'inserimento lavorativo di persone con una storia di malattia mentale. Ancora una volta tali bisogni possono e devono essere affrontati attraverso una rete di interventi per dare risposte concrete al bisogno di socialità, di lavoro, di autonomia abitativa e restituire alla società persone e cittadini attivi e consapevoli".
In questo contesto, "la sinergia tra la neurologia e la psichiatria non solo è auspicabile - rimarca Giuseppe Nicolò, direttore del Dipartimento di Salute mentale e delle dipendenze patologiche della Asl Roma 5, coordinatore vicario del Tavolo tecnico sulla Salute mentale del ministero della Salute - ma è necessaria nel contesto attuale dove l'integrazione tra mente e cervello non può che giovare all'assistenza dei pazienti. L'Intergruppo parlamentare One Brain, insieme a quello 'One Mental Health', evidenziano un'attenzione prospettica e matura al futuro della salute in Italia. Auspico grande sinergia".
"I temi della salute del cervello e della salute mentale - evidenzia Alessandro Padovani, presidente Sin - sono intrinsecamente legati pur essendo distinti. Insieme rappresentano una delle maggiori voci per quanto riguarda la spesa sanitaria e l'impatto sociale. L'iniziativa dell'Intergruppo One Brain mira a portare al centro del dibattito in un'ottica One Health la necessità di un Piano della salute del cervello che coniughi ricerca e innovazione da una parte e formazione e prevenzione dall'altra per contrastare le malattie psichiatriche e neurologiche, così come il disagio e la disabilità nelle varie fasi della vita: dall'età dell'infanzia alla terza età. Solo in questo modo, in una società che invecchia come l'Italia, è possibile ridurre efficacemente i costi assistenziali e sociosanitari".
In particolare, "l'emicrania è una patologia complessa e per sua natura cronica poiché non esiste una cura risolutiva - continua Alessandra Sorrentino, presidente Alleanza cefalalgici (Al.Ce) - Sappiamo quanto sia comune la comorbidità tra emicrania, ansia e depressione: per questo non possiamo ignorare la connessione tra salute del cervello e salute mentale. Neurologi, psichiatri e psicologi sono chiamati a collaborare tra di loro consapevoli che le terapie, farmacologiche e non farmacologiche, hanno l'obiettivo comune di portare il paziente ad avere una qualità della vita ottimale, senza che la malattia privi la persona della possibilità di vivere. Non dobbiamo trattare esclusivamente il sintomo, ma considerare che il dolore fisico spesso si accompagna al 'dolore dell'animo', molto più complesso da gestire". Per questo si deve considerare che "non tutti i pazienti hanno le risorse economiche per sostenere un percorso integrato anche psichico. E' necessario, quindi, favorire la collaborazione anche con le associazioni di pazienti che hanno strumenti di sostegno come i gruppi di auto mutuo aiuto e mettere in campo risorse economiche che permettano ai centri cefalee di offrire, almeno in parte, il supporto psicologico necessario".
Conclude Ketty Vaccaro, responsabile Ricerca biomedica e salute del Censis: "Nella nuova concezione della salute degli italiani il benessere mentale è ormai percepito come un obiettivo irrinunciabile. Una nuova sensibilità collettiva che ha portato all'emersione di molte problematiche che coinvolgono quote crescenti di popolazione, soprattutto giovanile. Ma se da una parte appare sdoganata la ricerca di un aiuto psicologico - oltre 400mila le domande del 2024 per il bonus psicologo - dall'altra molte malattie neurologiche e mentali rimangono fuori dalla pressione culturale per la prevenzione. Sono malattie spesso ancora segnate dallo stigma, che pagano le risposte insufficienti dei servizi e sperimentano una delega assistenziale alla famiglia sempre più penalizzante e, alla lunga, anche socialmente insostenibile".
Domani mattina, 12 febbraio, presso la Sala del Refettorio - Biblioteca della Camera dei deputati 'N. Iotti', ci sarà l'evento di presentazione dell'Intergruppo parlamentare One Brain realizzato con il contributo non condizionante di Lundbeck Italia. All'incontro, introdotto da un messaggio di saluto del ministro della Salute Orazio Schillaci, sarà ufficialmente istituito l'Intergruppo, alla presenza di autorevoli esponenti istituzionali.
- 18:44 - **Mo: Idf richiama riservisti per rafforzare truppe a Gaza**
Tel Aviv, 11 feb. (Adnkronos) - Dopo una nuova valutazione, le Idf affermano che stanno ulteriormente rafforzando le forze nel Comando Meridionale dopo che Hamas ha dichiarato che avrebbe rinviato il rilascio degli ostaggi. L'esercito descrive il rafforzamento delle truppe come "esteso" e afferma che include il richiamo dei riservisti. "I rinforzi delle truppe e la mobilitazione dei riservisti vengono effettuati in preparazione di vari scenari", ha dichiarato l'Idf.
Ieri l'esercito ha innalzato il livello di allerta presso il Comando Meridionale, prevedendo un possibile ritorno dei combattimenti nella Striscia di Gaza se l'accordo di cessate il fuoco e la presa degli ostaggi dovesse fallire.
- 18:42 - Governo: FantaSanremo Pd sui social, Meloni capitano con 'Sparirò'
Roma, 11 feb. (Adnkronos) - Il Pd sui social lancia una parodia di FantaSanremo con la squadra 'TeleMeloni1' capitanata proprio dalla premier Giorgia Meloni con 'Spariró'. Tra i titolari ci sono Daniela Santanchè con 'Dimettersi mai', Matteo Salvini con 'Il mio chiodo fisso', Carlo Nordio con 'Destinazione Libia' e Antonio Tajani con 'Il caffè dei Pensionati'. Tra le riserve figurano, invece, Matteo Piantedosi con 'Giovane Fuorilegge' e Augusta Montaruli con 'Bau Bau'. “Una cosa è certa -conclude il post del Pd- con loro ci perdono gli italiani”.
- 18:23 - Sitox: in Italia 500mila avvelenamenti all'anno
Bologna, 11 feb. (Adnkronos Salute) - Dai farmaci agli alimenti, fino ai prodotti chimici: sono alcune delle principali cause dei 500mila casi di avvelenamento e intossicazione che si registrano in Italia ogni anno. I farmaci sono responsabili di circa il 50% dei casi, seguiti dai prodotti per uso domestico, come sostanze caustiche e corrosive (candeggina, acido muriatico, disgorganti per lavelli), che incidono per il 29-30%. Gli alimenti rappresentano il 5-6% degli episodi, con un picco in autunno a causa del consumo di funghi, ma anche di bacche, radici e vegetali. Tra questi, si verificano ogni anno circa 40 casi accertati di botulismo, un'intossicazione particolarmente grave dovuta alla tossina botulinica, uno dei veleni più potenti al mondo, spesso con conseguenze severe che richiedono il ricovero in terapia intensiva. Infine, un altro 5-6% delle intossicazioni è attribuibile all'uso di droghe, in particolare delle cosiddette nuove sostanze psicoattive, oltre un migliaio di molecole che si stanno rapidamente diffondendo attraverso il mercato online.
Sono i dati emersi oggi nella sessione dedicata ai centri antiveleni nell'ambito del 22esimo Congresso nazionale della Società italiana di tossicologia (Sitox), che ha riscosso grande interesse tra esperti, ricercatori e istituzioni. L'evento, che si è tenuto presso il Savoia Hotel Regency di Bologna, ha acceso i riflettori sulle sfide e le prospettive future di queste strutture cruciali per la tutela della salute pubblica.
I centri antiveleni si sono confermati risorse insostituibili all'interno del sistema sanitario nazionale - rimarca la Sitox - fornendo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, supporto medico e clinico-tossicologico in tempo reale. Ogni anno i Cav italiani rispondono a centinaia di migliaia di richieste di consulenza provenienti dai cittadini o dagli ospedali che si trovano a curare pazienti intossicati. Le tipologie di intossicazioni sono moltissime e le competenze dei medici del Cav devono essere molte e sempre aggiornate. Si parla di intossicazioni accidentali e volontarie che spaziano, ad esempio, dal bambino che ha ingerito un pulitore per metalli, alla famiglia che ingerisce accidentalmente dei funghi velenosi, a intossicazioni gravi per l'assunzione di nuove droghe sintetiche. L'ampiezza e numerosità delle possibili intossicazioni è vastissima e non è possibile che in ogni ospedale vi sia un expertise adeguata, nonché i supporti necessari per accedere alle composizioni di tutti i prodotti commerciali.
"Gli avvelenamenti, purtroppo, vanno dal lattante all'ultracentenario - afferma Carlo Locatelli, past president Sitox e responsabile dell'Uo di Tossicologia del Centro antiveleni Maugeri di Pavia, Centro nazionale di informazione tossicologica - Il 30-40% degli avvelenamenti riguardano i bambini, principalmente per ingestione accidentale di prodotti domestici per la pulizia della casa o per errori di somministrazione di farmaci; il 30% riguarda gli anziani soprattutto a causa di una scorretta assunzione di farmaci, spesso in eccesso, e in misura minore per atti anticonservativi per stanchezza, disperazione, solitudine, malattia; il 30-40% infine interessa persone di giovane-media età con chiari segni di intossicazione in parte accidentali, ma anche in tentati suicidi, atti di autolesionismo, misti a problemi psichiatrici".
I 10 Centri antiveleni - ricorda la Sitox - operano a distanza per il fabbisogno di tutto il territorio nazionale. Lavorano h24, 365 giorni all'anno. Sono servizi ai quali il cittadino o il professionista sanitario può accedere in qualunque momento, da dovunque, e ricevere una consulenza specialistica immediata. Sono pertanto una risorsa preziosa e basso costo del nostro Paese, che consente di offrire a ogni paziente un supporto specialistico anche negli ospedali nei quali queste competenze non ci sono. I Cav permettono inoltre di risparmiare risorse evitando accessi inutili in ospedale e ottimizzando la cura dei pazienti ricoverati. Durante il congresso si è discusso di nuovi modelli organizzativi per potenziare la rete dei Cav, migliorandone l'efficacia e l'integrazione con le altre strutture sanitarie, specie quelle dell'urgenza. Un focus particolare è stato posto sulla necessità di investire in formazione specialistica, tecnologie e strumenti per analisi cliniche avanzati, per consentire ai Cav di identificare tempestivamente le sostanze tossiche emergenti e di migliorare la risposta a crisi sanitarie di origine tossicologica.
Tra gli argomenti più dibattuti, si è sottolineata l'importanza della formazione continua per gli operatori sanitari, al fine di garantire risposte sempre più rapide ed efficaci nelle situazioni di emergenza. Inoltre, si è discusso del ruolo dei Cav nella raccolta di dati epidemiologici sulle intossicazioni, fondamentali per orientare le politiche sanitarie e le strategie di prevenzione. "E' fondamentale che le istituzioni continuino a investire nel potenziamento dei Centri antiveleni, nel loro corretto accreditamento istituzionale, garantendo risorse adeguate per la formazione, la ricerca e le tecnologie avanzate. Solo attraverso un impegno congiunto tra sanità pubblica, ricerca e cittadini possiamo migliorare la capacità di risposta alle emergenze tossicologiche e proteggere la salute di tutti. Sosteniamo i Cav come pilastro essenziale del nostro Ssn", conclude Locatelli.
- 18:05 - Mo: ministro Israele, 'd'accordo con Trump, scatenare l'inferno se ostaggi non tornano'
Tel Aviv, 11 feb. (Adnkronos) - Il ministro delle comunicazioni israeliano, Shlomo Karhi , ha detto di esser d'accordo con le parole di Trump di "lasciare che l'inferno si scateni" a Gaza se tutti i prigionieri israeliani rimasti non saranno rilasciati entro sabato. In un post su X ha scritto: "La risposta deve essere esattamente quella suggerita dal presidente Trump. Interrompere completamente gli aiuti umanitari, tagliare l'elettricità, l'acqua e le comunicazioni e ricorrere alla forza brutale e sproporzionata fino al ritorno degli ostaggi. E' tempo di aprire le porte dell'inferno ad Hamas, e questa volta senza alcuna restrizione per i nostri eroici combattenti".
